Studies in the Scriptures

Tabernacle Shadows

 The PhotoDrama of Creation

 

Serie 5 - Ad Una Mente 
Fra Dio E L'Uomo

 

 STUDIO 9

LO SPIRITO DELL'AD-UNA-MENTE
BATTESIMO-TESTIMONIANZA
SUGGELLO

 

"E come il giorno della Pentecoste fu venuto, tutti erano insieme nel medesimo luogo, e subito si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia ed esso riempì tutta la casa ov'essi sedevano. E apparvero loro delle lingue di fuoco che si dividevano, e se ne posò una su ciascuno di loro. E tutti furono ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d'esprimersi" Fatti Apostolici 2:1-4.

Il giorno della Pentecoste si annovera fra i più notevoli che la storia abbia registrati: poichè indica che il nostro Redentore apparve innanzi a Dio per noi, quale Sommo Sacerdote (Mediatore) ed offrì al Padre i meriti del suo sacrificio terminato sul calvario, cinquanta giorni prima che il Padre aveva appieno accettato e che, da allora in poi, gli Apostoli, e i credenti i quali avevano accettato Gesù, desiderosi di avvicinarsi al Padre e divenire figliuoli di Dio (Giov. 1:12) erano riconosciuti tali, come lo Spirito Santo quel giorno testificò. Perciò essi furono dotati dello "Spirito di figliolanza," poichè entrarono a far parte della famiglia di Dio. Tale evento assunse il massimo rilievo, in quanto fu ben chiarito e provato che gli Apostoli, ed i credenti, ricevettero lo Spirito Santo: lo Spirito del divin favore nei loro cuori, e che tale evento ha costituito una visibile manifestazione ed una prova soddisfacente per loro e per noi che Iddio ha accettato appieno la Chiesa quali figliuoli e coeredi di Cristo. [184]

Eppure, in tutta questa narrazione non appare, in alcun modo, la necessità di pensare che lo Spirito Santo possa essere una persona separata dal Padre e dal Figliuolo. Al contrario, la costatazione che lo Spirito Santo fu ricevuto da loro tutti, per se stessa implica che lo Spirito Santo non è una persona, ma un'influenza, una potenza, estrinsecata da una persona: la Potenza, o influenza di Dio, adoperata nella mente e nei cuori di questi suoi nuovi figliuoli. Tale chiarificazione serve a rendere con maggiore evidenza i doni varii di Spirito e potestà, concessi agli Apostoli per trasfondere in loro l'energia atta a rinvigorire ed allargare la loro influenza.

Ed è per questo che l'Apostolo dice che il Signore "ha fatto dei doni agli uomini." (Efesini 4:8). Il gran dono che costituiva il prezzo per la Redenzione di tutta l'umanità la Sua propria vita era diggià stato dato ed una parte del gran numero dei redenti un piccolo gregge l'ebbe nel special modo di poter divenire coeredi di Cristo e, cioè socii nel Suo Regno. La selezione dei primi, fra costoro, ebbe inizio dal momento in cui attesero per dieci giorni sull'alto solaio, le benedizioni della Pentecoste, tempo in cui essi furono riconosciuti degni. Fu il Padre che riconobbe allora la Chiesa di Cristo, nell'impartire loro lo Spirito Santo (Sua influenza e potenza), che costituì la riconciliazione dei credenti. Così, da allora in poi, non furono più considerati come peccatori e stranieri ne quali servienti, ma come figliuoli e fatti "partecipi dei doni celesti." Siamo edotti che lo Spirito Santo l'influenza Santa, o potenza Santa che emanava dalla fonte originale del Padre, fu trasfusa in modo appropriato da questi tanto onorati di Dio Cristo Gesù, Signore e Capo a mezzo di cui tutte le benedizioni di Dio sono venute e verranno.

L'apostolo Pietro, parlando sotto l'influsso dello Spirito Santo, su questo soggetto, disse che Egli venne dal Padre e dal Figliuolo." Egli (Gesù) dunque, essendo stato esaltato alla destra di Dio, e avendo dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedrete ed udite" (Atti 2:33). Rilevando da questo evento l'accettazione della Chiesa, da parte di Dio, costatiamo [185] che senza esso non avremmo avuto prova alcuna che il Padre ha accettato il sacrificio di nostro Signore per la nostra giustificazione.

A questa comune, erronea e completamente antiscritturale, idea, che frastorna le menti di molti premurosi Cristiani, facciamo rilevare che tale aspettazione, non è giustificata da alcuna promessa dataci nella Parola di Dio, mentre è completamente varia con i divini ordinamenti in essa descritti. Dovrebbe essere notato che le Scritture fanno menzione di solo tre battesimi dello Spirito Santo e che la necessità dei precitati non nè indica altri, dopo. Detti tre battesimi costituiscono parte o divisione dell'unico battesimo: (1) il battesimo del nostro Signore Gesù Cristo; (2) il battesimo della Pentecoste; (3) il battesimo di Cornelio, il primo Gentile, convertito ed accettato da Dio come figliuolo. Ora esaminiamo questi battesimi di Spirito, nel loro ordine.

(1) Il battesimo dello Spirito Santo su nostro Signore Gesù, non solo era e fu necessario per se stesso, acciocchè Egli avesse potuto essere partecipe della potenza di Dio, come Suo agente e come interessato alla Sua eredità ed al Suo rigeneramento alla natura divina, ma fu anche appropriato per dare una manifestazione o riconoscimento di lui, atto a permettere che altri fossero stati in grado di conoscerlo quale unto di Dio. Tale manifestazione ebbe luogo a mezzo di una colomba che discese e si posò su di lui. Non deve essere interpetrato che il popolo in generale vide tale manifestazione del favore divino, perchè fu Giovanni Battista, colui che espletava l'opera di ravvedimento in Israele ed era riconosciuto qual profeta un servitore di Dio che, presente alla discesa dello Spirito su Gesù, diede testimonianza dell'evento e lo espresse in questi termini: “io non lo conoscevo, ma Colui che mi ha mandato a battezzare con acqua, mi ha detto: Colui sul quale vedrai lo Spirito scendere e fermarsi, è quello che battezza con lo Spirito Santo. E io ho veduto ed attestato che questo è il Figliuolo di Dio" (Giov. 1:33).

(2) Il battesimo della Chiesa alla Pentecoste come Giovan­ni spiega doveva essere fatto da Cristo, "Egli è quel che bat­ [186] tezza con lo Spirito Santo." E. Pietro, come è stato detto, ce lo conferma allorchè dice: "Egli (Gesù) . . . ha sparso quello che ora voi vedete ed udite." Egli è il solo che può battezzare perchè ha redento il mondo, per cui sparse tutto il suo prezioso sangue. E, dacchè niuno va al Padre se non per Lui, e che il Padre non giudica alcuno, avendo dato il giudicio al Figliuolo; e giacchè il Figliuolo, supremamente esaltato, agisce come rappresentante del Padre ad introdurre alla piena comunione con Lui tutti coloro che vanno al Padre per mezzo di Lui. Così abbiamo notato che il battesimo della Chiesa con lo Spirito Santo fu necessario, come testimonianza e, nella stessa maniera fu necessario che il battesimo di Gesù con lo Spirito Santo, fosse una testimonianza, o testificazione.

Il vento impetuoso che imperversò nel luogo e le lingue come di fuoco che si posarono sopra ognun di loro (probabilmente sopra gli undici Apostoli solo, designati ad essere i rappresentanti del Signore e gli oratori dello Spirito Santo, leggasi il Versetto 14 ) non furono lo Spirito Santo, ma una manifestazione, atta a presentar l'invisibile ai loro sensi. Lo stesso per la colomba, vista da Giovanni. Non fu lo Spirito, ma una manifestazione ai suoi sensi. Essa, emblema di pace e purità rappresentò ottimamente la pienezza dello Spirito d'amore di Jehovah, per Gesù; e così le “lingue come di fuoco, che si dividevano," rappresentano la missione degli Apostoli, i quali, sotto la guida dello Spirito Santo, testificarono essere suoi testimoni (Atti 2:32; 3:15; 5:32; 10:39; 13:31).

(3) Una speciale manifestazione della potenza divina, connessa all'accettazione di Cornelio, primo gentile convertito, fu necessaria perchè fino a quel tempo i Gentili erano stati esclusi e inaccettabili a Dio, anche come semplici servi e, quindi, i Giudei non avrebbero creduto che i Gentili fossero stati accettati da Dio, almenochè una chiara manifestazione di Dio non fosse stata concessa per dimostrare che anche i Gentili erano divenuti accettevoli a Lui, all'alta posizione di Suoi Figliuoli. [187]

Abbiamo già detto che non faceva parte del programma divino la concessione ad alcun Gentile ad essere accettevole a Dio, prima dell'espirazione delle settanta settimane.” Questo periodo di favore Giudeo espirò tre anni e mezzo dopo la Pentecoste; allora i convertiti infra i Gentili, avrebbero potuto entrare a far parte dei coeredi (uguali) con i convertiti Giudei ma, non essendo il tempo ancora maturo, tal favore non potè essere dimostrato nella Pentecoste. E, dal punto di vista del radicato e profondo pregiudizio Giudeo, incluso quello degli Apostoli, fu appropriatissimo che l'accettazione di Cornelio fosse manifestata ai sensi degli Apostoli, nelle stesse evidenze manifestate alla Pentecoste. E è necessario supporre che, essendosi posate su Cornelio le “lingue come di fuoco,” agissero anche sui convertiti dal Giudaesimo e dessero lo stesso frutto, in doni spirituali, ricevuto da tutti quelli della Pentecoste.

E in qual altro modo avremmo potuto conoscere che anche i Gentili erano accettevoli al Signore? Se il battesimo dello Spirito e le altre benedizioni della Pentecoste fossero stati concessi solo alla progenie naturale d'Abrahamo avremmo potuto restare in dubbio per tutta l'età evangelica, riguardo alla nostra posizione nel popolo di Dio, noi che per natura siamo Gentili. Però per il battesimo dello Spirito Santo, sceso su Cornelio, il Signore manifestò chiaramente che, d'allora innanzi, non sarebbe esistita più alcuna differenza fra Giudei e Gentili, servi o liberi, maschi o femmine, per quanto riguardava l'accettazione di Dio in Cristo Gesù. Niuno era accettevole da per se stesso, per la propria giustizia, e solo coloro che andarono e sarebbero andati al Padre per mezzo dell'amato Figliuolo, Egli li avrebbe accettati I Corinzi 12:13.

Oltre questi tre battesimi dello Spirito Santo, di cui abbiamo parlato, non esiste alcun altro riferimento sul soggetto, nelle Scritture: conseguentemente, il pensiero di molti del popolo del Signore, d'aspettare e pregare per un altro battessimo o ripetizione di quello dello Spirito Santo, non è giustificato ed è completa- [188] mente non necessario, perchè quell'uno battesimo della Pentecoste, seguito da quello su Cornelio, completa ogni aspettazione in proposito. Tal battesimo non venne solo su gl'individui che gioirono di benedizioni, ma, rappresentativamente, venne pure sulla Chiesa, l'intero Corpo di Cristo. Il fatto che quest'opera, rappresentante la chiesa fu divisa in due parti la prima sui credenti Giudei alla Pentecoste, l'altra sui primi Gentili convertiti, nella casa di Cornelio è in armonia con la dichiarazione di nostro Signore Gesù all'Apostolo Pietro sul soggetto, prima della sua crocifissione, quando gli disse: “Io ti darò le chiavi del Regno dei cieli” (Matteo 16:9). Una chiave indica il potere di chiudere ed aprire, e chiavi al plurale implica che le porte da aprire sarebbero state più d'una. Difatti, vi furono solo due porte da aprire e, quindi, l'apostolo Pietro fu colui che usò ambidue, dando principio all'opera della Chiesa: prima fra i Giudei e, poi, fra i Gentili, precisamente come il Signore aveva predetto. Egli usò la prima chiave alla Pentecoste, in cui fu il principale oratore che introdusse le nuove dispensazioni dello Spirito ai tremila presenti, che subito credettero e perciò entrarono per la porta Atti 2:37-41. Di nuovo, al proprio tempo, quando l'Evangelo doveva essere predicato ai Gentili, il Signore, in accordo alla promessa fattagli, mandò Pietro ad esplicare quell'opera iniziale, dicendo a Cornelio di mandare per Pietro ed a Pietro di andare a casa di Cornelio, onde predicare le parole dell'Evangelo a lui ed alla sua casa. In queto frangente nel quale Pietro usò la seconda chiave, aprendo la porta dell'Evangelo ai Gentili, Iddio testificò il fatto per la miracolosa manifestazione del suo Santo Spirito su Cornelio e su gli altri consacrati Gentili insieme a lui.

Il pensiero appropriato riguardo al battesimo dello Spirito Santo, risiede nell'atto di versare o spandere sopra ungere nel senso completo in modo da coprire tutte le parti del corpo e, perciò, può giustamente essere designato quale una immersione o “battesimo.” Questa stessa unzione o battesimo dello Spirito, è continuata e continua sulla Chiesa per tutta l'èra Evangelica: [189] coprendo, permeando, santificando, benedicendo, ungendo tutti coloro che entrano a far parte dell'unto "Corpo" di Cristo, 1a Chiesa. E così continuerà fino a che l'ultimo membro della Chiesa riceverà la piena unzione. L'apostolo Giovanni parla anche lui di questo battesimo, classificandolo "unzione" ed esprimendosi in questi termini: "l'unzione che avete ricevuta da Lui dimora in voi" (I Giov. 2:27; Salmo 133:2). Egli non parla come di diverse unzioni ricevute, ma dell'unzione d'una come per indicare che più d'una non è necessaria, ma superflua e disarmonica con il divino ordinamento.

Dal punto di vista divino, l'intera Chiesa è considerata come uno uno completoe lo è in quanto l'Apostolo dice: “Siccome il Corpo è uno ed ha molte membra, . . . così ancora è di Cristo . . . Voi siete il Corpo di Cristo, e membra d'esso, ciascuno per parte sua” (I Corinzi 12:12,27). In armonia con tale concetto le Scritture insegnano che, per quanto il Signore ci considera individualmente, pure la nostra posizione al cospetto del Padre, non è unitaria, ma come membro fa parte dell'unità, la quale è in Cristo, Capo e Corpo. Perciò siamo edotti che, dopo aver creduto, il nostro passo è quello di far parte del Corpo di Cristo essere battezzati nel suo corpo.

Quì non discuteremo il battesimo in generale. Lo lasceremo ad un altro esame, ma faremo notare che i credenti sono invitati ad essere battezzati in Cristo, onde poter entrare ed aver parte nel suo battesimo dello Spirito Santo. Non essendo lo Spirito Santo una persona, ma una potenza posseduta dalla Chiesa, tutti coloro che desiderano aver parte a queste benedizioni devono entrare in questa Chiesa, il Corpo di Cristo. Altrimenti non è ottenibile. Con ciò non intendiamo dire di divenire membri del corpo di quella cattolica romana o del corpo dei Metodisti; Presbiteriani; Luterani o qualsiasi altro. Intendiamo riferirci ai membri dell'Ecclesia, riconoscibili per la possessione dello Spirito Santo di amore, attestato dai varii frutti e testimonianze che abbiamo diggià messi in rilievo. [190]

Coloro che divengono realmente uniti con Cristo e così anche uniti con tutti gli altri membri del Corpo di Cristo non hanno bisogno di pregare per le benedizioni Pentecostali presenti o future, ma possono dare uno sguardo retrospettivo alle benedizioni Pentecostali originali ed alle benedizioni che scesero su Cornelio, quali evidenze, che il Padre, a mezzo di Cristo, ha accettato la Chiesa come un Corpo intero, nell'ordinamento divino, e certo che tutti saranno appieno soddisfatti. Noi non diciamo che il Signore si dispiace con coloro i quali per le vedute erronee chieggono numerose Pentecoste, anzi supponiamo che Egli li commisera, in considerazione della loro ignoranza, e senza alterare i Suoi piani e ordinamenti eroga loro ugualmente le Sue benedizioni, connesse alla loro erronea aspettazione: eccetto lo Spirito della comunione celeste, per il quale essi gemono.

È strano rilevare che questi cari amici i quali continuamente pregano per il battesimo dello Spirito, non hanno mai notato che niuno degli Apostoli pregò per avere altre Pentecoste, nè istruirono la Chiesa a pregare per esse. Forse questi amici si credono più saggi degli ispirati Apostoli o più santi e più ansiosi nel voler essere ripieni dello Spirito? Noi speriamo che essi non abbiano tale presunta immaginazione e che il loro sentimento sia quello di piccoli, mancanti di conoscenza, i quali, a volte, spensieratamente, chieggono ai buoni genitori impossibili e mai promesse benedizioni, che di conseguenza non potranno mai ottenere.

IL BATTESIMO DELLO SPIRITO SOPRA OGNI CARNE
“E dopo questo avverrà che io spanderò il mio spirito sopra ogni
carne” (Gioele 2:28)

Lo Spirito Santo dovrà funzionare qual canale della riconciliazione fra Dio e la razza peccatrice, redenta dalla preziosa vita di Gesù Cristo. Come l'obiettivo del sacrificio di Cristo risiede nell'aprire la via per la quale Iddio potrà essere giusto ed in grado di giustificare coloro che credono in Lui e che cercano di [191] venire al Padre per mezzo di Lui, lo stesso è per la sua Opera, quale Sommo Sacerdote, per cui restaurerà a piena comunione con Dio tutti coloro della razza redenta che desiderano, per la piena conoscenza loro concessa e l'opportunità offerta, di ritornare a Lui. Abbiamo notato che l'opera di ripristino della decaduta razza umana all'armonia con Dio, si effettua in due mezzi e due tempi: (1) dalla Chiesa, durante l'età evangelica; (2) da tutti coloro che lo vogliono, del resto dell'umanità, durante la prossima età millenniale.

Abbiamo pure rilevato che la base per ristabilire l'armonia con Dio risiede nel perdono che Egli concede o nel scusare il peccato e permettere pur essendo ancora peccatori di ritornare nel Suo favore, ma, nell'escludere i peccati dalla loro vita, accettare di vero cuore il livello della giustizia divina, cercando di ottenere, a mezzo del canale designato, e sotto la sopraintendenza di Cristo, lo Spirito Santo, la mente, la volontà, la disposizione del Padre celeste, atte a riformare la loro mente, volontà e disposizione: onde trasformarla al perfetto rinnovamento. Questo è il programma divino per la Chiesa ed anche il programma di Dio, che, per mezzo di Cristo, si prefigge la riconciliazione del mondo con se, durante la prossima età. Neanche un iota della legge di Dio sarà modificato; il peccato e l'imperfezione non saranno scusati nè ammessi come perfezione e giustizia.

Tutta l'umanità sarà sotto la cura del Cristo e da esso sarà riformata e restaurata all'immagine di Dio, perduta da padre Adamo per la sua trasgressione. Il mondo sarà riportato in armonia con Dio; l'influenza satanica che lega ed acceca l'umanità oggi, sarà rimossa 2 Cor. 4:4; Apoc. 20:2, e l'umanità liberata dalla influenza dello spirito di seduzione, errore, ignoranza e superstizione, beneficierà dell'influsso che erogherà lo Spirito di Verità, amore e giustizia. Così, il cuore degli uomini si svuoterà dell'ira della malizia, dell'odio della discordia e dell'orgoglio, poichè a mezzo di Cristo, lo Spirito Santo di Dio sarà concesso all'umanità: primo, per darle la luce; secondo, per concederle [192] aiuto, assistenza e forza, onde superare ogni imperfetta tendenza; terzo, per istruirla e guidarla a ritornare all'immagine e somiglianza di Dio, perduta a causa della disubbidienza di Padre Adamo.

Mentre queste future benedizioni e privilegi per il mondo sono gloriose e rallegrano i nostri cuori più di qualunque altro comprendimento che il popolo di Dio ha ricevuto in ogni altro tempo, esse non offrono nessun conforto ai nemici del Signore o a coloro cui è stata data l'opportunità di ricevere il Suo Spirito e di essere ripieni d'esso e l'hanno rifiutato. Lo Spirito Santo di Dio sarà versato su ogni carne, però non sarà d'alcuna utilità a coloro che non gioiranno in esso e per esso perchè non profitteranno nè useranno la sua efficacia e privilegio. Lo stesso è necessario per i credenti di questa età, che sono benedetti e cosparsi dallo Spirito Santo, per farne uso onde consacrare se stessi e cibarsi della verità acciocchè abbiano lo "Spirito di Verità." Quando il Grande Profeta e Donatore di vita, il Sommo Sacerdote, secondo l'ordine di Melchisedec (Cristo, capo e corpo completo), starà per benedire il mondo, sarà di benedizione a tutti coloro i quali ascolteranno le parole di quel profeta e, ubbidendolo, otterranno le benedizioni di vita eterna; mentre la distruzione per la seconda morte sopravverrà a tutti coloro che rifiutano ascoltarlo, secondo come è scritto: "E avverrà che ogni anima la quale non avrà ascoltato quel profeta sarà del tutto distrutta di fra il popolo" (Atti 3:23).

E da notarsi che la profezia di Gioele è espressa in senso inverso all'adempimento, poichè le benedizioni su ogni carne sono indicate per prima e quelle della Chiesa per ultimo.

Indubbiamente, quest'ordine d'indicazione fu un disegno speciale del Signore, come per nascondere qualcosa del glorioso aspetto delle Sue meravgliose promesse, onde al tempo della fine, fosse poi compreso. Daniele 12:9-10. Infatti, benchè la profezia è stata letta e riletta per secoli, il suo intrinseco significato non potè essere scoperto, fino a che venne il tempo voluto da Dio. Durante questa età dell'Evangelo Iddio ha cosparso il Suo Spirito [193] sopra i suoi servienti e le sue servienti soltanto, ed è stata benedetta l'esperienza di tutti coloro che l'hanno ricevuta e, perciò, immersi nel Corpo di Cristo e fatti partecipi dell'unzione dei figliuoli. A questo proposito si riferì l'Apostolo Pietro, nel suo discorso della Pentecoste. Egli citò ambidue le parti della profezia, però, sotto la guida dello Spirito Santo, non espose, nè illumino, la prima parte d'essa e ciò perchè il tempo debito per essere compresa non ancora era venuto. Così, invece di spiegare la differenza fra lo spirito cosparso sui servienti e le servienti, durante questa età ("in quei giorni") e lo Spirito Santo che sarà cosparso sopra ogni carne "nel futuro" (l'età a venire), riferendosi allo Spirito Santo che scese su lui e gli altri credenti, disse: "questo è quello che fu detto per mezzo del profeta Gioele" cioè, una parte di quanto esponeva la profezia, la quale si completerà allorchè lo Spirito sarà cosparso su ogni carne e ciò non ancora è avvenuto ed il Profeta lo fa rilevare, indicando altri particolari che non ancora hanno avuto il loro adempimento, cioè: il sole che sarà mutato in tenebre e la luna in sangue; il grande e glorioso giorno del Signore: tutti eventi i quali, benché molto prossimi, non hanno avuto ancora il loro adempimento, il giorno dell'ira di Dio, il quale separa il cospargimento dello Spirito sulla Chiesa i "servienti e le servienti" di questi giorni; da quello su "ogni carne," che è ancora futuro.

Come abbiamo già fatto rilevare, non vi sarà differenza fra lo Spirito di Dio, cosparso sul mondo nell'età a venire, e quello che Egli ha cosparso sulla Chiesa in questa età, poiché è lo stesso Spirito di Verità, di Giustizia, di Santità di Armonia con Lui. Quello Spirito, o influenza, che Egli esercita a favore della giustizia, beneficenza e verità. Eppure, non è lo stesso in tutti i particolari. Ricevere ora lo Spirito, significa vivere in armonia con Dio ed in conflitto col mondo. Ed è per questa ragione che coloro i quali lo ricevono, ora, e camminano in armonia con esso, sono istruiti ad attendersi persecuzioni ed opposizioni dalla vasta maggioranza, la quale non ha ricevuto ancora lo stesso Spirito. [194]

Nell'età a venire, il ricevere lo Spirito Santo non causerà persecuzioni, poiché il governo e l'ordinamento di quelle età sarànno molto diversi degli attuali in cui Satana è il principe di questo mondo; mentre allora lo sarà Cristo, in tutto, e dapertutto. In effetti, oggi, la maggioranza dell'umanità è sotto l'influenza di Satana volontariamente o no, coscientemente o no mentre, nell'età a venire, il mondo intero sarà sotto l'influenza di Cristo e del Suo giusto governo e la Verità, libera e comune a tutti, vigerà e rifulgerà nei cuori d'ogni indiduo, dal più piccolo al più grande. E, giacché la legge dell'età a venire sarà legge di giustizia, di verità e di benevolenza, emanazione del Regno di Dio coloro i quali entrano nell'armonia di quel governo e delle sue leggi, riceveranno lo Spirito di Verità e non riceveranno più persecuzioni, ma sperimenteranno favori e benedizioni, progredendo in esse, nella proporzione in cui riceveranno lo Spirito di Santità.

Durante l'èra millenaria, possedere lo Spirito Santo non significherà generamento dello Spirito ad una natura spirituale, come è stato durante questa età, né significherà un'accettazione di far parte alla coeredità di Cristo nel Regno. Tale promessa appartiene solo a questa età, alla classe dei servienti e delle servienti, i quali ricevono lo Spirito Santo e ad esso ispirano le proprie azioni, durante questa età, quando in conseguenza dell'attuale e prevalente male, sono sottoposti ad essere perseguitati per ragion di giustizia. Perciò su essi "lo Spirito di gloria, lo Spirito di Dio, riposa" (I Pietro 4:14).

Possedere lo Spirito Santo, durante l'età millenniale significherà semplicemente, che il possessore d'esso è entrato in armonia con Cristo, il Mediatore, ed ha ottenuto che uguale armonia con Dio gli abbia concesso di ricevere le benedizioni, le quali non comportano il cambiamento della natura umana a quella divina, ma ad una restaurazione di tutto ciò che fu perduto a mezzo del fallo del primo Adamo (Atti 3:19-21). La possessione dello Spirito Santo dei precitati costituerà l'evidenza dell'opera di rigenera- [195] mento alla perfezione della natura umana, "comprata" per loro dal secondo Adamo, a mezzo del suo gran sacrificio, che avendo avuto principio in loro, se continueranno a meritare tale rigeneramento, otterranno infine, la restituzione alla perfezione umana ed alla somiglianza del divin Padre.

Dobbiamo pure rammentare che le benedizioni di Cristo rigeneratore del mondo da lui erogate durante l'età millenniale, saranno benedizioni "comprate" per loro, col Suo sacrificio sulla Croce. E, come 1' "uomo Cristo Gesù" diede se stesso quale prezzo corrispondente per l'uomo Adamo, cui fu inflitta la condanna, lo stesso fu per i diritti umani diritti di vita, privilegi, Regno adamico comprati pure col Suo sacrificio per il peccato. E la totalità di quanto fu perduto che dovrà essere restaurato nel rigenerato mondo del Rigeneratore o Padre, Gesù, nostro Signore — il secondo Adamo (Efesini 1:14; Atti 3:19-23).

Che Gesù non sia stato il secondo Adamo, mentre era ancora nella carne, ma lo è quale essere spirituale (sin dalla Sua risurrezione), non implica che Egli, quale secondo padre della razza, darà vita spirituale all'umanità nel suo rigeneramento. Invece, dobbiamo rammentarci che il concetto, insito nel termine "padre" è semplicemente "donatore didvita" indifferentemente a qual natura. Così, nella creazione di padre Adamo, egli è denominato un figliuolo di Dio, perché creato, nel morale, a somiglianza ed immagine di Dio, ma non nella Sua natura: perché sappiamo che fu formato dalla terra natura terrestre mentre Iddìo è spirito. I principii che sottolineano la natura di questa potenza per la quale Iddio, come donatore di vita è divenuto il Padre di tutta la creazione, per mezzo del suo attivo agente, nostro Signore Gesù, sono particolarmente presentati nel capitolo che segue, dal titolo "l'Immacolato." Noi richiamiamo l'attenzione su d'esso, semplicemente per evitare d'incorrere in errori d'interpetrazione. Il divino proposito, connesso alla creazione del mondo, dell'uomo quale suo abitante e signore, degli animali inferiori quali suoi soggetti, non è stato per nulla cambiato, benché fu permessa la [196] caduta dell'uomo, in seguito alla sua disubbidienza. Il piano originale resta sempre intatto, come dalla sua concezione. Dopo che i malefici tentativi di Satana nel volerlo intralciare, saranno annientati, il Piano di Dio, come originalmente preordinato, sarà appieno compiuto, a mezzo di Cristo. La Chiesa di questa età, che come abbiamo già detto sarà altamente esaltata e glorificata quale sposa e coerede di Cristo, è una eccezione alla restaurazione dell'umanità, poiché scelta per uno speciale proposito e particolarmente provata, sperimentata, adattata e preparata per l'alta esaltazione della coeredità di Cristo ha ottenuto il cambiamento alla natura divina “Al di sopra di quella Angelica e di ogni principato, podestà e potenza.”

Comunque, per quanto sia fuori luogo pregare invocando un nuovo e mai promesso battesimo, dello Spirito Santo, ci è insegnato a cercare di pensare e pregare per ottenere lo Spirito Santo, quale soddisfacente porzione d'Esso.

PREGANDO PER LO SPIRITO SANTO

"Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figliuoli, quanto più il vostro Padre celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo domandano (Luca 11:13)

Benché “tutte le cose sono per il Figliuolo,” pure quì, come in tutte le altre cose. Egli dà gloria ed onore al Padre, come sorgente di ogni benedizione. L'intera Opera di redenzione e di riconciliazione procede dal Padre a mezzo del Figliuolo. Gesù dichiarò che piacque al Padre di darci un'abbondante Spirito di Santità, e cercarlo e chiederlo come una suprema benedizione. Circa quanto ci bisogna giornalmente sulla terra, nostro Signore ci disse che il nostro Padre celeste conosce le cose di cui abbiamo bisogno. Egli conosce meglio di noi le benedizioni terrene che possono esserci d'aiuto e quelle che possono esserci dannose. Perciò non occorre come ai non rigenerati ed ai pagani di [197] pensare e pregare per le benedizioni terrene; ma al pari di coloro che sono entrati nella relazione di figliuoli, dobbiamo con essi far affidamento nella provvidenza del Padre e, sicuri che Egli ci concederà ciò che è il migliore, possiamo riposare in noi stessi soddisfatti in tal fede ed in tali promesse.

Al Padre è gradito che desideriamo e chiediamo sempre più dello Spirito Santo una disposizione in piena armonia col Suo Spirito. E, a tutti coloro i quali nutrono tal desiderio e glielo esprimono, Egli lo concederà: e provvederà anhe di coordinare gli eventi della loro vita in modo che ricevino senza intoppi lo Spirito, onde divenire vincitori, ripieni in abbondanza del Suo Spirito e del Suo amore. Quanto abbiamo esposto non fa intravedere la minima necessità d'un nuovo battesimo dello Spirito Santo. Il battesimo venne nel principio e, ora, resta solo aprire il nostro cuore onde lo Spirito d'amore e verità penetri in noi e possa, così permeare col suo influsso, ogni azione, pensiero e parola. Ma, per individuare un qualsiasi ostacolo che occlude l'entrata nel nostro cuore del Suo Spirito e metterci in grado di eliminarlo, occorre l'aiuto divino: l'opera della sapienza e providenza divina.

Lo Spirito di Santità, in abbondanza, può esser concesso solo a coloro i quali lo desiderano ardentemente e, quindi, lo richieggono con fervore nelle loro preghiere. E per dar adito sicuro che Esso entri nel nostro cuore e trasformi la nostra vita, la nostra volontà deve concorrere a liberarlo di tutte le cose del mondo ed approntarlo a ricevere, nella sua pienezza ciò che viene ed è del Signore. Perciò Egli vuole che si sviluppino in noi le condizioni di ardente e puro desiderio per le quali Egli ci colma del Suo Spirito di Santità e sradichiamo, volontariamente ogni opposizione ed influenza negativa.

Evidentemente, quanto abbiamo espresso racchiude il pensiero dell'Apostolo, nella preghiera rivolta al Padre celeste a prò della Chiesa d'Efeso. Egli dice: ... “e faccia si che Cristo (lo Spirito di Cristo) abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, (figurativa- [198] mente possa restare supremo governatore e dirigere in essi ogni pensiero, parola ed azione) affinché essendo radicati e fondati nell'amore, (nello Spirito Santo, o disposizione santa) siate resi capaci di abbracciare con tutti i Santi qual sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo, e di conoscere quest'amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché giungiate ad essere ripieni di tutta la pienezza di Dio” (Efesini 3:17-19). Colui che, ripieno dello Spirito di Cristo, apprezza anche appieno l'amore che Egli manifestò, riceverà lo Spirito dal Padre in piena misura.

L'esame di questo passo Scritturale non dà alcun adito d'opinare che al Padre celeste potrebbe essere gradevole che i suoi figliuoli gli chiedessero un altro Dio una terza persona della trinità, couguale in divinità. Tal pensiero, infatti, è completamente ed in tutti i sensi estraneo al concetto dei versetti sopracitati: per cui coloro che dovessero sostenere questa erronea veduta si dimostrano accecati al punto di non vedere né percepire la forza e bellezza delle mirifiche promesse di Dio. In verità, sarebbe assai strano se un membro d'una couguale divintà dovesse chiedere l'autorizzazione ad una terza persona per dare ai suoi figliuoli del pane dei pesci o uova, come il padre terreno dà ai suoi, senza chiedere permesso o parere ad alcuno (vedasi versetto 11 in Luca XI). L'intero versetto è coerente nell'indicare nello Spirito Santo l'essenza dell'influsso divino, concesso in varii modi per il conforto e per l'edificazione spirituale dei figliuoli di Dio.

Il testo di questo capitolo stabilisce un paragone fra la bontà dei padri terreni che danno buon cibo naturale ai loro figliuoli e quella del nostro Padre celeste che dà il Suo Spirito santo a coloro che glieLo chiedono. Però, nello stesso modo in cui i genitori terreni pongono il cibo in tavola, onde i figli ne prendino e mangino,senza forzarliil Genitore celeste offre ai componenti della Sua Famiglia spirituale l'approvigionamento della Sua [199] grazia, senza forzare alcuno a prenderne e cibarsene, poichè occorre essere affamati ed assetati della Sua provvisione per appetirla, non dubitando, ma confidando fermamente nella Sua buona volontà e generosità con le quali ci offre i Suoi ricchi doni. Così, quando lo invochiamo per ottenere lo Spirito Santo o essere ripieni del Suo Spirito, dobbiamo, poi, far molta attenzione nell'individuare la provvisione che Egli ci ha concessa, in seguito alle preghiere da Lui ispirateci.

Tale provvisione la troviamo nella Parola di Verità, ma non è sufficiente che si trovi lì. Se desideriamo, ad esempio, riempirci lo stomaco dobbiamo mangiare e, se dovessimo essere invitati ad un pranzo, per goderne appieno, dovremmo cibarci sufficientemente delle vivande offerteci, altrimenti se delle pietanze apprestateci non ne mangiamo resteremo affamati, come se non vi fosse nulla in tavola. Come il chiedere delle benedizioni per il cibo non ci sfama se non ne mangiamo; così il possedere la Parola di Dio e l'offrire la preghiera per essere ripieni dello Spirito non ci è sufficiente, poichè dobbiamo cibarci d'essa Parola di Dio, se vogliamo estrarne lo Spirito.

Il nostro Maestro disse: “Le parole che io vi ho dette sono Spirito e vita” (Giov. 6:63). Questo è vero con tutti coloro che sono ripieni dello Spirito, e come il profeta dicono: “Tosto che ho trovato le tue parole io le ho divorate.” Geremia 15:16; Apocalisse 10:9. È assolutamente inutile pregare “Signore, Signore, dacci lo Spirito” se negligiamo assolutamente il contenuto della Parola di Verità, per cui siamo stati ripieni dello Spirito Santo. Se, poi, preghiamo semplicemente per lo Spirito e non usiamo i propri mezzi per ottenerlo, al meglio potremo continuare a restare “bambini in Christo,” cercando di provare la nostra relazione col Signore con dei segni esterni, anziché a mezzo di una testimonianza che viene dal cuore, dall'interno, per la Parola di Verità, da Lui provvedutaci. [200]

LA TESTIMONIANZA DELLO SPIRITO SANTO

“Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio” (Romani 8:16).

Per il popolo di Dio, poche dottrine sono più importanti di questa: poiché dipende, in gran parte, da essa il possedere “la pace di Dio che sopravanza ogni intelletto” (Filippesi 4:7). Come possono i figliuoli avere “piena certezza di fede,” (Ebrei 10:22), se mancano della testimonianza dello Spirito atta a testificare la loro figliolanza: cioè la loro adottazione nella famiglia di Dio? Eppure, sono ben pochi coloro i quali hanno una minima concezione del significato racchiuso nella espressione “testimonianza dello Spirito.” O quale tipo di esperienze, atte a costituire una testimonianza dello Spirito e della figliolanza, possono attendersi?

È, perciò, importante chiederci: Come lo Spirito Santo rende testimonianza che siamo pervenuti ad-una-mente col Padre, divenuti Figliuoli di Dio e per la Sua provvidenza siamo preparati alle gloriose cose che Iddio ha riservate per coloro che Egli ama e che dovranno essere coeredi di Cristo, nostro Signore, durante il Regno Millenniale? Pochi altri soggetti hanno assillato le menti dei Cristiani, in generale, quanto questo concernente “la testimonianza dello Spirito.” Non conoscendo l'intima essenza della testimonianza dello Spirito, molti dei migliori d'infra il popolo del Signore ignorano se lo hanno o no. Altri, ripieni più di certezza che di conoscenza pretendono di avere lo Spirito di testimonianza e reputano evidenze i loro gioiosi sentimenti. Però, se costoro sono in buona fede, presto o tardi dovranno confessare che tale testimonianza è molto insoddisfacente, poiché hanno costatato che, nei momenti di gran bisogno, non sono stati aiutati. Quando vivono in pace fra loro; sono in buon stato di salute; in prosperità finanziarie, essi gioiscono, però, proporzionatamente alla diminuzione di qualcuno fra questi beneficii la loro gioia si affievolisce e si sentono [201] infelici e perdono ciò che avevano reputato testimonianza dello Spirito, e, soffrendone, gridano:

Quelle benedizioni che godevo,
quando dapprima trovai il Signore,
dove son esse?

I precitati si sono lasciati guidar male dai loro sentimenti: cioè la loro letizia li ha condotti più vicino a Dio in un momento in cuiincosapevolmentesi trovavano sotto la guida dell'avversario, e succubi della tentazione. In tali frangenti devono individuarsi le cause delle frequenti e subitanee “cadute della grazia" nelle quali s'incorre con sorpresa propria e degli amici. Ingannati dalla non realizzata testimonianzache credevano possederefurono presi di sorpresa e caddero facilmente vittime della tentazione, proprio nel tempo in cui si sentivano “tanto lieti nel Signore." Di nuovo, le prove e i disappunti della vita, designati ed idonei ad attirarci al Padre ed a renderci atti ad apprezzare l'amore, la simpatia, e la cura del nostro Salvatore sono in parte perduti, perché, avendo perduta la testimonianza del sentimento proprio, nell'erronea convinzione d'aver la testimonianza dello Spirito, sopravviene la delusione ed il desiderio di ritornare al buon sentimento. Intanto, avranno perdute molte delle preziose lezioni, ottenibili solo allorquando si è in seno al Signore ed in comunione, con Lui, nel corso della vita Gettiseminale.

Un'altra classe di Cristiani, comprendendo la irrealizzabilità della testimonianza del sentimento proprio, sembra concluda che Iddio ha negato (almeno a loro) qualche individuabile evidenza del suo favore, una testimonianza certa su quanto concerne la loro accettazione quali figliuoli nella Sua famiglia. Il loro stato nebuloso è espresso dalla strofa di questo inno:

Quel che da lungo ho sperato sapere,
spesso è causa d'ansietà:
amo io il Signore a dovere,
o solo credo, senza serietà!
[202]

Questa incertezza, in parte, nasce dal malinteso della dottrina dell'elezione: eppure questi amici sono alquanto imparziali nel concludere che i loro mutabili sentimenti non potrebbero essere sufficienti a giudicarsi meritevoli di far parte della divina figliolanza. Altri, fondandosi su questa dichiarazione della Bibbia che dice: “a colui che è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace perchè in te confida” (Isaia 26:3), giudicano la loro figliolanza dalla propria pacificità di mente. Ma, allorquando rilevano che anche dei pagani e dei mondani posseggono tale pacificità, riconoscono di non esserne meritevoli. Allora, nella tenebrosa disillusione, esclamano: quant'é facile cader nell'inganno! e sono tormentati nel pensare che, per caso “avessero aggravato lo Spirito” e tal timore (paura) causa loro tormento.

Persone di gran credulità (erroneamente scambiata con la fede) immagineranno lo Spirito nell'atto di sussurrare loro e si congratuleranno con se stessi, anche se più tardi si accerteranno che l'informazione sussuratagli non era del tutto vera. Altri Cristiani, dotati di più logica mentale, per cui non s'ingannano tanto facilmenterestano perplessi nel rilevare nei loro amici la certezza che dimostrano nella convinzione di possedere la testimonianza dello Spirito, quando essi non ravvisano su che la fondano.

Molti cadono in errore per l'erronea veduta di ravvisare nello Spirito una persona, la quale conferisce una personalità alla sua testimonianza. Quando si perviene a riconoscere che lo Spirito è la potenza di Dio o l'influsso che Egli trasfonde, il soggetto diviene chiaro e la testimonianza dello Spirito sarà di facile discernimento, e costituirà una benedizione per coloro i quali individuano la testimonianza e, quindi ne sono accertati; nonché anche per coloro che, non avendo la testimonianza, saranno accertati di quanto manca loro e si porranno in grado di ottenerlo: poiché sanno che senza la testimonianza dello Spirito non possono considerarsi Figliuoli di Dio in accettevole posizione col Padre.

Ma quale gioia e pace è concessa da Dio a coloro che ricevono la vera testimonianza: cioè l'esatta esperienza e la maniera come [203] intenderla. Essi, in verità, provano una gioia, nel dolore; hanno una luce, nelle tenebre; un conforto, nelle afflizioni; una forza nell'abbattimento. I completi ed espliciti indirizzi per approfondire questo soggetto si trovano nel meraviglioso libro. Parola del Padre nostro, la Bibbia. Per essa ed a mezzo della sua testimonianza, lo Spirito di Dio testimonia allo Spirito nostro.

Qual base ben ferma, o Santi di Dio,
è posta alla fede, nel santo Vangel!
Cos'altro può dir, che disse quel Pio,
a voi, che in Cristo trovaste un ostel?

COME CONOSCERE LA TESTIMONIANZA
DELLO SPIRITO

La mente, o spirito di una persona, può ravvisarsi nelle sue parole e nella sua condotta, come, del resto, ravvisiamo la mente e lo Spirito di Dio, dalle Sue parole ed azioni. La testimonianza della Sua Parola è che Egli “può anche salvare appieno quelli che per mezzo di Lui (Cristo) si accostano a Dio” (riformandosi per la fede in Gesù, dalle opere cattive a quelle buone), Ebrei 7:25. Perciò, coloro i quali cercano la testimonianza dello Spirito, dovrebbero chiedere a se stessi: Sono stato io attratto da Cristo? lo riconosco come mio Salvatore e che solo a mezzo della Sua giustizia posso avere accesso al Padre celeste, ed essere a Lui accettevole?

Se a tali domande si può rispondere affermativamente, dovrebbe seguire quest'altra:

Mi sono io, in verità, consacrato appienola mia vita, il mio tempo, i miei talenti, la mia influenza, tutto me stessoal Signore?

Se anche a tale domanda potrà rispondere affermativamente, allora l'indagatore può essere certo che è stato accettato dal Padre, nell'Amato, riconosciuto Figliuolo Suo. Se, dalla indagine dei sentimenti e desiderii suoi, riconosce che fida sempre fermamente nei meriti del sacrificio di Cristo ed ancora è consacrato [204] a far la volontà del Signore, egli può acquistare la sicurezza che la sua pace e l'affidamento riseggano in lui poiché, pervenuto a tale armonia e relazione con Dio, Egli ha preso in pieno il possesso del suo cuore. Questo convincimento che la grazia di Dio, a nostro prò in Cristo, è costruito dai fatti della nostra esperienza e fondato sull'inalteribilità del carattere e della Parola di Dio, non è mutabile né sostituibile, come sarebbe qualora si fondasse sulle movibilità dei sentimenti ed emozioni umane. Se, in qualche momento di depressione psichica, il dubbio ed il timore dovessero introdursi in noi, dobbiamo semplicemente ricorrere alla nostra “Lampada” (la Parola di Dio), esaminando di nuovo i fatti ed il fondamento e, se il nostro cuore è ancora lealmente fedele a Dio, la fede, la gioia, la pace ritorneranno subito a noi; se, invece, la nostra fede nel “prezioso sangue” dovesse perdere il passo e la nostra consacrazione dovesse affievolirsi gradatamente, allorarendendocene contopotremo subito provvedere alle riparazioni necessarie per ristabilire la nostra “piena certezza di fede” (Ebrei 10: 22). Comunque, sia noto che, chiunque desidera la piena certezza di fede, deve aver “ricevuta la sua testimonianza e confermato che Dio è verace” (Giov. 3:33); che Nostro Signore non cambia, ma è “lo stesso ieri, oggi a per sempre.” In tal modo il popolo di Dio può acquisire la certezza che, una volta entrato nella condizione del favore divino, può restarvi, finquando i loro cuori si conservano leali a Dio ed i loro desiderii restano in armonia con la Sua volontà-attenendosi ai Suoi Comandamenti, racchiusi, nell' amore, verso Lui e gli uomini.Ebrei 11:6; 13:8.

Colui che ha proceduto nel modo che abbiamo specificato, ha la certezza, per la testimonianza della Parola di Dio, che egli è figliuolo di Dio. E ciò, durante questa età evangelica, significa che egli è un membro della vera Chiesa, nello stato di provaun tralcio della vite (Giov. 15:1). A costoro, la Parola di Dio rende testimonianza che sono associati alla vera Chiesa, che è il Corpo di Cristo. Tale testimonianza è resa al loro spirito alla loro mentedallo Spirito di Dio, che testifica a mezzo della sua Parola. [205]

Lo stesso Spirito di verità ci assicura che, se i cuori di costoro continuano ad essere fedeli a Dio, sino alla fine della loro prova, e se con pazienza prendono giornalmente la loro croce, cercando di seguire con scrupolosità le orme del Maestro, dallo stato di prova passano a quello di membri della vera Chiesa di Cristo e, in breveseguito il loro corsosaranno cambiati in attuali membri e fatti partecipi alla Sua risurrezionela prima risurrezione (Filippesi 3:10). 

Comunque, lo Spirito di Dio, a mezzo della Sua Parola, testimonia con precisa chiarezza che è possibile, per coloro i quali sono divenuti tralci della vera vite, di incorrere ad essere tagliati, se dovessero divenire infedeli, nel mancare di produrre i propri frutti dello Spirito di amore: poiché "ogni tralcio che in me non dà frutto, Egli (il Padre) lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto lo rimonda affinché ne dia dippiù" ci dice il nostro Maestro (Giov. 15:1). Lo Spirito di Dio, mediante la Sua Parola, ci testimonia sui modi e regole in cui il Padre celeste tratta i Suoi Figliuoli: castighi; mondature; eliminazione di scorie ed ogni accorgimento, atto a produrre frutti di qualità. Cosi, avendo queste esperienze, dopo essere stati identificati con la Vite, acquistiamo la testimonianza dello Spirito che siamo ancora della Vite riconosciuti, cioè, quali suoi tralci ancora sotto la cura e disciplina del Signore. Se, invece, qualcuno non si è sottoposto alla disciplina per cui s'è corretto, dopo essere stato identificato con la Vite, egli manca della testimonianza dello Spirito e, corrispondentemente, sarà indotto a dubitare che sia ancora nello stato d'accettazione del Signore.Ebrei 12:7

Se tutti fossimo perfetti, assolutamente perfetti e con prove, il caso sarebbe diverso. Allora Iddio ci amerebbe per la nostra perfezione ed armonia con Lui ed i castighi e le amare esperienze sarebbero i segni del Suo sfavore. Ma, nel nostro stato imperfetto, meno di quello necessario per giungere il livello di degnità, i nostri cuori, la nostra volontà, la nostra mente o spirito, trasformati, qual accettevoli a Dio per i meriti di Cristo, occorre speri­ [206] mentarci e svilupparci sempre più, onde pervenire alla perfezione. Solo nella proporzione in cui apprendiamo ad apprezzare la divina perfezione e le nostre deficienze, possiamo valutare le numerose ed importanti lezioni, che dobbiamo assimilare e le necessità delle prove ed esperienze da attraversare per ottenere il perfetto sviluppo, nella somiglianza di Dio.

La Bibbia ci rende edotti che il Padre celeste sta a preparare un glorioso tempio spirituale, per il quale ed a mezzo di cui, l'umanità avrà il privilegio di venire ad-una-mente, riconciliati con se stesso. Nella Bibbia reperiamo l'ideale del Grande Architetto nel progettato Tempio e che questo ideale, nella sua completezza, fu rappresentato nella persona del nostro Signore, "pietra angolare" d'esso Tempio, "conservata nei cieli per noi." Vediamo ancora, e chiaro, quanto è richiesto a tutti coloro i quali dovranno essere accettati per divenire "pietre viventi" di detto tempio, edificati insieme con Cristo, il Capo, a formare "il Tempio di Dio" a mezzo del Suo Spirito; e discernereno quanto disarmonica risulta la nostra ruvidezza naturale, rispetto ai lineamenti armonici di detto tempio, mirificamente tracciati nella "Pietra angolare." Potremo facimente rilevare quanto lavorìo di scalpello e monditura occorrerà per renderci allo stato d'idoneità perfetta, per il posto assegnatoci in esso ed al quale aspiriamo, per la grazia di Dio. Così, coloro i quali non si sentono atti a ricevere i colpi dal martello e dello scalpello del Signore, mancano di questa testimonianza dello Spirito di Dio, testificata dalla Sua Parola che deve giungere a tutti coloro i quali dov­ranno essere le pietre viventi del Suo Tempio, insieme con Cristo, loro Pietra Angolare. Se la divina provvidenza non c'indica "la via stretta" con un quantitativo di difficoltà, saremmo in condizioni di riposare senza afflizioni e prove e, quindi, non potremmo con certezza sapere se il Signore tratta con noi come con le pietre viventi, le quali devono formare parte del tempio i figliuoli e ciò perché ci manca questa testimonianza della nostra accettazione, e preparazione. La realizzazione che tale è la nostra condizione, deve farci rivolgere prontamente al Signore e chiederGli [207] la ragione per cui non abbiamo tribolazioni ed avversità ed "esaminare noi stessi" se siamo o no ancora nella fede (2 Cor. 13:5), e se ci sforziamo o no di calcare le orme del Maestro, in piena consacrazione alla volontà del Padre. Se, invece abbiamo la testimonianza dello scalpellìo, lucidamento, rimondatura, castigatezza e disciplina, reputeremo pazientemente, apprezzabilmente e gioiosamente tali rifiniture (essenziale per raggiungere la meta dell'alta chiamata, in pieno accordo con la testimonianza dello Spirito) quale evidenze che l'amore del Padre ci cura e, quindi, siamo Suoi Figliuoli, "eredi di Dio" e coeredi con Cristo per cui "se pur soffriamo con lui," lo è, affinché siamo anche "glorificati con lui" (Rom. 8:17).

LA DIFFERENTE SOMMINISTRAZIONE DELLO SPIRITO

"Quale è il figliuolo che il padre non corregga? Che se siete senza quella disciplina della quale tutti hanno la loro parte, siete dunque bastardi e non figliuoli" (Ebrei 12:8). Le afflizioni ed i disturbi vengono sul mondo lo stesso che sui Santi del Signore, ma non sono i segni di figliolanza, eccetto per coloro i quali sono consacrati appieno alle opere e alla volontà del Padre. Lo Spirito e la Parola di Dio testimoniano solo ai Suoi figliuoli. Neanche le rimondatura e la castigatezza sono sempre uguali nella famiglia del Signore. Come ai figliuoli terreni sono indispensabili differenti modi e gradi di disciplina, lo stesso avviene con i Figliuoli di Dio. Ad alcuni è sufficiente un semplice sguardo di disapprovazione per emendarli; ad altri è necessaria una sola parola ammonitrice; mentre per altri occorre usare la sferza e, in molti casi, ripetutamente, Come un genitore terreno gioisce immensamente per l'obbediente e pronta sottomissione del figlio, cui è sufficiente un semplice sguardo ammonitore per dissuaderlo dal male; così anche il Padre celeste esprime la sua soddisfazione a coloro che "tremano alla Sua Parola" (Isaia 66:5).

Costoro cooperano con Dio nello sviluppo del proprio carattere, e, notando i proprii difetti cercano eliminarli, dando orecchio [208] alle istruzioni, ammonizioni e repressioni, provenienti dalla voce direttrice del Padre, di cui cerca sempre la benevole approvazione. I sentimenti di costoro sono così espressi dal poeta:

Sole dell'alma mia, Padre diletto,
non sò momento, in cui non t'ho vicino.
Giammai permetti nubi al mio cospetto
nasconder Te, nel mio stretto cammino.

Questa è la classe di persone di cui l'Apostolo scrive dicendo che "se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati" e, quindi, avremmo meno castighi dal Signore (I Cor. 11: 31). Per appartenere a questa classe occorre piena consacrazione e da essa sorgeranno i vincitori, considerati degni della coeredità con Cristo, nel Suo Regno. A costoro, ubbidienti e svegli, il Signore dice: "Io ti ammaestrerò e t'insegnerò la via" . . . , mentre ognun d'essi gli si rivolge chiedendo: "tu mi condurrari col tuo consiglio e poi mi riceverai in gloria" (Salmo 3:8, 73:24). Coloro che possono essere guidati soltanto con le continue sferzature non saranno della classe dei vincitori, né considerati degni a far parte della Sposa di Gesù, come è testimoniato dal Signore, a mezzo del Suo Spirito di Verità Apoc. 7:9, 14.

Occorre tener presente che non tutti i castighi costituiscono evidenze di colpe o una testimonianza della disapprovazione divina. Al contrario, invece,come fu col nostro Signore e con i suoi fedeli seguacila divina provvidenza dirige i fedeli e gli ubbidienti nel sentiero delle sofferenze e del proprio sacrificio, non come un castigo per una volontà contraria, ma come una prova e per misura del loro amore a devozione alla volontà del Padre ed a causa di giustificazione. Come Gesù soffrì per le nostre trasgressioni e non per le sue, quando portò i peccati di molti, lo stesso sotto molti aspetti, i suoi seguaci soffrono, non per le loro malefatte, ma per quelle di altri e perchécome l'Apostolo dicesono chiamati a compiere "quel che manca alle afflizioni di Cristo . . . a prò del corpo di lui che è la Chiesa" (Colos. 1:24). [209]

CIÒ CHE LO SPIRITO SANTO TESTIFICA

Alla luce di quanto sopracitato, chiunque professa di essere figliuolo di Dio, esamini indifferentemente se ha, o no, la testimonianza dello Spirito e se è, o no, figliuolo di Dio e ripeta soventemente tale esame "vegliando" e mantenendo se stesso nell'amor di Dio e gioiendo nella testimonianza del Suo Spirito.

Ci sentiamo d'essere continuamente mondati dal Signore? Attraversiamo sovente dure esperienze, grandi e piccole, atte ad allontanare da noi più o meno rapidamente le tendenze carnali che affiorano nel nostro esere: quali l'ira, la malizia, l'odio, l'invidia, l'egoismo e tutto ciò che è contrario alla legge ed allo spirito di vita in Cristo Gesù lo Spirito d'amore?Se è così, secondo quanto possiamo realizzare in questa opera progressiva di rimondatura, indubbiamente riconosceremo la nostra crescenza nella giusta direzione dell'umiltà, pazienza, gentilezza, amor fraterno, carità. Colui che, dopo un accurato esame su tal indirizzo, delineato nella Parola di Dio, può realizzare tali esperienze nel suo progredire, potrà individuare la continuata accettazione da Dio dalla costatazione di possedere questa testimonianza dello Spirito.

Di nuovo, lo Spirito testimonia che "chiunque è nato (generato) da Dio non pecca" (I Giov. 5:18). Il figliuolo di Dio potrà essere sopraffatto dagli istinti della sua vecchia natura e trovato in colpa; avrà potuto errare in giudizio e parole, però giammai volontariamente trasgredirà la legge divina. Se, quindi, i nostri cuori possono rispondere che ci dilettiamo a compiere la volontà divina, che non vorremmo mai di prosposito violare, né dimenticare, preferendo assistere all'adempimento della Sua volontà ed alla realizzazione del Suo Piano a costo di rinunziare ad ogni nostra umana speranza ed ai più stretti legami del mondo. Allora abbiamo la testimonianza che il nostro spirito è in accordo con la testimonianza dello Spirito di Verità, quì descritto, che indica anche d'essere stati accettati nella famiglia di Dio e risiedervi ancora. [210]

Lo Spirito, mediante la Parola di Dio, testimonia che coloro i quali appartengono al popolo del Signore, sono separati dal mondo e le loro speranze, ambizioni disposizioni di spirito sono differenti. "Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; ma perché non siete del mondo, ma io vi ho scelto di mezzo al mondo, perciò vi odia il mondo," e d'altronde, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati" (Giov. 15:19; 2 Timoteo 3:12).

Può il nostro cuore testificare che queste parole rappresentano precisamente le nostre esperienze della vita? Se è così lo Spirito di Dio di nuovo testimonia al nostro di essere Suoi. E non dobbiamo dimenticare che nel mondo di cui parlò nostro Signore Egli indicava tutti coloro che hanno una mentalità mondana e nei quali lo spirito del mondo è ben radicato. Ai giorni di Gesù, infatti, quanto avvenne nella chiesa nominale Giudea, comprese le persecuzioni, deve attribuirsi allo spirito mondano dei professori religionisti. Così non dobbiamo meravigliarci se tutti coloro che calcano le orme di Gesù sosterranno le stesse esperienze e troveranno che lo spirito del mondo, nella sua più antagonistica forma, sarà manifestato in coloro i quali naturalmente dovrebbero infierire meno degli altri: come ad esempio riscontriamo, ai giorni di Gesù, in cui la maggiore opposizione fu esplicata dal capo religionista del tempo di Gesù chiamando il Maestro Beelzebub, capo dei demoni. Lo Spirito Santo testimonia a mezzo della Parola del Signore, dicendo: "Se hanno chiamato Beelzebub il padrone quanto più chiameranno così quei di cada sua" (Matteo 10:25). Se, perciò, siamo stati mal rappresentati per l'identificazione della Verità e nel modo di osservarla, keperiamo così un'altra evidenza o testimonianza dello Spirito che ci indica di trovarci nella giusta via.

Se Gesù avesse dato la mano ai capi del popolo nella chiesa Giudea e si fosse astenuto di parlare della Verità nell'amore e dal censurare le false dottrine dei suoi giorni, non sarebbe stato "odiato," né "perseguitato" e forse sarebbe stato altamente sti- [211] mato fra gli uomini. Però, come Egli stesso dichiarò, molto di "quello che è eccelso fra gli uomini, è abominazione dinanzi a Dio" (Luca 16:15).

Se nostro Signore si fosse astenuto dall'opporsi alle ipocrisie, vergogne e falsi insegnamenti degli Scribi e dei Farisei, costoro certamente lo avrebbero lasciato indisturbato, senza perseguitarlo, né avrebbe sofferto per amore della Verità. Lo stesso avviene ai suoi seguaci, alla classe composta da coloro che propugnano la Verità, né hanno lo Spirito e seguono le istruzioni del Maestro, per cui anche essi incorrono ed incorreranno nelle persecuzioni e nell'odio lungo il corso in cui faranno splendere la loro luce; ma si confortino e gioiscano, poiché anche l'Apostolo dice loro: "Se siete vituperati per il nome di Cristo, beati voi! perché lo Spirito di gloria, lo Spirito di Dio, riposa su voi!" (I Pietro 4:14), così essi hanno questa altra testimonianza dello Spirito per la loro fedeltà nella via stretta.

Di nuovo, lo Spirito testimonia a mezzo di Gesù, che chi si vergogna di Lui e della Verità che egli insegnò, Egli si vergognerà di lui quando sarà venuto nella gloria del Padre suo con i santi angeli (Marco 8:38). Così, chiunque trova il suo cuore in tanto amore col Signore e la Sua Parola e si delizia ad ogni possibile occasione nel riconoscere in Gesù il suo Salvatore e Maestro e presenta fedelmente la Parola della sua testimonianza, avrà quest'altra testimonianza dello Spirito, per cui è riconosciuto Figliuolo di Dio ed uno dei coeredi del Regno, con Cristo. E avrà buona ragione di gioire nelle promesse del Maestro, poiché, avendo acquistati tutti i requisiti per essere accettevole a Dio, Egli sarà lieto di presentarlo al Padre Suo ed ai Suoi Angeli. Coloro che, invece, non hanno questa testimonianza, perché i loro cuori hanno vergogna di Lui; di confessarsi suoi seguaci; riconoscere quali suoi fratelli gli altri membri del Suo Corpo e di confessare le dottrine che Egli insegnò, avranno la testimoni­anza che persistendo in questa loro vergogna il Signore, nella [212] Sua seconda venuta, si vergognerà di loro e non confesserà i loro nomi davanti al Padre ed ai Suoi Angeli.

Lo Spirito Santo testimonia, inoltre, che "tutto quello che è nato (generato) da Dio vince il mondo. E questa è la vittoria che vince il mondo, la nostra fede" (I Giov. 5:4). Esaminiamo, ora, i nostri cuori, i nostri spiriti, le nostre menti alla luce di questa testimonianza dello Spirito Santo. Abbiamo noi raggiunto il livello prestabilito per essere dei vincitori? Per raggiungerlo, occorre appartenere del tutto a Dio e, quindi, fuori d'armonia col mondo: anzi, in conflitto con esso, le sue speranze, le sue aspettative, le sue ambizioni, come, del resto, esprime la locuzione "vincitori del mondo." È ovvio che, per vincerlo, non si può associare ad esso e condividerne i sentimenti e le tendenze.

Prima di stabilire positivamente se siamo o no vincitori del mondo, indichiamo che non dobbiamo vincerlo con delle lusinghe; con associarci ad esso nelle sue follie o a qualche loro principio religioso; inserendoci in qualche loro movimento d'indole morale o religioso, per insegnare in qualche scuola domenicale, aiutare i poveri o esplicare qualsiasi altr mandato. In nessuno di questi modi il Signore testimonia che potremo vincere il mondo. La Sua dichiarazione è positiva: la vittoria, che si consegue sul mondo, risiede nella saldeza della nostra fede. Perciò, lo Spirito testimonia che, per essere vincitori, dobbiamo "camminare per fede e non per vista." Noi non possiamo guardare le cose visibili e tangibili popolarità, presentazioni mondane, esibizionismo denominazionale eccetera ma dobbiamo guardare (investigare) quelle invisibili, le cose spirituali poiché "quelle che si vedono son solo per un tempo, ma quelle che non si vendono sono eterne" (2 Cor. 4:18). La nostra fede deve essere espressa nelle seguenti parole:

Preferirei camminar con Dio nelle tenebre
e non con una ciurma, nella luce.

Di nuovo, lo Spirito Santo ci testimonia, mediante la Parola, che siamo figliuoli di Dio, se non ignoreremo le cose presenti quelle a venire perché saremo ammaestrati da Dio, per mezzo [213] della sua Parola di grazia, la Parola del Suo Spirito. Mentre maturiamo e "cresciamo in grazia" desideremo e cercheremo di ottenere, oltre al latte della Parola, il "cibo sodo" del quale l'Apostolo ci dice che "è per uomini fatti; per quelli, cioè, che, per via dell'uso, hanno i sensi esercitati a discernere il bene dal male" (I Pietro 2:2; Ebrei 5:13-14). Lo sviluppo nella grazia dello Spirito, nella fede, conoscenza, continenza, pazienza, pietà, amor fraterno e carità (amore), ci addurrà ad una più vicina relazione col Padre e con Gesù e ci renderà abili a comunicare con essi e ricevere ancor più chiara conoscenza dei Suoi preziosi Piani, nonché del Suo benevolo carattere.

Riferendosi a tale crescenza, l'apostolo Pietro disse: "Perché, se questa cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né oziosi né sterili nella conoscenza del Signore nostro, Gesù Cristo, poiché colui, nel quale queste cose non si trovano, è cieco, ha la vista corta . . . perché, facendo queste cose, non inciamperete giammai, poichè così vi sarà largamente provveduta l'entrata nel Regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo" (2 Pietro 1:5-11. Si noti in paragone Giovanni 16:12-15).

Ognuno dovrebbe chiedere a se stesso, se ha, o no, questa testimonianza dello Spirito, riguardo alla sua crescenza, quale nuova creatura in Cristo Gesù, e se sta, o no, sviluppando e maturando in se i frutti indicati dall'Apostolo. Rammentiamoci anche che la nostra crescenza in amore, ed in tutti i frutti dello Spirito, dipende largamente dalla nostra conoscenza. Ogni gradino di conoscenza produce un corrispondente fattore di dovere ed ubbidienza, e ogni gradino di dovere ed ubbienza, sorpassato, aumenta il grado della conoscenza: come lo Spirito testimonia essere l'esperienza di coloro i quali seguono gl'insegnamenti di Dio nella scuola di Cristo. Se abbiamo la testimonianza della crescenza dello Spirito, in grazia ed in conoscenza, deliziamoci in esse, e seguiamo lo stesso sentiero fino a che ci porterà, sotto la guida divina, alla perfezione in conoscenza e grazia. [214]

LA TESTIMONIANZA DELLO SPIRITO, NEL FUTURO

Lo Spirito testimonierà nell'età che viene all'umanità riconciliata con Dio, nello stesso modo, in quanto a maniera, ma molto diverso per quanto riguardano i fatti. Coloro che possederanno lo Spirito non saranno più i pochi servitori e serventi speciali, ma come il profeta dichiarò, "ogni carne" (Gioele 2:28): poiché la testimonianza dello Spirito, allora, non sarà "chiunque vivrà degnamente evrà persecuzioni" perché non saranno più permesse persecuzioni. Non si testimonierà più nella "via stretta" di sacrificio, perché il giorno del sacrificio è passato: "Quivi sarà una strada maestra, una via che sarà chiamata la via Santa," e in essa non vi saranno delle pietre d'intoppo (Isaia 35:8, 62:10). La testimonianza, allora, sarà che "ogni anima, la quale non avrà ascoltato codesto Profeta, sarà del tutto distrutta di fra il popolo; ma i mansueti erediteranno la terra" (Atti 3:23; Salmo 37:7-11). La testimonianza consisterà nell'accertarsi dei meriti acquisiti dai buoni per benedirli ed individuare le malefatte dei malvagi per distruggerli. Sarà lo stesso Spirito di Dio, ma sotto differente amministrazione.

Avendo imparato come lo Spirito Santo "testifica" e quali sono alcune delle sue testimonianze, a mezzo della Parola di Dio, in verità le troviamo molto più soddisfacenti ai tanti timori e dubbi, che sorgevano da speciali condizioni fisiche e mentali, falsamente scambiate da alcuni quale "testimonianza dello Spirito Santo." Quì rileviamo le necessità di richiamare l'attenzione che non tutti i Cristiani possono avere la stessa testimonianza dello Spirito di Dio, con lo spirito della loro mente. Tutti i Cristiani di larga esperienza e sviluppo devono aver testimonianza su tutti questi punti e gli altri presentati nelle Scritture; pervò vi sono dei Cristiani giovani, che non sono ancora progrediti abbastanza per averle. Alcuni, probabilmente, possono essere stati generati dal Signore e, quindi, solo pochi hanno testimonianze. Il gran Vignaiuolo non s'attende subito frutto dal nuovo e tenero germoglio della vite. [215]

La prima testimonianza che può avere il generato, circa l'accettazione del Signore a farlo divenire un tralcio della vera vite e che lo Spirito della vera Vite è in lui, risiede nel suo desiderio di crescere ed essere come la Vite, onde portar anche egli frutto. Neanche sarà lungo il tempo in cui si vedranno il segno delle foglie e delle gemme nei nuovi tralci, cui seguirà il frutto. Un neonato della famiglia spirituale manifesta la sua relazione con i più grandi e sviluppati membri della famiglia, non mangiando un cibo sodo, che potrebbe soffocarlo, ma "con l'appetire il puro latte spirituale, onde per esso crescerà nella salvezza" (I Pietro 2:2).

Coloro che trovano se stessi in possesso delle sopradette testimonianze dello Spirito devono corrispondentemente gioire e, se mancano di certi particolari, devono cercare di svilupparli, acciocché abbiano, infine, la testimonianza dello Spirito a lor favore in tutti i punti della testimonianza biblica, rispetto al sentiero e le esperienze del fedele popolo di Dio. Essi non domanderanno più a se stessi "Amo io il Signore com'è mio dovere" perché lo sapranno, avendo acquisita piena certezza di fede e saranno fermamente radicati e stabiliti in essa. Questo è il divino ordinamento, per cui saremo liberi da ogni timore "dubbiosi castelli," poiché la nostra completa fiducia riposa sicura nelle divine promesse, che non falliscono mai. E ciò è vero, tanto nei tempi di prove ed avversità, che quando gioiamo della luce e del sorriso del nostro Padre celeste. Il poeta espresse questo pensiero nei seguenti versi:

Se tenebre sembra Sua faccia coprir,
nell'incrollabil sua grazia riposo,
perchè le promesse del Suo pattuir
son luce nel corso tempestoso.
E, quando intorno a me tutt'è terrore,
riposerò nel suo perfetto amore.
[216]

SANTIFICATI DALLO SPIRITO

"Ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signor Gesù Cristo e mediante lo Spirito dell' Iddìo nostro" (I Corinzi 6:11)

Santificazione significa essere appartati o separati. Tutti coloro che sono santificati debbono prima essere lavati o giustificati, sia con i fatti, cioè puliti dal peccato; o riconosciuti "giustificati per fede." Una giustificazione per atti sarà in corso durante il Mil­lennio sotto l'aiuto del Gran Mediatore e come parte del processo dell' ad-una-mente. Una giustificazione non meno vitale, benché per fede, è l'ordinamento che ha operato ed opera ancora, durante questa età evangelica, nella quale noi, che siamo peccatori per natura, per l'imperfezione che regna nella carne, siamo riconosciuti puliti o netti, santi, giustificati, accettevoli a Dio, per la nostra fede in Cristo quale nostro Redentore. Noi crediamo nella testimonianza biblica che "Cristo morì per i nostri peccati," come c'insegnano le Scritture; e, così credendo e desiderando rifuggire dal peccato, siamo accettati da Dio come se perfetti, senza peccati e come giustificati, per i meriti del Suo prezioso sangue. Giustificati così, per fede, abbiamo pace con Dio e possiamo avvicinarlo ed essere da Lui ricevuti, e cominciare a fare opere accettevoli al Padre, per i meriti di Cristo Gesù. L'evidenza che abbiamo della nostra giustificazione e santificazione ci viene a mezzo della sua Parola ed è chiamata "Il suggello" e "la testimonianza dello Spirito" in noi.

La potenza che ci abilita a vivere secondo la nostra consacrazione vien trasfusa in noi dallo Spirito, o mente di Dio, che riceviamo qual risultato della nostra fede in Cristo e della nostra consacrazione la quale risiede nell'essere "morti con Cristo." Lo Spirito di verità, che otteniamo a mezzo dello studio della Parola del Padre celeste, e per lo Spirito d'ubbidienza ad essa, ci fornisce la forza necessaria per vincere il mondo ed i nostri apostati appetiti. Così, il testo, sotto esame, dichiara che tutto [217] il nettamento personale, che abbiamo sperimentato, la nostra giustificazione, l'essere stati appartati a giustizia, la nostra separazione dal peccato e tutte le vittorie e bendizioni in detta direzione, le abbiamo ottenuti a mezzo dei meriti di nostro Signore e per lo Spirito di Santità, Spirito di Dio, che abbiamo ricevuto.

Altre Scritture sono in armonia con quanto abbiamo espresso. Lo stesso Apostolo nel pregare per la Chiesa in questi termini: "l'Iddio della Pace vi santifichi completamente" (Tess. 5:23), non contraddice l'anzidetta dichiarazione che è lo Spirito di Dio che santifica. E Iddio che santifica ed il mezzo o canale è il Suo Spirito e non un altra persona.

L'apostolo Pietro dichiara che la Chiesa vien "eletta (scelta) per santificazione (appartata) dallo Spirito ad ubbidienza" (I Pietro 1:2). Egli vuol dire che coloro i quali Iddio riconosce quali suoi scelti, al presente, e che sono esortati a far della chiamata "elezione sicura," sono scelti, non arbitrariamente, ma secondo i principii fissati; cioè: che lo Spirito Santo di Dio (influenza della Verità), operante su loro li addurrà ad una condizione di piena ubbidienza (santificazione) alla volontà del Padre ed al Suo Piano provvidenziale, costituendoli così "eletti."

L'apostolo Paolo in un' altra delle Sue Epistole (Efesini 5:26), attribuisce questa potenza purificatrice e santificante nella Chiesa, alla Parola di Dio, dicendo: "Cristo ha amato la Chiesa ed ha dato se stesso per lei, affin di santificarla, dopo averla purgata col lavacro dell'acqua, mediante la Parola." Non può supporsi che l'Apostolo voglia contraddire quanto anzidetto, cioè che Iddio santifica la Chiesa o l'altra dichiarazione con la quale dice che è lo Spirito di Dio che santifica la Chiesa. Il suo pensiero è chiarissimo, nè erra in niuna delle istanze in cui afferma che è lo Spirito di Dio, operante a mezzo della Parola di verità, impartita ai consacrati, mediante la Parola di Dio, designato a produrre in noi la nettezza, giustificazione e Santificazione. [218]

Perciò anche Gesù pregò: "Santificali nella Verità, la tua Parola è Verità" (Giov. 17:17). Possiamo, quindi, rilevare che le varie citazioni Scritturali, messe insieme, insegnano tutte che la Santificazione della Chiesa viene adempiuta per lo Spirito di Verità, impartito ai consacrati, per mezzo dello Spirito di Dio, che è Provveditore d'esso, per il predesignato proposito.

Tutti coloro che sono così Santificati, da quel momento, sono presentati nelle Scritture quali Nuove Creature in Cristo Gesù, e di loro è detto che sono santificati in Cristo (I Cor. 1:2). Eppure questa santificazione in Cristo non è separata dallo Spirito di Dio, né dalla Parola di Dio: poiché è stato per l'accettazione, nel divin Piano da Dio provvisto, e per essere stati santificati dallo Spirito, che diveniamo uno con Cristo, nostro Signore. Inoltre è detto dalle Scritture che "Colui che santifica e quelli che sono santificati, provengono tutti da uno; per la qual ragione egli non si vergogna di chiamarli fratelli" (Ebrei: 2:11). In definitiva, ecco come siamo" nettati, santificati, giustificati, nel nome del Signore Gesù e dallo Spirito del nostro Dio" l'Iddio di Verità .

SIATE RIPIENI DELLO SPIRITO

"Siate ripieni dello Spirito, parlando con salmi ed inni e canzoni spirituali, cantando e salmeggiando col cuore vostro al Signore: rendendo del continuo grazie d'ogni cosa a Dio e Padre, nel nome del Signor nostro Gesù Cristo (Efesini 5:18-20)

In questo passo Scritturale è indicato che il popolo del Signore può avere, in grado, più o meno elevato, la pienezza del Suo Spirito. Infatti, "se uno non ha lo Spirito di Cristo, egli non è di Lui" (Rom. 8:9). Resta largamente a noi stessi ed all'uso che facciamo di questo mezzo, da Dio provvistoci, per essere ripieni del Suo Spirito (della Sua disposizione o influenza), dallo Spirito della Sua Verità, rivelatoci con il proposito di santificare [219] i nostri cuori e le nostre vite, separandoci da coloro che hanno lo spirito del mondo.

Né in questi versetti, né in altri, si ravvisa il pensiero di uno Spirito in persona, ma il contrario. Se i sopracitati testi facessero riferimento ad una persona, sarebbe inconsistente incoraggiare ad essere più o meno ripieni dello Spirito. L'azione dipenderebbe dalla grandezza della persona. La concezione che lo Spirito è una persona uguale all'Altissimo ed una delle persone della Trinità in grado di entrare nel cuore di un individuo e riempirlo, tutto o in parte, è inconcepibile. Ma, se e quando, il giusto concetto racchiude il pensiero della potenza ed influenza di Dio allora si riscontra che la ragionevolezza dell'esortazione espressa dall' Apostolo è perfettamente plausibile: poiché noi dobbiamo essere ripieni dei santi pensieri e disposizioni del nostro Dio, tanto mirificamente esemplificati nella persona del nostro Redentore, Suo Unigenito Figliuolo, con l'ubbidienza e devozione per le quali il Padre lo ha sovranamente innalzato alla Sua destra.

Questo pensiero di essere ripieno dello Spirito Santo è in armonia col suggerimento, espresso dall'Apostolo in un'altra occasione in cui paragona i nostri corpi mortali a dei vasi di terracotta, con delle spaccature, che Iddio permette siano ripieni del Suo Santo Spirito. In considerazione della consapevolezza delle nostre imperfezioni, e della possibilità di lasciarci abbandonare dall'influenza ispirata in noi da Dio per mezzo dell'Evangelo, Egli ci esorta in questi termini: "bisogna che ci atteniamo vieppiù alle cose udite, che talora non siamo portati via lungi da esse" e ciò perché abbiamo "questo gran tesoro (lo Spirito Santo, la rinnovata mente, armonizzata alla volontà di Dio), in questo vaso di terra" (Ebrei 2: 1; II Cor. 4: 7).  Ne consegue che tutti coloro i quali vogliono calcare le orme di Gesù, e condividere le sue sofferenze e la gloria che ne scaturisce, devono cercare nelle Vie del Signore per essere ripieni del Suo Spirito. In questo proposito, dobbiamo risiedere vicini al Signore ed ai nostri fratelli e membri del Suo Corpo vicini, in amore, [220] simpatia, cooperazione e mantenerci, anche, vicini alla Parola: sorgente dell'influenza santificante per l'intera Chiesa, come Gesù pregò il Padre nel chiederGli: "Santificali nella Tua Verità: la Tua Parola è Verità."

Sarebbe vano cercare d'essere ripieni dello Spirito Santo, se non ponessimo attenzione agli ordinamenti provvistici per attuare questo divino proposito e fossimo negligenti della Parola di Dio e della sua Santificante Potenza. Se fossimo, poi, negligenti nel pregare trascureremmo un altro privilegio che apporta tanto aiuto. Se fossimo negligenti nel radunarci con gli altri del popolo di Dio, con coloro nei quali vediamo il "suggello" dello Spirito, falliremmo di ricevere i benefici aiuti, provenienti da "tutte le giunture," incluso l'aiuto che Iddio ha promesso alla Chiesa intera, mediante i diversi membri che Egli stabilisce nel Corpo per l'esposizione della Sua Parola, onde ottenere, così, la potenza Santificante dello Spirito in essi. (I Cor. 12:25-28; Efesini 4:16).

Ecco perché l'esortazione "siate ripieni dello Spirito" comporta far uso dei varii ordinamenti che il Signore provvede per il nostro sviluppo spirituale. Per quanto non possiamo avere contatto personale col Signore, otteniamo di porci in rapporto con Lui, per mezzo della preghiera; per mezzo dei membri del Suo Corpo e mediante la Bibbia. Benché non possiamo aver contatto con gli Apostoli, lo riceviamo dalle loro parole e dai loro insegnamenti. Se non possiamo avere contatto e compagnia di persona con i fratelli, l'abbiamo a mezzo della posta e dalle pagine di stampa. Per poter essere ripieni dello Spirito del Signore dobbiamo attenerci a queste sue indicazioni ed istruzioni.

IL SUGGELLO DELLO SPIRITO

"In lui, voi pure, dopo aver udita la Parola della Verità, l'Evangelo della vostra salvazione, in Lui avendo creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità" (Efesini 1:13-14). [221]

Il suggello o marchio, nei tempi antichi, era usato per varii fini: (1) come firma o marchio di attestazione; (2) per indicare la proprietà dell'oggetto, su cui si applicava, per evitare intrusioni di qualcuno che avrebbe preteso appartenergli (esempio in Matteo 27:66; Apoc. 10:4; 20:3).

Nel caso del popolo del Signore, è usato nel primo dei sopracitati sensi, perché è detto che "sono suggellati con lo Spirito Santo della promessa." L'Apostolo non dice, come alcuni suppongono, che siamo stati suggellati dallo Spirito Santo, come da una persona, la pretesa terza persona della trinità di couguale divinità, ma "avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo, che era stato promesso." Pensiero molto diverso, come ognuno può rilevare. Lo Spirito Santo è dal Padre, che appone il suggello d'esso, per mezzo di Cristo con lo Spirito Santo, il quale, in se stesso, funziona da suggello, come è attestato dall'Apostolo in Atti 2:33, in pieno accordo nel rammemorarci come nostro Signore Gesù fu il primo della casa dei Figliuoli ad essere suggellato; perciò in Giovanni, 6:27, leggiamo: . . . poiché su lui, il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio suggello."

L'espressione "Spirito della promessa," come le altre "Spirito di Santità;" Spirito di Verità, eccetera, stanno ad indicare la Santa influenza di Dio e connettono col suggellamento e la promessa che Iddio ci ha fatta: in quanto pone in evidenza l'attestazione data nel Patto fra Dio ed il Suo popolo suggellato che "le preziose e grandissime promesse" delle "cose che Iddio ha riservate per coloro che lo amano" sono vere; e che il "suggellato" erediterà tali promesse benedizioni, dopo che avrà fedelmente sostenute le prove del suo amore e devozione a Dio.

Paolo, più tardi, nella stessa Epistola, si riferisce allo stesso suggellamento e lo identifica "promessa," che si realizzerà nel "giorno della redenzione" (Efesini 4:30). In altri termini, il suggello dello Spirito della Promessa, per il giorno della redenzione è solo un altro modo d'esprimere il pensiero che "la Chiesa avrà i primi frutti dello Spirito" come se volesse rappresentare la firma [222] a mano, che convalida il contratto fra noi e il Signore e sta ad assicurarci che, se non veniamo meno, erediteremo in pieno la promessa.

Questo suggello di pattuita relazione, concernente figliolanza ed ereditarietà, non è un segno visibile sul nostro capo, né un marchio che stia ad indicare il favore divino, negli affari terreni o prosperità mondane: non lo è ora, né lo fu in passato, e molti di coloro cui furono concessi tale doni miracolosi, mancarono di avere il suggello e la Testimonianza dello Spirito Atti 8:13-23; I Cor. 13:1-3). Il suggello o garenzia dello Spirito, risiede nel cuore del suggellato, per cui non è noto ad alcuno, oltre lui che lo ha ricevuto (Apoc. 2:17), e coloro i quali sono in condizioni di ravvisare i frutti della vita giornaliera: "Colui che con voi ci rende fermi in Cristo e che ci ha unti, è Dio, il quale ci ha pur segnati col proprio siggillo, e ci ha data la caparra dello Spirito dei nostri cuori" (2 Cor. 1:21-29).

Questo suggello di figliolanza è lo Spirito di amore il quale è uno col Padre e tutti i suoi Santi ordinamenti, per cui ci sentiamo spinti a gridare: "Abba Padre" "Io mi diletto a far la tua volontà, o Dio mio." Colui che ha il suggello o marchio di figliolanza è l'unico che, non solo cerca di far la volontà del Padre, ma, nel farla, non trova "i suoi comandamenti gravosi," ma deliziosi (1 Giov. 5:3).

Lo Spirito di adottazione, o suggello di riconoscimento di Figliuolo — il possedimento dei primi frutti, o l'interesse nell'er­edità a venire è una delle più avanzate testimonianze dello Spirito vera quintessenza delle esperienze Cristiane in questa vita. Prima di pervenire a questa sperimentata posizione, dobbiamo ricevere una parte dell 'unzione, col venire in contatto con l'unto corpo di Cristo, la Chiesa e con l'essere generati dallo Spirito di Verità ad una Santificazione dei nostri spiriti e col conoscere e fare la volontà del Signore. Questa esperienza avviene, dopo essere stati ravvivati dallo Spirito di Giustizia e servitù: può paragonarsi alla costatazione del passaggio dallo stato embrionale al normale, [223] cioè quello per cui Iddio ci riconosce quali figliuoli e per tali ci suggella.

Nel modo in cui tutti i credenti devono cercare di porsi sotto l'influenza generatrice (per l'unzione) dello Spirito Santo di Dio, lo Spirito di Verità; così tutti coloro che sono stati generati in tal maniera, dallo Spirito di figliolanza, devono cercare di giungere alla posizione di completa armonia col Padre, affinchè Egli possa riconoscerla e suggellarla. Pervenuti a questa posizione, è necessario essere molto cauti nell'evitare di danneggiarla, o sfigurare il suggello, nè depreziare il gran tesoro, o trasformare questo Spirito d'amore, gioia e comunione nello Spirito Santo, in uno spirito di pesantezza, oscurità e dolore. Mantenere il suggello, ad ogni tempo, nitido ed immacolato, deve costituire il’costante proposito di tutti coloro che lo ricevono.

"Perciocche il Regno di
Dio non e vivanda, ne
Bevanda; ma giustizia,
pace e lietizia nello
Spirito Santo."
Romani 14-17

[224]

 

Return to Volume Five - Table of Contents

Return to Italian Home Page

 

Illustrated 1st Volume
in 31 Languages
 Home Page Contact Information