Serie 5 -
Ad Una Mente
Fra Dio E L'Uomo
STUDIO
1
Fatti
e Filosofia Dell’Ad-una-mente
La dottrina dell’espiazione, dal titolo, “AD-UNA-
MENTE,” in questo volume costituisce la base fondamentale della
religione cristiana. Ocupando,
quindi, un posto così importante nella teologia, risulta essenziale —
come, del resto, riconosce il cristianesimo in generale —che il soggeto
sia compreso con la massima chiarezza.
Purnondimeno, anche da coloro che vi credono, l’espiazione è
poco compresa; le varie idee e teorie che la concernono sono separate e
vaghe per cui una fede, fondata su disparate vedute, rende, per necessità,
proporzionalmente, instabile, debole e vaga una dottrina fondamentale.
Se, invece, questo importante sogetto è compreso chiaramente,
nella grandezza in cui è delineato dalla Parola di Dio, e quale
fondamento del Suo Piano di salvezza, non solo stabilirà saldamente la
fede, radicandosi su precisi principè, ma servirà anche da guida nella
discriminazione fra la verità e la menzogna:
in connessione a tutti i particolari che concernono la fede.
In effetti, quando il fondamento è ben costruito a tutte le
colonne della fede, che si edificano su d’esso, sono in perfetto
equilibrio e rispondenza, la fede risulterà armonica nella sua intera
struttura. Come dimostreremo
più
avanti, ogni dottrina e teoria — al pari dei metalli — può
esser messa al contatto della » pietra di paragone « adoperata per
estrarre il meglio dai me talli (pla tino, oro, argento ed altri)
eliminando le scorie. [3]
Vi Sono Due Vedute Generali Su “Ad-Una-Mente”:
1) Quella
ortodossa indica che l’uomo, trasgredendo la legge di Dio, icorse nella
Sua condanna — sotto l’ira — dalla quale, Egli, per giustizia, non
avendo potuto esonerare il peccatore, ha provvisto per lui una giusta
redenzione col perdono dei suoi peccati, concessogli dal sacrificio di
Cristo. L’opera,
consistente a soddisfare la richiesta della giustizia e rendere il
peccatore accettevole a Dio è dinominata “espiazione.”
2)
Quella vedut sull’espiazione, conosciuta come non ortodossa, )
professata per primo dagli Unitariani e dagli Universalisti e che, poi, è
andata rapidamente allargandosi e geeralizzandosi in tutto il dominio
cristiano) si avvicina al soggetto sotto l’aspetto opposto: essa
presuppone che la Giustizia divina non richiede sacrificio per la
trasgressione del pecctore; ignora che l’ira di Dio è in alcun modo
rappresentata in una speciale sentenza di morte ed ignora la “maledizione.”
Ritiene, invece, che Iddio cerca ed aspetta l’avvicinamento
dell’uomo e di certo non gli pone intralci, nè gli richiede espiazione
per i suoi peccati, ma sollo che li abbandoni e cerchi la giustizia onde
pervenire all’armonia — ad una mente — con Lui.
Ecco perchè questa veduta è denominata ad-una-mente e sta
a significare armonia con la giustizia, a parte il metodo per cui
l’umanità può essere condotta tale stato (cioè ad-una-mente): dal
punto di vista dell’espiazione del peccatore, o come perdono
incondizionato di Dio. Sotto
tale aspetto, nostro Signore Gesù e tutti I Suoi seguaci hanno preso
parte nell’opera di ad una mente, nel senso che hanno insegnata
ed esortata l’umanità ad allontanarsi dal peccato ed indirizzarsi a
praticare la giustizia senza alcuna offerta per il peccato, nè riscatto.
3) La
veduta che acettiamo come Scritturale — generalmente ignorata dai
teologhi —abbraccia ambedue le vedute soparadiscusse.
La dottrina biblica dell “AD-UNA-MENTE,” come andremo a
dimostrare, insegna con chiarezza: [4]
a) Che
l’uomo, creato perfetto, all’immagine di Dio, perdette tale posizione
a causa della disubbedienza, cadendo sotto la sentenza dell’ira divina
)”la maledizione”) per cui tutti i componenti della razza umana
divennero “figliuoli d’ira” (Efesi 2:3).
b) Mentre
Iddio, per giustizia eseguì la sentenza della Sua legge — morte —
senza misericordia, sulle sue creature disubbidienti, per dimostrare, poi,
la sua giustizia al tempo presente, ha provveduto, col Suo Piano di
salvezza — mediante la redenzione che è in Cristo — a giustificare
tutti coloro che credono in Lui (Romani 3: 26).
Grazie a questo Piano tutti i condannati potranno essere liberati
dalla sentenza di morte senza alcuna violazione di giustizia ed usufruire
dell’amore, della sapienza e della potenza di cui l’Eterno benefica
tutte le Sue creature, umane ed angeliche: onde “sia data a conoscere .
. . La infinitamente varia sapienza di Dio”
(Efesi 3: 10).
c) Fu per
svolgere il programma, racchiuso in “Ad-una-mente,” atto ad annular la
trasgressione di padre Adamo, che il nostro Redentore “diede se stesso,
qual prezzo di riscatto per tutti: fatto
che doveva essere attestato a suo tempo” (Timoteo 2:6).
d) Ma il
sacrificio per i peccati non è sufficiente a completare l’opera di
Ad-una-mente, eccetto nei riguardi di quanto è richiesto per soddisfare
la giustizia divina. In virtù
del riscatto dato alla giustizia, un pieno trasferimento di quanto è
addebitato all’umanità è preso in carico dal nostro Signore Gesù
Cristo, il quale dà alla giustizia l’equivalente dovuto da Adamo e
dalla sua posterità. Così,
Gesù sacrificando il suo prezioso sangue per la sodisfazione della
giustizia divina, è divenuto “Il Signore dei morti e dei viventi”
(Romani 14: 9).
e)
Un obiettivo di questo ordinamento, a pro’ di Adamo e della sua
razza, fu l’annullamento della loro sentenza di morte, la quale,
fino a che vigeva, impediva l’amore negli sforzi atti a procurare ai
condannati i privilegi futuri.
f) Un
altro obiettivo fu quello di porre la razza umana nella possibilità di
ottenere, sotto la speciale supervisione di Gesù — [5] quale
rappresentante del Piano del Padre no oltre la divina giustizia — il
compito d’istruire, correggere e restituitre, in armonia con essa, tutti
coloro che ne avrebbero dimostrato il desiderio.
Questi, infine, ritornando all giustizia della divina lege, saranno
in tal modo perfezionati da potersi facilmente adattare ai requisiti che
essa richiede.
g) Benchè,
all’origine, la sola influenza separatrice, fra Dio e l’uomo,
risiedeva nella sentenza divina, dopo seimila anni di decadenza,
degradazione ed allonanamento da Dio —per le opere malvagie, la
superstizione, l’ignoranza e la viltà dell’avversario — e perchè
il divino carattere ed il glorioso Piano di Dio sono stati mal
rappresentati agli uomini — rileviamo che il messaggio di grazia e
perdono non è ascoltato. E,
benchè Iddio chairamente dichiara che, essendo stato accettato il
riscatto, ora Egli è pronto a ricevere i peccatori in armonia con Lui ed
a vita eterna — per i meriti del sacrificio di Gesù Cristo — tuttavia
la maggioranza dell’umanità è lenta a credere nella buona novella
dell’Evangelo ed accettarne i termini.
Alcuni sono restati tanto delusi dalle sofisticherie di Satana, con
le quali egli ha sedotto tutte le nazioni — Apocalisse 20: 3 — che
addirittura non credono nell’esistenza d’un Dio; altri lo ravvisano in
un grande e potente avversario, senza amore e senza simpatia, pronto ed
ansioso a tormentare le Sue creature per tutta l’eternità; altri —
confusi dalla bibilonia dei pareri, espressi loro, sul divino carattere
— non sanno cosa credere e, cercando di accostarsi a Dio, ne sono
trattenuti dalla paura ed ignoranza.
Da ciò deriva che il numero di coloro che hanno approfittato
dell’opportunità di avvicinarsi a Dio, per mezzo di Cristo, è stato
relativamente esiguo — un piccolo gregge.
h) Purnondimeno,
il sacrificio per i peccati non fu solo per pochi, ma per molti, “per
tutti” ed è una parte contemplata dal divin programma che Colui il
quale redense tutta l’umanità, col Suo prezioso sangue, dovrà
ultimamente far conoscere a tutti “ad ogni creatura” la buona novella
racchiusa nel privilegio, ottenuto per la grazia divina, di ritornare ad
una mente col loro Creatore. [6]
i) Fino al
presente soltanto la Chiesa ha beneficiato del “AD-UNA-MENTE”, però
gl’insegnamenti delle Scritture dichiarano che detta Chiesa costituirà
un Regno sacerdotale, un “Real Sacerdozio” di ciu Cristo sarà il Real
Sommo Sacerdote che, durante l’età millenniale, detta classe
sacerdotale del Regno Celeste annullerà completamente la cecità la
degradazione ed ogni altro errore, che Satana ha procurato all’umanità,
conducendo a pieno ad una mente con Dio tutti coloro che-fra le famiglie,
su tutta la terra Io desidereranno.
l) Quanto
abbiamo detto armonizza con la dichiarazione del-l’Apostolo per la quale
noi credenti — la Chiesa — abbiamo di gia ricevuto l’”AD-UNA-MENTE.
“ Per quanto concerne
Iddio, l’AD-UNA-MENTE per tutti fu stabilito diciannove secoli or sono;
ma solo i credenti l’hanno ottenuto perchè hanno accettato
l’opportunità concessa dalla grazia di Dio, mentre il resto della
umanità è stata accecata. È
l’apprendiamo anche dall’Apostolo che ci dice:
“. . . l’Iddio di questo secolo ha accecato le menti, affinchè
la luce dell’Evangelo della gloria di Cristo che è l’immagine di Dio,
non risplenda loro” (2
Corinzi 4:4)
m) È
anche in armonia alla precedente citazione quanto affermano le Scritture,
cioè, che la prima opera di Cristo, nel Suo Regno millenario, sarà di
legare Satana affinchè non seduca più le nazioni durante i mille anni
(Apocalisse 20: 3), noncè le numerose dichiarazioni dei profeti
dalle quali apprendiamo che, quando il Regno di Dio sarà stabilito sulla
terra, la conoscenza del Signore coprirà la terra come l’acqua copre il
fondo del mare, e niuno dirà al vicino “conosci tu il Signore”
(Ebrei 8: 11). Allora,
la preghiera che Gesù, nostro Signore, insegnò:
“il tuo Regno venga, la tua volontà sia fatta in terra” avrà
il suo adempimento — perchè essa ribadisce quanto l’Apostolo
esplicitamente dichiarò e, cioè, Iddio vuole “che tutti gli uomini
siano salvati e vengano alla conoscenza della verità”
(Timoteo 2: 4).
n) L’”Ad-una
mente,” in entrambe le fasi — la soddisfazione della giustizia ed il
ritorno in armonia con Dio di tutte le Sue [7] creature che,
ottenuta piena luce e conoscenza si prevarranno dei privilegi e
dell’opportunità de Nuovo Patto —sarà completata con la fine
dell’età millenniale, quando tutti i malvagi, che rigetteranno di
proposito il favore divino, offerto loro mediante Cristo, “saranno
distrutti d’infra il popolo,” con “l’eterna distruzione dalla
presenza del Signore e dalla gloria della Sua potenza”
(Atti 3: 23; II Tessalonicesi 1: 9).
o) Allora
la grande opera del “Ad-una-mente” sarà completa e tutte le cose, in
cielo ed in terra, acquisteranno la perfetta armonia con Dio, cui sarà
espresso ogni lode per tutta la Sua magnivicenza e grazia a mezzo di
Cristo; e non vi sarà più morte, nè sospiri, nè dolori, perchè le
cose di prima sono passate per l’opera svolta dal “Ad una mente,”
iniziata con la propiziazione della giustizia per il sacrificio del nostro
Redentore e conclusa con la piena riconciliazione di tutti coloro che
furono trovati degni di vita eterna.
Nella locuzione “Ad-una-mente” è racchiuso il
significato dell’opera espiatoria, la quale annulla ogni opposizione,
differenza e difficoltà preesistenti fra il Creatore e le creature.
Da ciò il conflitto mortale che esiste fra la Bibbia e la dottrina
moderna dell’evoluzione, la quale, nel passato mezzo secolo,
principalmente, ha offuscato la fede del popolo cristiano di tutte
denominazioni, presentandosi molto convincente nelle scuole teologiche ed
ai singoli esponenti denominazionali.
La teoria dell’evoluzione nega la caduta dell’uomo;
nega che fu creato all’imagine e somiglianza di Dio; nega che fu in
condizioni di poter affrontare la corte dell’esatta giustizia; nega che
peccò in tale prova e fu perciò soggetto alla sentenza di morte. Inoltre, pretende che la morte non costituisce una penalità,
ma un passo avanti nel processo dell’evoluzione, poichè ritiene che
l’uomo, invece di perdere l’immagine e la somiglianza di Dio — col
peccato e la degradazione —
si è andato rialzandosi dalle condizioni animalesche della scimmia (dalla
quale discende), ad uno stato molto più vicino all’immagine e
somiglianza di Dio. Un altro assunto logico della teoria potrebbe risiedere nel
negare che la giustizia di [8] Dio
possa essere in grado di condannare l’uomo dal rialzarsi dallo stato
inferiore a condizione superiore e, conseguentemente, nel negare che la
giustizia possa richiedere un’offerta per il peccato dell’uomo,
considerandolo giammai commesso, e presumere che Cristo non rappresentò
un’offerta per il peccato, ma che fu di aiuto al genere umano nella
conquista di maggiore libertà e più privilegi.
Noi, però, rileviamo che la Parola di Dio, con
assoluta sicurezza, annienta queste errate teorie, in quanto non ne
troviamo la minima traccia nè dati armonici negli insegnamenti
scritturali e quelli sull’evoluzione — erroneamente devinita scienza.
— Perciò dobbiamo far rilevare a quella categoria di Cristiani, che
ogni sforzo tendente ad armonizzare i precitati antagonistici
insegnamenti, oltre ad essere vano, serve solo a discreditare le teorie
scritturali. Costoro, secondo
quello che credono di detta teoria evolutiva — sia delineandola sul
fondamento, provvisto da Dio per i fedili, che basandola su errate
concezioni dei pretesi sapienti del mondo — se fosse possibile,
sedurrebbero i veri eletti. Ma
i veri eletti avranno “la fede una volta predicata ai Santi” e
riterranno e sosterranno fermamente la dottrina dell’”espiazione” (l’opera
di “Ad-una-mente”): quale
esposta dalle Scritture. E,
così, daranno salvaguardati da ognia sviamento, presentato dalla teoria
evoluzionistica. I veri eletti avranno sempre insegnamenti diretti da Dio ed
in modo speciale sulla teoria dell’opera di “Ad-una-mente,” la quale
costituisce la vera base fondamentale della religione e fede cristiana.
Le Scritture attestano inequivocabilmente che Iddio creò
l’uomo alla Sua propria immagine e somiglianza, mentale e morale, e che
l’uomo, benchè essere terreno, fu l’immagine e somiglianza del
Supremo Essere spirituale suo Creatore, Dichiarano, pure che il Creatore,
nel principio, comunicava con l’uomo; che lo riconobbe frutto della Sua
opera e disse che “era buono,” accettevole, soddusfacente; che la
posizione della vita e della morte fu prospettata al perfetto Adamo sotto
condizioni; che, quando costui trasgredì le precisate condizioni agì
volontariamente ed intelligentemente e, [9] quindi, “non fu sedotto,”
come ci vien detto, Dichiarano quindi, che ciò costituì il principio
della esecuzione della pena di morte e rammentano il progredire della
sentenza mortale sulla razza decaduta, lungo il corso dei secoli che
susseguirono. Pongono in
risalto il modo in cui Iddio rivelò al fedele Abrahamo il Suo propostio e
le Sue intenzioni de benedire più tardi — al tempo debito — “tutte
le famiglie della terra” che aveva sottoposte alla sentenza della morte
adamica (Genesi 1:31, 2: 17,
3: 23; 1 Timoteo 2:14; Genesi 12:3; 18:18; 3:17).
Giacchè la pena per il peccato fu la morte, le
promesse benedizioni comportano la rivivificazione (o risurrezione) dalla
morte, col privilgio di vivere in eterno.
Ad Abrahomo fu promesso che dalla sua posterità sarebbe uscito un
Salvatore, per compiere tale opera benedetta.
Le stesse promesse furono ripetute, con più o meno chiarezza, ad
Isacco, a Giacobbe ed ai figliuoli d’Israele.
I Profeti anche dichiararono che il Messia (da venire) sarebbe
stato un’”Agnello da immolare”; un’offerta per il peccato; uno che
avrebbe “data l’anima sua alla morte” per i peccati del mondo e non
per i suoi propri. Essi
prefigurano pure il risultato del suo sacrificio per il peccato, nella
gloria e benedizione che ne sarebbero conseguiti; predissero come infine
sarebbe prevalso il Suo Regno che, come Sole di giustizia, porterà il
nuovo giorno di benedizioni, gioia e vita, per il quale saranno fugate le
tenebre e i foschi dolori della notte di pianto che al presente prevalgono
quale conseguenza del peccato originale, della caduta e delle malvagie
tendenze ereditate (Isaia 53: 10-12, 35, 60, 61).
L’Apostolo Pietro, parlando sotto ispirazione dello
Spirito Santo, non accennò, nemmeno lontanamente, che l’uomo fosse
stato creato allo stesso livello della scimmia e, poi, fosse perventuto
all’attuale grado di sviluppo in seguito al processo evolutivo.
Ci diede, invece, una lezione inversa, dicendoci che Cristo morì
per i nostri peccati e che, grazie alla redenzione procurataci dal Suo
sacrificio, l’umanità otterà, al secondo avvento del Signore “tempi
di restaurazione di tutte le cose” delle quali — egli ci fa rilevare
— “hanno parlato tutti i suoi santi profeti sin dal prin- cipio del
mondo” (Atti 3: 19-20).
A colui che venga in mente di pensare che l’Apostolo Pietro,
predicando l’Evangelo della restaurazione, enunciasse la dottrina
dell’evoluzione, deve attribuirglisi un’assoluta deficienza di
raziocinio, poichè, se le condizione originali dell.’uomo fossero state
quelle della scimmia o di qualsiasi altro animale inferiore, l’Apostolo
avrebbe dovuto essere un mentecatto per credere nella grandiosa
prospettiva racchiusa nei tempi di restaurazione, poichè gli era
ben noto che restaurazione significava il ripristino alla condizione-già
esistita — nella quale Iddio aveva creato l’uomo.
Le enunciazioni dell’Apostolo, invece, sono per
eccellenza, in antitesi con la dottrina dell’evoluzione ed in stretta
armonia con quella racchiusa in “Ad-una-mente” e, cioè,
riconciliazione e restaurazione che corrispondono agli insegnamenti
Scritturali. Infatti l’umanità decadde col peccato e divenne schiava
d’esso, degenerandosi fisciamente e degradandosi moralmente, fino a
giungere la morte, risultato finale della disubbidienza originale di padre
Adamo. La restaurazione, o
buona novella (Evangelo), che Pietro predicò, indica che l’uomo
perdette qualcosa di gran valore e l’ha riaquistata per la redenzione a
mezzo del prezioso sangue di Cristo, e per la restaurazione che segue il
Suo ritorno. Intanto, il
riferimento dell’Apostolo, in cui annunzia che tutti i Profeti, sin dal
principio del mondo, hanno parlato dei precitati “tempi di restaurazione”
distintamente implica che la speranza, racchiusa in questa gloriosa
promessa, è la sola presentata all’umanità per divina ispirazione.
Tutti gli Apostoli, puntualizzando la caduta del favore
divino, indicarono la croce di Cristo come punto di reconciliazione,
rispetto alla giustizia divina,
stabilendo I èra Millenaria ,
quale tempo di benedizioni, opportunità, conscenza ed aiuto per il
raggiungimento alla riconciliazione con Dio. Essi pongono anche in risalto la presente èra, quale tempo di
radunamento dell’eletta Chiesa, onde i componenti siano associati col
Messia (il suo “Real Sacerdozio” ed “il popolo peculiare”) che co- [11] opererà con Lui quale sua “Sposa,” suo “Corpo,”
nell’Opera di conferire al mondo le benedizioni di restituzione,
assicurate loro dal sacrificio compiuto sul Calvario.
Si notino,
in proposito, queste parole dell’Apostolo:
“siccome, per mezzo di un solo uomo, il peccato è entrato nel
mondo, e per mezzo del peccato v’è entrata la morte (a causa
dell’ereditarietà e della peccaminosa disposizione), e in questo modo
la morte è passata su tutti gli uomini.”
Da questa enunciazione risalta evidentemente che Paolo non fù un
evoluzionista, come non lo furono Pietro e gli altri Apostolo e Profeti.
Si noti anche come egli presenta la vera essenza dell’Evangelo
nel dire: “Iddio mostra la
grandezza del suo amore per noi, in quanto che, mentre eravamo ancora
peccatori, Cristo è morto per noi. Tanto
più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo,
per mezzo di lui, salvati dall’ira”
(Romani 5-8-9).
Ecco come è dichiarato specificamente che la razza
umana è stata sotto condanna di morte e che la potenza della salvezza è
stata nel sangue di Cristo, sacrificio che Egli offrì per noi e che fu
una espressione dell’amore e della grazia di Dio.
L’Apostolo procede a dimostrare l’opera dell’Espiazione e la
restaurazione, che ad essa consegue, dicendo:
“come, adunque, per un sol fallo
(la disubbidienza di Adamo) la
condanna si è estesa a tutti gli uomini (la sentenza di morte); così,
con un sol atto di giustizai la giustificazione che dà vita, (l’opposto
della sentenza di morte) si
è estesa a tutti gli uomini. Poichè,
siccome per la disubbidienza di uomoi (Adamo), i molti sono stati
costituiti peccatori (tutti coloro che erano in lui), così anche per
l’ubbidienza di un solo (Gesù) i molti
(tutti coloro che ultimamente utilizzeranno il privilegio del Nuovo
Patto) saranno costituiti giusti” (Romani
5-18, 19).
Lo stesso Apostolo, in molti altri pregevoli e logici
discorsi, presenta il pensiero che l’”Ad una mente,” per quanto
concerne Iddio, è una cosa passata — completata allorchè “fummo
reconciliati a Dio per mezzo della morte del Suo Figliuolo, mentre [12]
eravamo ancora peccatori— (Romani 5-10).
Egli non si riferisce — come è evidente — ad una opera
compiuta nei peccatori, riconciliandoli con Dio, perchè dichiara
l’opposto e, cioè, che fu compiuta non in noi, ma da Cristo per noi, mentre
eravamo ancora peccatori. Si
noti anche che, in varii suoi chiari discorsi, fa rilevare una futura
opera di benedizioni per il mondo, da essere compiuta per mezzo della
Chiesa glorificata, sotto Cristo, il Suo Divino Capo:
dimostrando che ciò consisterà nel portare il mondo nella
conoscenza della grazia di Dio in Cristo, affinchè quel numeroso stuolo
di redenti del mondo, i quali vorranno ritornare ad una mente col loro
Creatore lo potranno ottenere durante il Regno millenniale ed essere
restaurati nel divin favore, una volta goduto da Adamo nel giardino
dell’Eden.
L‘argomento trattato dall‘Apostolo in Romani 8:
17-24, illustra perfettamente questo punto.
Infatti, egli pone in risalto che la salvezza della Chiesa è
nettamente separata da quella del mondo che la susseguirà, dicendo:
“la creazione che con brama intensa aspetta la manifestazione dei
figliuoli di Dio.” Egli
richiama l’attenzione sulla Chiesa, indicando i rispettivi coeredi di
Cristo, i quali, se fedelmente saffrono con Lui, nel presente tempo,
condivideranno, infine, la Sua gloria nel Regno millenniale.
Ci assicura, poi, che le sofferenze del tempo presente non
costituiscono nulla a paragone della gloria, che sarà rivelata in noi fra
breve. Procede, indi, il suo
dire, affermando che la gloria la quale sarà rivelata nella Chiesa, dopo
aver completate le sue sofferenze, sarà la base su cui si fonderà
l’aspettazione della gemente creazione che, necessariamente deve
attendere il tempo della manifestazione dei figliuoli di Dio, per appagare
a sua bramata speranza.
Ora, i figliuoli di Dio non sono ancora rivelati, poichè
il mondo non li conosce come non conobbe il suo Maestro e, benchè il
mondo, in verità, guarda e nutre vaghe speranze d’una età d’oro e di
benedizioni, l’Apostolo precisa che la loro bramosa aspettazione deve
attendere il tempo in cui la Chiesa — cioè i figliuoli [13] di Dio —
saranno glorificati e manifestati
come re e sacerdoti, per divino volere e regneranno sulla terra, surante
l’età millenniale, per benedire tutte le famiglie della terra, secondo
le ricchezze della grazia divina come è rivelata nella promessa di Dio ad
Abrahamo in questi termini: “nella
tua progenie tutte le famiglie della terra saranno benedette”
(Galati 3: 8, 16, 29).
L’Apostolo procede, dimostrando che l’umanità, in
generale, l’intelligente creazione terrestre, fu assoggettata alle
“vanità” ereditariamente, in seguito alla trasgressione di Adamo, ma,
per l’infinita provvidenza divina, non fu lasciata senza speranza, ed un
sacrificio fu provvisto per il peccato e fu concessa una provvisione
all’umanità, in generale, onde fosse emancipata e liberata dalla
schiavitù del peccato e della sua condanna a morte, ottenendo la gloriosa
libertà (dalle malattie, sofferenze, dolori e qualsiasi disturbo):
libertà che è di tutti coloro che sono figliuoli di Dio.
Fu da questo piano di figliolanza e libertà che l‘umanità cadde
per la disubbedienza, e che deve ritornare, onde godere i benefici
originali roconquistati, grazie alla grande offerta fatta sul Calvario e
all’opera di “Ad-una-mente” per cui essa sarà riconciliata alla
divina legge del suo Redentore, il grande Profeta, l’antitipico Mosè
— Atti 3: 22-23.
Le due fasi dell’”Ad-una-mente”
(1) rendere gusto l’ingiusto, e (2) condurre tutti i separati ad
un accordo, sono presentate nei divini propositi del “Nuovo patto” di
cui Cristo Gesù, nostro Signore è il Mediatore,
Nel tempo in cui padre Adamo fu perfetto, in completa armonia col
suo Creatore per l’ubbidienza assoluta ai suoi comandamenti, per quanto
non formalmente espresso, fu steso un patto, per il quale gli fu concesso
la perfezione ed il dominio su tutti gli animali, pesci ed uccelli e su
tutta la terra, però fu dichiarato che, se avesse violato la sua fedeltà
al grande Re, all’Eterno, disubbidendolo, Egli avrebbe annientata la sua
vita e ritirata ogni concessione, benedizione e quei diritti che gli aveva
accordati. Da ciò dobbiamo
dedurre che fu steso un Patto fra Dio e la Sua creatura, la cui vita [14]
sarebbe stàta duratura ed eterna, se non fosse incorso nella
disubbidienza e, indi, nella condanna alla morte.
Adamo non avrebbe avuto alcuna capacità di liberàrsi da sè da
questa condanna se l’Onnipotente non avesse provvisto al recupero della
razza per mezzo del Nuovo Patto per il quale, dice l’Apostolo, c’è
occorso un mediatore.
Da una parte, quindi, Iddio tratta col Mediatore e non
col peccatore; dall’altra, il peccatore tratta col Mediatore e non con
Dio. Ma, prima che nostro
Signore divenisse il Mediatore, fu obbligato ad espletare un’opera per
l’umanità che rappresentò e rappresenta il suggello del Nuovo
Patto, ed esso consistette nel versare il proprio sangue: “il sangue del
Nuovo Patto” (Mateo 26-28; Marco 14:24; Ebrei 7-22; 9: 15-20)_.
S’intende che Dio, per mantenere integra la Sua giustizia, non può
discutere e tratare con i peccatori, nè concedere loro le benedizioni ed
il dono della vita eterna, senza il necessario riscatto. Ecco, quindi, che nostro Signore Gesù, pagando con la Sua
morte la penalità del peccato, ha reso possible il suggellamento del
Nuovo Patto fra Dio e l’uomo: per
il quale tutti coloro che vanno a Dio per Lui — Mediatore — sono
accettevoli al Padre.
Intanto, non fu possible stabilire la riconciliazione
“Ad-una-mente” con Dio, prima che fosse ottenuta la redenzione col
prezioso sangue di Gesù, affinchè tutti coloro che cercano formarsi
“ad una mente” possano giungere a Dio per mezzo del Mediatore del
Nuovo Patto, come il Maestro espresse chiaramente dicendo:
“lo sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se
non per mezzo di me” (Giovanni
14:6). E’ per questa ragione i più favoriti e privilegiati
dell’umanità — ai tempi antecedenti al sacrificio di Cristo — sono
stati denominati “servitori” o “amici” di Dio.
A niuno d’essi poteva essere accordato l’alto privilegio di divenire
figliuolo di Dio ed acquisire tutti i diritti che tale riconoscimento
comporta, nè alcuno fu riconosciuto tale (Giovanni 1: 12; Matteo 11:11). Da ciò può facilmente dedursi che, coloro i quali ignorano
l’offerta per il peccato e la soddisfazione della giustizia, quali basi
del ‘Ad una mente,” non [15] conoscono, affatto le indispensabili fasi
della perfetta riconciliazione con Dio.
Ma non si sbagliano meno coloro
i quali, pur riconoscendo nel sacrificio di Cristo la base fondamentale
del “Ad una mente” ed il
suggello del Nuovo Patto, ignorano l’opera di riconciliazione a pro’
del’uomo, per la quale l’umanità otterrà
di ritornare in armonia con Dio, per mezzo dell’effettività del Nuovo
Patto.
Ma l’opera di “Ad
una mente,” per quanto concerne l’umanità, non può essere compiuta
istantaneamente e per fede. Può
iniziare per fede in un istante fra il peccatore e Dio, e soltanto per
fede essere riconosciuta compiuta, ma lo scopo dell’AD-UNA-MENTE ha un
proposito molto piu alto. Il
divino ordinamento è che coloro che desiderano ritornare ad una mente con
Dio (e con le sue giuste
leggi) devono essere
riconosciuti accettevoli a mezzo del loro Mediatore; ma non saranno
appieno accettati (dal Padre) mentre sono ancora imperfetti.
Così l’opera del Mediatore
(Capo e Corpo) oltre ad esplicarsi nel proclamare all’umanità
che Dio ha provvisto un’offerta er il peccato, per la quale Dio può
essere giusto eppure ricevere i peccatori, in armonia con Lui, e che è
volentieroso di prodigare loro le benedizioni di figliolanza e quelli di
vita eterna libera dalla corruzione del peccato, deve estendersi pure a
chiarire all’umanità che questa offerta di salvezza costituisce un
grande aiuto e dovrebbe essere prontamente accettata; oltre: perchè è un opera del Mediatore svolta in qualità di
rappresentante del Padre per restaurare attualmente, mentalmente,
moralmente e fisicamente, coloro che accetteranno fedelmente e
ubbidientemente ai termini del Nuovo Patto.
Cosi il Mediatore adurrà ad una mente di fatto con Dio, colora che
Egli restaurerà alla perfezione.
Per lo svolgimento di questa grande opera del Mediatore
è stata assegnata l’intera età millenniale. A tal proposito il Regno del Messia sarà instaurato sulla
terra con potenza ed autorità: onde
regnare ed annientare ogni influenza maligna che potrebbe intralciare
all’umanità la conoscenza della fulgente verità d’amore [16] e
misericordia divina — provvisione per la quale, sotto il Nuovo Patto
“chi vuole” può ritornare a Dio.
Però, mentre il gran Mediatore riceverà, benedirà e restaurerà
— sotto i termini del Nuovo Patto — tutti color che desiderano
reconciliarsi con Dio per mezzo suo. Egli distruggerà in eterno tutti
colora che rigetteranno la Divina offerta di riconciliazione di cui
potranno usufruire nel corso del Regno millenniale
(Atti 3: 23; Matteo 25: 41, 46; Apocallisse 20: 9, 14, 15; Proverbi
2: 21-23).
La chiusura dell’Età Millenniale avverrà dopo il
compimento di tutta l’opera mediatrice di Cristo, poichè allora non vi
saranno più ribelli, nè peccatori:
in quanto, coloro, i quali hanno osservato le leggi divine, saranno
entrati in armonia con Dio ed avranno ottenuta la perfezione; mentre tutti
i peccatori voluntari, a quel tempo, saranno distrutti.
Allora sarà adempiuta la profezia espressa da nostro Signore e cioè
che “le cose di prima sono passate,” e “tutti i popoli ti celebrano,
o Dio” (Apocalisse 21:4;
Salmo 67).
Quando il grande Mediatore — Re avrà rimesso il
Regno nelle mani del Padre, dopo che “avrà ridotto al nulla ogni
principato, potestà ed ogni potenza,” come spiega Paolo in 1 Corinzi
15: 24-28, che possiamo attenderci di più notevole di tale duratura,
risultato della grande opera redentrice del grande Mediatore, a pro’
dell’umanità?
1) Il
suggello del Nuovo Patto col suo prezioso sangue, rendendo possible per
l’umanità tanta graziosa provvidenza.
2) La
riconciliazione — o ritorno — in armonia con Dio di un “Piccolo
Gregge” o “real Sacerdozio,” zelante nel dare la propria vita al
servizio di Dio (imitando il loro Salvatore):
onde, per divino ordinamento, ottnere il privilegio d’essere
coeredi del Regno con lui e partecipi della sua natura divina
(1 Pietro 2: 9-10; Tito 2: 14; Romani 8:29).
3) La
completa restaurazione di una terra piena di lieti e perfetti esseri
umani, osservanti le leggi di Dio e rendendosi cosi [17] degni dei Suoi
favori. Il Mediatore, alla fine dei mille anni, rimetterà costoro al
Padre, non solo restaurati appieno, ma anche istruiti in giustizia e
controllo proprio, e repieni dello spirito di lealtà a Dio — lo spirito
di santità umiltà, pazienza, gentilezza, carità ed amore. In questa condizione, essi saranno, infatti: senza colpa
alcuna, irreprensibili ed atti a sorpassare tutte le prove.
4) La
distruzione di tutti coloro che non osserveranno le leggi divine e si
renderanno, così indegni di altri favori — le scorie della terra, la
cui influenza non sarebbe benefica agli altri e la cui continua esistenza
non sarebbe di gloria al Creatore.
Così alla fine dell’Età millenniale, il mondo sarà
di nuovo nel favore divino “ad uno” col suo Dio, come fu
Adam’o — e tutta l’umanità rappresentata da lui —nel giardino
dell’Eden, prima che la trasgressione fosse entrata nel mondo; e
possiederà la tanto valutata esperienza del male, per la dura e lunga
lezione appresa sulla nefastosità del peccato ed i benefici immensi che
si ottengono, praticando la sapienza e la giustizia.
Possederà anche un’aumentata conoscenza ed una più larga
pratica negl’innumerevoli e vari talenti, che all’uopo furono concessi
fin dalla creazione e. poi. non si svilupparono, in seguito alla sua
caduta. La lezione, oltre ad
essere profitttevole all’uomo, lo sarà anche per i santi Angeli, i
quali hanno testimoniato una illustrazione del perfetto equilibrio della
Giustizia, dell’Amore dell Sapienza e della Potenza divina, in un
modo che non avrebbero mai potuto concepire differentemente. Infine, a quanto possiamo solo presumere, potrà essere di
ammaestramento, nelle età future, ad altre razze non ancora create, in
altri pieneti dell’immenso Universo.
E quale sarà il punto culminante della storia che sarà
raccontata per tutte le eternita? Certo,
sarà il Riscatto, compiuto sul Calvario e l’opera di
“Ad-una-mente,” basata sul prezzo corrispondente versato, il quale
dimostra che l’Amore e la Giustizia di Dio sono perfettamente uguali.
Considerando la grande importanza del soggetto,
concernente l’Ad-una mente,” e l’imperfetto comprendimento
d’esso dal [18] populo di DIO — c. considerando ancora che altri
errori dottrinali ne impediscono l ‘esatto comprendimento, ci proponiamo
di porre in luce nelle discussioni di questo volume:
1) I
disegni dell-Eterno. Autore
del Piano di “Ad-una- mente.”
2) L’Opera
del Mediatore, che pose in atto il suo sacrificio per attuare
l”Ad-una-mente,” onde rendere attive le benevoli provvisioni divine da
applicare alla decaduta razza umana;
3) Il
canale per cui lo Spirito Santo fa fluire all’umanità le benedizioni di
riconciliazione con Dio;
4) Le
condizioni, in cui dovrà trovarsi l’umanità, per far parte integrante
del’Piano di “Ad-una-mente” per lei progettato;
5) Il
riscatto, centro, o perno, dell’”Ad-una-mente.”
Discutendo sui precitati soggetti, nell’ordine
elencato, speriamo d’individuare la dichiarazione divina che li concerne
in tutta la limpida chiarezza, e mirifica efficacia, in cui sono esposti
nella Parola di Dio, (la
Bibia), onde togliere dalle nostre menti i residui dei miscugli di
teorie, i misteri e le errate concezioni che hanno offuscato
l’importante tema dell’”Ad-una-mente.”
Ma, per riuscire ad ottenere tali risultati, dobbiamo effettuare
uno studio approfondito su ogni soggetto, con la mente scevra da ogni
minima influenza di credi, d’opinioni umani e da pregiudizi, pronti e
volenterosi di essere insegnati da Dio; ed ansiosi di accantonare ogni idea personale formataci da
una nostra congettura o suggerimento d’altri, che non sia in armonia con
la Parola di Dio; dobbiamo essere anche ansiosi d’avere tutto il
consiglio di Dio su ogni aspetto concernente tali soggetti.
A tutti coloro che procederanno nello studio in tal maniera,
“cercando” e “picchiando,” il gran Maestro apre la via e”. . .
tutti saranno discepoli dell’Eterno”
(Isaia 54: 13). [19]