Serie 5 -
Ad Una Mente
Fra Dio E L'Uomo
STUDIO
1
IL
CANALE DELL'AD-UNA-MENTE
LO
SPIRITO SANTO
"Poiché voi non avete ricevuto lo spirito di
servitù per ricadere nella paura; ma avete ricevuto lo spirito d'adozione, per
il quale gridiamo: Abba! Padre! Lo Spirito stesso
attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli
di Dio" (Romani 8:14-16)
"E, dopo questo, avverrà che io spanderò il mio Spirito sopra ogni
carne" (Gioele 2:28).
La grande Opera di riconciliazione non può essere
chiaramente compresa, nè considerata in tutta la sua
magnificenza, se non si ravvisa l'influsso dello
Spirito Santo di Dio, per il quale sono manifestati al credente il
perdono divino e la necessaria guida, atta ad indurre il suo cuore a
piena riconciliazione con Dio. Fu sotto il generante influsso dello
Spirito Santo di Dio, che nostro Signore Gesù Cristo ricevette
il battesimo, al principio del suo ministerio, ed il suo cuore
consacrato fu in grado di percepire e discernere
distintamente la volontà del Padre, la stretta via del sacrificio, e di
apprezzare le preziose e grandissime promesse, che si
sarebbero realizzate dopo la sua umiliazione, l'ignominia e la morte sul
calvario. Il nostro divin Redentore pervenne a compiere la sua opera, guidato da Esso
(Spirito) nell'eseguire quanto era accettevole
al Padre e necessario per il riscatto dell'umanità. Nel modo in cui lo Spirito
è stato di valido appoggio a nostro
Signore Gesù, così lo è stato
per la Chiesa e, cioè, con tutti coloro i quali hanno accettato i
meriti della grande offerta
per il peccato e sono andati al
Padre, grazie ai meriti del Figliuolo: presentando se [147] stessi
come sacrificii viventi, in armonia alla chiamata d'alta vocazione
per la natura divina, offerta durante il corso di questa èra
dell'Evangelo; e solo costoro hanno avuto bisognoed è stato loro
concesso-l'aiuto dello Spirito Santo. Nella proporzione che si riceve
lo Spirito Santo di Dio, si ottiene l'idoneità di porsi in relazione
con Dio Padre e con il Figliuolo, in modo di poter e saper discernere
"per esperienza qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole
e perfetta volontà" (Romani 12:2) e di compierla. Solo per
mezzo dello Spirito Santo di Dio siamo guidati, oltre alla semplice
lettera della divina testimonianza, ad un vero apprezzamento
delle "cose profonde di Dio" e di quelle che Egli ha riservate
per coloro che lo amano: le quali occhio umano non ha vedute e
che orecchio non ha udite, nè sono entrate nel cuore dell'uomo,
onde poterle apprezzare e comprendere—1 Corinzi
2:9-10.
L'aiuto dello Spirito Santo sarà ugualmente
importante durante 1'eraMillenniale, nel
condurre l'umanità in armonia con Dio, sotto i termini
del Nuovo Patto, per i meriti del sacrificio del nostro Redentore.
Perciò, a mezzo del Profeta Gioele (2:28-29), l'Eterno ha
attirato l'attenzione su questo fatto, indicando che, mentre durante
l'età Evangelica Egli verserà il Suo Spirito solo sui suoi servitori
e le sue serventi, più tardi, lo spanderà generalmente su tutta
l'umanità "su ogni carne." Durante il Millennio, il mondo progredirà
in piena armonia con lo Spirito Santo di Dio e, nella proporzione
in cui gli uomini verranno in armonia con Esso, otterranno
l'eligibilità alle eterne condizioni di vita, gioie e benedizioni,
che sono al di là dellà Età milleniaria, L'assicurazione che lo Spirito Santo
coopererà con la Chiesa glorificata, nella benedizione
di tutte le famiglie della terra, c'è confermata anche da nostro
Signore. Egli, dopo aver tracciato un quadro delle glorie del
Millennio, nelle abbondanti provvisioni di Verità, illustrate dal
grandissimo fiume d'acqua di vita, chiara come cristallo, dice" ...
lo Spirito e la Sposa dicono vieni
... e chi ha sete venga e prenda
in dono dell'acqua della
vita" (Apoc.
2:17).
Lungo il corso di varii secoli, il soggetto concernente lo Spirito Santo
non è stato ben compreso da molti popoli del Signore. Solo [148] in questi
ultimi tempi della presenza è divenuto chiaro e ragionevole—evidentemente, come lo fu alla
Chiesa primitiva—ed in armonia
con le varie testimonianze Scritturali, che gli si riferiscono. La
dottrina della Trinità ebbe inizio nel secondo secolo e si sviluppò dippiù
nel quarto creando una confusione a discapito delle rette
convinzioni religiose, mescolando la Verità con l'errore.
[148] in questi
ultimi tempi della presenza è divenuto chiaro e ragionevole —evidentemente, come lo fu alla
Chiesa primitiva—ed in armonia
con le varie testimonianze Scritturali, che gli si riferiscono. La
dottrina della Trinità ebbe inizio nel secondo secolo e si sviluppò dippiù
nel quarto. creando una confusione a discapito delle rette
convinzioni religiose, mescolando la Verità con l'errore.
Le Scritture insegnano con la massima chiarezza che vi è un solo Dio—Jehovah, il Potentissimo—che ha sovranamente innalzato il Suo
Unigenito Figliuolo alla Sua stessa natura ed al Suo trono [149] nell'Universo e
che, appresso a Lui, in rango ed ordine, sarà la Chiesa glorificata, la Sposa, moglie dell'Agnello o i coeredi:
ossia "i
fratelli." Questi qui saranno associati all'Unigenito in gloria, nello
stesso modo in cui sono stati partecipi delle Sue sofferenze nella
presente età. Le Scritture armonizzano e provano, senza ombra
di dubbio, la veridicità del
sopracitato asserto ed in esse
non v'è niun passaggio o
citazione che possano dar adito, per nulla
ed in nulla. a contrasti con tali fondamentali insegnamenti. Perciò possiamo chiederci: Chi, che cosa e dov'è lo Spirito Santo?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo riportarci alla Legge ed alla
Testimonianza di Dio, onde poter essere precisi, poiché non
dobbiamo minimamente considerare le speculazioni e le opinione di
gente che reputiamo buona e nemmeno fidarci di noi stessi. Dobbiamo tener
presente questa esortazione dell'Apostolo a perseverare
nell'investigare la Parola di Dio, poiché: —dice—"l'uomo di Dio sia
compiuto, appieno fornito per ogni opera buona" (2 Tim. 3:17).
Perciò affidiamoci al Signore e confidiamo in Lui, nel cercare
il significato di ciò che Egli
dichiara essere lo Spirito Santo il Dio, ponendo in armonia ogni passo
Scritturale, che concerne tal concetto,
così saremo sicuri che la Verità—ed essa sola—risalterà ad
un'accurata investigazione, se la effetuiamo con attenzione ed in preghiera,
onde i nostri sforzi abbiano in ricompensa il risultato richiesto.
E ciò perché, a colui che picchia, la porta
della conoscenza gli sarà aperta ed a colui che cerca la
conoscenza dello Spirito Santo, gli verrà rivelata (Isaia 8:20;
Matteo 7:7-8).
Lo Spirito Santo è definito in diverse maniere
nelle Sacre Scritture e, per comprendere perfettamente questo soggetto,
dobbiamo passare in rassegna le varie definizioni Scritturali
che lo concernono: perciò le enumereremo. Esso è denominato:
"lo Spirito di Dio,"
"lo Spirito di
Cristo," "lo Spirito
di Santità," "lo Spirito di Verità,"
"lo Spirito di mente sana," "lo Spirito di libertà,"
"lo Spirito del Padre," '1o
Spirito Santo della promessa,'' "lo Spirito di
umiltà," "lo Spirito di comprensione," "Lo Spirito di
sapienza,'' "lo Spirito di
gloria," "lo Spirito del consiglio," "lo Spirito della
grazia," "lo Spirito d'adottazione," "lo Spirito di
profezia."
Tutte queste differenti locuzioni, ripetute varie volte
in passaggi [150] Scritturali,
ci danno la piena sicurezza che si riferiscono ad una diversa
attribuzione, ma—sempre—allo stesso Spirito, come rileviamo
spesso, allorché è seguito dall'aggettivo qualificativo Santo, che sta ad
indicare Iddio, come ad esempio: lo Spirito Santo di Dio;
lo Spirito Santo della promessa, eccetera. Noi cerchiamo di comprendere
e far comprendere che è impossibile armonizzare queste innumerevoli
citazioni con l'idea di un terzo Dio, poiché ognuna
d'esse sta ad indicare ed esprimere lo Spirito e, cioè la disposizione
e la potenza del nostro Dio e Padre: e lo Spirito (disposizione
e potenza) di nostro Signore, Gesù Cristo, il quale è
uno col Padre ein un certo modo ed estensione—lo Spirito e disposizione
di tutti coloro che sono veramente del Signore, siano essi
Angeli o uomini, che pervengono in armonia con Lui.
Sarà utile rilevare che troviamo frequentemente
citato nelle Scritture, in senso
antitetico: "lo
spirito del timore." "lo spirito di
servitù," "lo spirito del mondo," "lo spirito
dell'errore," "lo spirito dell'antiCristo," "lo
spirito di pigrizia." Ora,
chi potrebbe minimamente dedurre da
queste definizioni l'esistenza di due o tre Satana? Infatti, è chiaro e comprensibile che esse si riferiscono all'unico
spirito promotore dell'errore, della tenebre, delle falsità e della
menzogna. Né v'è alcuno, cui i varii termini possano dargli ad
intendere l'esistenza di un altro Dio, quando essi stanno a dimostrare
e rappresentare disposizioni o caratteristiche di Jehovah,
nostro Dio. In definitiva, riportandoci alle attribuzioni differenti,
collegate allo Spirito divino, concludiamo che esse stanno ad
individuare le caratteristiche peculiari e le disposizioni dell'Eterno e—come già
detto—lo spirito
e disposizioni di tutti coloro che hanno ricevuto il Suo
Spirito e divengono partecipi delle Sue disposizioni, e vengono in armonia
con la mente divina.
Alcune idee antiscritturali, dalle quali sono stati
tratti falsi concetti, rispetto allo spirito dell'uomo (che
esamineremo in appresso) costituiscono la base prevalente delle false interpetrazioni dello
Spirito Santo; ma non esiste assolutamente nelle Scritture una
base per cui si possa dare addito ad ideare nello Spirito Santo un altro Dio, reperibile in una
personalità distinta dal Padre e dal Figliuolo.
Infatti l'Apostolo pone in rilievo che lo Spirito del [151] Padre fu
trasfuso a nostro Signore Gesù Cristo,
il quale disse: "Per questo Egli mi ha unto per evangelizzare . . ." (Luca
4:18). Gesù si riferiva a questa profezia d'Isaia che trascriviamo—61:1: "Lo
Spirito dell'Eterno: spirito di sapienza ed intelligenza, spirito di consiglio e di forza, spirito di conoscenza e di timore
dell'Eterno." Lo stesso Spirito è indicato anche quale
"Spirito di Cristo," la mente
di Cristo: "Perciocché—dice l'Apostolo—conviene che in noi sia il
medesimo sentimento il quale è stato ancora in Cristo Gesù" (Filip. 2:5).
Alcuni sostengono che il riferimento di Gesù allo
Spirito Santo, citato in Giovanni 14:26, indica e
prova che lo Spirito Santo sia una persona, poiché, nella
versione comune della Bibbia, questo versetto è stato tradotto così:
"ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il
Padre manderà in mio nome, Esso v'insegnerà
ogni cosa e vi rammenterà tutto quello che io vi ho detto." Riscontrando, invece, questo
passaggio nel testo greco, risalta che i traduttori, influenzati dal loro
pregiudizio su tal soggetto, storpiarono il senso, inserendo il
pronome esso,
inesistente nell'originale greco, la cui esatta traduzione
dice: "Ma l'aiutante, lo spirito, il santo il quale il Padre manderà
in mio nome, v'insegnerà tutte queste cose e vi rammemorerà
tutte le cose che vi ho detto."
Ugual rilievo deve farsi al versetto 17 dello stesso
capitolo in cui l'espressione "Spirito della Verità"
è usata in contrapposizione dell'errore ed il passo non fa
alcun riferimento a persona, ma all'influenza della Verità ed
all'effetto che produce negli animi dei componenti del popolo del
Signore. Il termine greco HEAUTOU, tradotto in italiano
"egli stesso" sovente è tradotto correttamenre
"se stesso"; ma può essere tradottocome lo è statosia al genere
maschile, che femminile, come, ad esempio, nel versetto citato
(Giov. 16:13), è reso al maschile, mentre, in Corinzi 11:5, è reso al femminile e così pure in Apocalisse 2:20 ed in altri passi.
Come illustrazione dei diversi usi del termine greco
HEAUTOU, notiamo che non sempre è tradotto alla lettera,
poiché, in Marco, 3:24, leggiamo: "se un regno è
diviso in se stesso"; "se una casa è divisa in se stessa" (idem: 25); in Giov. 15:4 "come il tralcio [152] non può
portare frutto da se stesso"; in Romani 14:14: niuna cosa per
se stessa"; in Efesini 4:16 "prende l'accrescimento del corpo
all'edificazione di se stesso in carità" ed in Giacomo 2:17 "così,
ancora la fede a parte, se non ha opere, è per se stessa morta."
Similmente EKINOS, tradotto EGLI, nel passo in
esame, può anche, e propriamente, essere reso per: che;
questo; lo stesso e della, come usa la nostra Bibbia, la
quale, generalmente però, più frequentemente, lo traduce col pronome
"egli." Se qualche lettore dovesse
essere scettico potrà compulsare una concordanza greca italiana.
Noi citiamo quì degli esempii: Luca 10:12; Giov. 20:15; Matt.
20:43; I Giov. 5:16; Luca 20:1; Matt. 17:18.
Di frequente s'indica una virtù o qualità col
genere della persona o cosa cui appartiene. Ad esempio:
siccome il Padre celeste, grammaticalmente
parlando, è di genere maschile, è esatto che il Suo
Spirito, la Sua influenza,
il Suo potere e le Sue caratteristiche concordino
col genere appropriato. Non è raro che, a volte, dei termini
neutri siano incorporati in qualche frase il cui soggetto sia
maschile o femmininile. In definitiva, dal pronome di genere maschile,
usato nel designare lo Spirito Santo, non consegue la deduzione
che stia ad indicare una persona, in quanto non prova che lo Spirito di Dio sia un'altra persona, simile al Padre ed al Figliuolo
e, cioè, un altro Dio; ma—ripetiamo—è lo Spirito e influenza del
Padre, come anche del Figliuolo, poiché essi sono UNO in
propositi e mente: per quanto separati in due esseri distinti.
IL SIGNIFICATO DEL VOCABOLO SPIRITO
Una domanda affiora nella nostra mente: —Qual senso è racchiuso
nella locuzione "Spirito Santo" di cui alle citazioni Scritturali, e
quali peculiarità del carattere divino sono in essa rappresentate?
Per risponderci con precisione, occorre esaminare prima il
giusto significato del termine "Spirito," indi i differenti modi in cui le Scritture lo usano.
(1) Nel Vecchio Testamento, il termine "spirito" corrisponde a
quello ebraico RUACH, il cui significato etimologico è vento (o
soffio.) . Nel
Nuovo Testamento "spirito" è tradotto dal termine [153] greco PNEUMA, che, etimologicamente
significa lo stesso "vento."
o soffio. Con ciò. però, non si deve frettolosamente concludere
che intendiamo provare che lo Spirito Santo sia
un "vento o soffio santo"! Nella nostra mente è ben lontana tale idea, perciò
desideriamo esaminare questo soggetto in modo da renderlo chiaro:
sia alla persona istruita, che a quella
meno dotata. Perciò, approfondiamo
prima il significato comune della radice dei due termini RUACH e PNEUMA—che è
VENTO—onde poter
individuare la ragione per cui furono adoperati in tal
senso. Siccome il vento è potente ed invisibile all'occhio umano,
il termine "spirito," man mano venne sempre
maggiormente adoperato per esprimere tutte le azioni invisibili:
buone o cattive, e divenne d'uso comune per indicare delle invisibili
influenze umane, quali "l'alito vitale," per cui
l'uomo vive, e l'energia mentale, denominata lo "spirito della
mente." I nostri lontani progenitori, considerando la vita in se stessa
una forza invisibile la denominavano "spirito." In conseguenza,
riteniamo utile citare qualche illustrazione Scritturale sullo svariato
uso del termine ebraico RUACH e di quello greco PNEUMA.
Nel Vecchio Testamento, RUACH è stato tradotto 4 volte
"soffio"; 28 "odorato"; 91 "vento," tuttavia,
pur essendo diversi i significati dei termini, il concetto
predominante in ognuno è sempre quello di "forza o potenza
invisibile." Ad esempio: nell'Esodo,
15:8, "col soffiare delle tue nari, le aque sono state annullate;
nella Genesi, 6:17 "ogni carne in cui è alito di vita"; id.
26:35 "esse furono cagione d'amaritudine d'animo"; 8:21 "Il
Signore odorò un odore soave" 3:19 "tutti hanno un medesimo fiato."
Nel Nuovo Testamento,
PNEUMA è stato tradotto: "spirito";
"vita" "spirituale";
"vento." Ad esempio: "le fu dato di dare spirito
all’ immagine della bestia" in Apocalisse
13:15 ed in Giov. 3:8 "il
vento soffia ove egli vuole."
Noi non muoviamo obiezioni di sorta a queste
traduzioni, però facciamo costatare che, in tutte le occasioni, sia
RUACH che PNEUMA non stanno ad indicare, nè significare
personalità, ma un potere (influenza)
invisibile.
[154] (2) "Dio è
Spirito" significa è potente, ma invisibile. Anche gli Angeli sono denominati spiriti, poiché nella loro condizione naturale
sono invisibili all'uomo: salvo
allorché si rivelano miracolosamente.
Nostro Signore Gesù Cristo, quando fu un uomo, non
fu designato quale spirito, però—dopo la
sua esaltazione—di Lui è
scritto: "ora il Signore è quello
Spirito" (2 Cor. 5:17), cioè
un essere potente ed invisibile.
Anche alla Chiesa di questa èra evangelica è promesso un cambiamento di
natura alla somiglianza del Suo Signore, infatti è scritto: "Noi
saremo simili a lui e lo vedremo come Egli è" (1
Giov. 3:2). Si parla, quindi,
della Chiesa come se fosse una entità spirituale, essendo essa in
armonia col Signore, e dichiarata essere
generata di nuovo dallo Spirito ad una nuova natura—spirituale—con l'assicurazione che quanto
è generato dallo Spirito, nella risurrezione, nascerà
dallo Spirito. L'uso del termine spirito è in stretta connessione a
personalità, cioè ad esseri spirituali (2 Cor. 3:17; 1 Giov. 3:6).
(3) Il termine spirito viene anche adoperato per
indicare una forza generatrice e feconda come questa citata nella Genesi, 1:2 "Lo
Spirito di Dio si muoveva sopra la faccia delle acque" e sta ad
indicare che la potenza di Dioil suo veicolo di energia—fecondò le acque, rendendole
prolifiche. Anche i "Santi uomini di Dio hanno parlato, essendo
sospinti dallo Spirito Santo" (2 Pietro 1:21), poiché la Santa
Potenza, o influenza divina, fecondè le loro
menti, dando loro agio di esprimere pensieri, secondo i desiderii
di Dio. Come pure gli esperti artigiani, scelti da Mosè onde
preparassero gli arredi del tabernacolo, furono guidati dalla potenza
divina, che trasfuse energia nelle loro facoltà mentali—senza effetto morale su essi—nella stessa maniera in cui la profuse sulle
acque, le quali non risentirono alcuno effetto morale. Cos è
scritto:
"Il Signore ha chiamato per nome Betsaleel ... e lo ha ripieno dello Spirito
di Dio, in industria, in ingegno, in sapere ed in ogr artificio. Eziandio
per far disegni da lavorare in oro, in argento [155] in rame:
e per tagliare delle pietre da incastonare e del legname per
eseguire dei disegni d'ogni specie di lavoro ornamentale. Ha
anche messo nell'animo suo il sapere ammaestrare altrui e
con lui Oholiab. . . . Egli
li ha ripieni d'industria da far qualunque lavorio di fabbro e di
disegnatore e di ricamatore." . . . (Esodo
35:30-35; 28:3; 31:3-4).
Le Scritture ci dicono che Jehovah Dio trasfuse a Mosè
ed agli anziani d'Israele, il Suo Spirito con speciale potenza, onde guidassero,
giudicassero e mantenessero ordine—Numeri 11:17-26—. Nello
stesso modo lo Spirito di Dio era su i re d'Israele,
sino a quando furono devoti e leali a lui. Si rilevi, ad esempio il caso di
Saul (Samuele I 11:6): Io
spirito di saggezza ed
intendimento, atto a regnare su
Israele gli fu tolto e trasferito a Davide insieme col
potere. Infatti. ancora in I Samuele 16:13-14, rileviamo che Saul,
invece dello spirito di sapienza e confidenza, quale servitore del
Signore. ebbe uno spirito malvagio e, più precisamente, malinconico,
per l'avvilimento di non essere più sul suo trono a rappresentare
il Signore.
"POICHÉ LO SPIRITO NON ERA STATO ANCORA DATO"
(Giov. 7:39)
Nessuna manifestazione dello Spirito di Dio, prima
dell'avvento di Gesù, fu simile a quella che si estrinsecò su Lui,
dal tempo del Suo battesimo alla Sua crocifissione, e sulla
Chiesa, dalla Pentecoste ad oggi, e sino alla fine dell'età
Evangelica, al completamento del suo corso, nella prima
risurrezione.
L'Opera dello Spirito Santo di Dio, lungo il corso di
questa èra dell'Evangelo, è del tutto differente de la quella
esplicata nelle età precedenti. E questa differenza è espressa nelle locuzioni
"spirito di adozione"; "spirito di figliolanza";
"spirito di santità e consimili. Come già notato altrove, niuno
della posterità adamica, dopo la caduta, fu accettato come "figliuolo."
Il più alto titolo concesso da Dio al padre dei fedeli, Abrahamo, fu
quello di "amico." Ma, come l'Apostolo spiega,
quando la Parola (Logos) fu fatta carne' e
si presentò al Suo popolo Israele, a quanti lo ricevettero—allora e [156] dopo—diede
loro ragione (privilegio) di divenire figliuoli di Dio —Giov.
1:12-13; 3:3-8.—
Lo Spirito Santo, nel senso letterale della parola,
è garantito solo alla casa dei figliuoli, la quale era
sconosciuta, sin quando l'amato Figliuolo di Dio, Gesù,
si manifestò in carne e divenne Redentore del mondo, concedendo
a coloro che lo accettano l'opportunità
di ricevere l'adozione quali figliuoli—Galati 4:5; Efesini
1:5.— Secondo l'Apostolo, questa adozione, dapprima era l'eredità
d'Israele, poi, siccome non vi fu un sufficiente numero d'Israeliti,
pronti a completare il numero predestinato dei figliuoli adottivi,
Iddio, dopo aver accettato il rimanente d'Israele, "ha visitato
i Gentili, per trarre da questi un popolo per il Suo nome," onde
fossero figliuoli di Dio e coeredi con Cristo: come fu preconosciuto
e predetto da Dio, mediante i Profeti—Romani 9:4; Atti
15:14. —
Ma, in che differisce la manifestazione della divina
potenza, durante questa età dell'Evangelo, dalle altre
manifestazioni delle età precedenti? L'Apostolo Pietro ci
assicura che, quantunque gli antichi
dignitarii furono altamente onorati da Dio e mossi dal
Suo Spirito,
proferirono e scrissero cose che essi stessi non compresero, poiché
Iddio li usò come servitori, facendo loro scrivere e dire cose che, al proprio tempo, sarebbero state rivelate alla casa dei figliuoli—a
noi—mediante l'opera dello Spirito Santo, o Santa potenza
di Dio. Nel passato, cioè nelle età anteriori aIl'Evangelo, l'opera dello Spirito era automatica;
per noi, invece, è
chiarificatrice,
mediante la spiegazione del
Piano divino, fattaci dagli Apostoli, la quale ci rende idonei a comprendere con tutti i Santi. l'infinita
ed immensa profondità della sapienza divina, espressa nel
divin Piano e nella Rivelazione.
Infatti, da quanto scrive l'Apostolo,
è evidente che persino agli Angeli (i quali furono occasionalmente
adoperati dal Signore quali intermediarii con i Profeti) non fu permesso di comprendere il significato delle comunicazioni
che trasmettevano. Leggiamo come l'Apostolo si esprime:
"Della quale salvezza cercarono ed investigarono i Profeti che profetizzarono
della grazia che è
pervenuta a voi, investigando
qual fosse il tempo e quali le circostanze a
cui lo
Spirito di Cristo, [157]
che era in loro, accennava, quando anticipatamente testimoniava delle sofferenze di Cristo, e delle glorie che dovevano
seguire. E fu rivelato che
non per se
stessi, ma per voi
ministravano quelle cose che
ora vi sono state annunziate. da coloro che vi hanno evangelizzato,
per mezzo dello Spirito
Santo, mandato dal cielo; nelle quali cose gli Angeli desiderano guardare
bene addentro (Pietro I 1:10-12; 2
Pietro 1:21).
DONI DELLO STESSO SPIRITO,
LO STESSO SIGNORE,
LO STESSO DIO
"Or vi sono diversi doni: ma non vi è se non un medesimo
Spirito. Vi sono ancora diversità di ministerii, ma non vie se non un medesimo Signore.
Vi sono parimenti diversità di operazioni, ma
non v'è se un medesimo Iddio, il quale adopera tutte le cose in
tutti. Ora, a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per quanto
è utile e spediente. Conciòssiacché ad uno sia data
per lo Spirito, parola
di scienza. E ad un altro fede nel medesimo Spirito; e ad
un altro l'operar potenti operazioni; e ad un
altro profezie; e ad un
altro discernere gli Spiriti. E
ad un altro
diversità di lingue, e ad un altro l'interpetrazione delle lingue. Or tutte
queste cose opera quell'uno e
medesimo Spirito. distribuendo
particolarmente i suoi doni a ciascuno come Egli vuole'' (1 Corinzi
12:4-11—V. Diodati).
Quì sono enumerati alcuni dei doni che furono dati
alla Chiesa dallo Spirito Santo, ma bisogna far attenzione e
distinguere fra lo Spirito stesso e questi
doni, o manifestazioni, che ricevette la Chiesa primitiva,
onde non concludere nel senso che differenti Spiriti
operassero nei differenti membri, a motivo
dei differenti doni; né bisogna
credere che un differente
Signore e Maestro diede tali doni,
ma debbono essere identificati e riconosciuti, quale emanazione
della santa influenza, sparsa dal rappresentante
(Gesù) del supremo Dio Jehovah ed essere intese quali "differenze d'amministrazione"
o di operazioni. E non solo questo, poiché lo Spirito di
Dio—lo Spirito Santo—ha variato le sue amministrazioni nella Chiesa, nei. riguardi dei doni,
i quali, nella Chiesa primitiva, erano generali. Come l'Apostolo predisse
che sarebbe avvenuto, giunse [158] il giorno,
poi, in cui le profezie finirono, le lingue cessarono e le speciali
ispirazioni di conoscenza svanirono (1 Corinzi 13:8). Tutti
questi doni erano evidentemente necessarii all'inaugurazione della Chiesa,
nel principio di questa èra evangelica, ma non furono più
necessarii dopo, allorché là Chiesa divenne stabile ed i canoni delle
Sacre Scritture furono completati, "affinché—come dice l'Apostolo—l'uomo
di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera
buona" (Timoteo II — 3:17).
Vero è che questi doni non sono svaniti, o cessati,
tutti e, nemmeno quelli che sono cessati provano che il Signore sia
meno potente oggi di quanto sia stato nel passato; né la
cessazione prova che il popolo del Signore oggi sia meno degno di questi
doni di quanto lo furono altri nei tempi passati. Prova,
invece, che agli appartenenti al popolo del Signore non è più
necessario un cosi primitivo
metodo d'istruzione, e prova anche che sono stati
accettati dal Signore e, quindi, consacrati a Lui,
ricevono dallo Spirito Santo
i doni del
passato: in
proporzione alle qualificazioni ed allo zelo
che hanno per la causa del Signore. Perciò l'Apostolo esorta la
Chiesa di cercare e sviluppare i doni spirituali, onde abilitarsi al
servizio per il Signore ed il
suo popolo.
Siccome i doni sviluppati
personalmente devono essere stimati molto più di quelli ricevuiti
miracolosamente, egli dice: "ora vi mostrerò
una via che è una via per eccellenza"; procacciate la carità,
non lasciando però di ricercare i doni spirituali, e principalmente,
il dono di profezia (spiegazioni publiche)—1 Corinzi 12:31;
14:1.—Poi, indica che le lingue costituiscono un segno per gl'increduli
e tal dono, che era grandemente stimato da alcuni Corinzi,
era fra i minimi doni spirituali della Chiesa—usato a quei
tempi, principalmente, col mondo non rigenerato—che cessò con
gli altri appena la
chiesa fu stabilita.
"I frutti dello Spirito, invece, devono essere coltivati
sempre più, onde trasformarli in frutti d'amore, verso Iddio;
fra gli
uni e gli altri ed in generale. Tali
frutti l'Apostolo ci dice che sono:
"amore, allegrezza, pace,
longanimità, benignità,
bontà, fedeltà, dolcezza e temperanza" (Galati 5:22-23) Ora,
come si rileva, "frutto"
ha doppio significato, nel senso che, per prima,
rappre- [159] senta un
dono, indi, sviluppandosi gradualmente fino alla maturità, tal
risultato indica il lavoro e la cura impiegati. Così è anche con i doni dello Spirito, poiché
"ogni dono perfetto viene dal Padre" e, non miracolosamente, ma elargiti dal Padre, gradualmente ed indirettamente—ispirati
alle sue promesse—nonché dalle istruzioni del
nostro Signore Gesù, mediante gli Apostoli ed i Profeti. Essi si
sviluppano in noi man mano che perveniamo in armonia ed ubbidienza
di pensiero, parole ed opere con lo Spirito del Padre, dal quale
siamo generati e, se ubbidienti saremo sviluppati sempre pìù,
in frutti di Santità, o frutti dello
Spirito Santo: ossia alle disposizioni
ed alla somiglianza del beneamato Figliuolo di Dio, nostro Signore e Redentore. In questo modo, sotto la guida dello Spirito
Santo di verità, i fedeli attraversano le fasi di preparazione per
"nascere dallo Spirito," nella prima risurrezione, come esseri spirituali,
poiché a tale scopo sono stati generati, nel momento della
loro consacrazione al Signore. Così, perfezionati quali esseri spirituali,
cioè. membri della Chiesa, eredi di Dio e coeredi di Gesù Cristo, nostro
Signore. in perfetta unità e comunione col Padre
e col Figliuolo, completi in colui che è il Capo di tutti i principati
e potenze, nonché associato del Padre nel Regno, saranno,
ripieni dello Spirito del Padre e del Figliuolo, che è lo Spirito Santo.
Da queste concezioni
precitate, risalta che lo stesso Spirito del Padre
celeste Jehovah che creò il mondo, operò in una maniera per i Suoi servitori ed in
un'altra durante questa èra Evangelica per
lo sviluppo della Chiesa—portandola
in armonia
con Lui e preparandola a
divenire il Corpo di Cristo e
co—partecipe al Regno—opererà
in modo differente durante l'età millenniale, a mezzo
di Gesù e la Sua Chiesa glorificata, nel condurre l'umanità in armonia con i principii di giustizia e con il Re dei re e Signore dei
signori. Per il compimento di questa Opera non è necessario un
altro Dio, in quanto Egli—Onnipotente—che l'ha progettata, la compirà e le varie
circostanze, condizioni ed
intenti Suoi stanno ad indicarci
che costituiscono il Suo proposito che porterà a buon
fine proprio come ci dichiara il Profeta:
"così è della mia Parola, uscita
dalla mia bocca: essa non torna a me
a vuoto, senza aver [160] compiuto
quello che io voglio, menato a buon fine ciò per cui l'ho mandata"
(Isaia 55:11).
DIVINA VOLONTÀ, INFLUENZA. POTENZA e SPIRITO
Da quanto avanti esposto noi costatiamo che le locuzioni "Spirito
di Dio" o "Spirito Santo" possono, in senso largo, essere definite quali "influenza,
volontà e potere" divini,
esercitati ovunque ed in armonia alla volontà divina, la quale, essendo santa,
implica che l'azione graduale e l'opera dello Spirito Santo saranno
in armonia con la Santità. Iddio usa il Suo potere (che è
il Suo Spirito) in molte e svariate maniere. utilizzando diversi agenti
intermediarii per ottenere diversi risultati. Tutto ciò che è compiuto
dall'Eterno, mediante agenti meccanici (ossia inconscienti)
o agenti intelligenti, risulta
opera Sua, come se Egli ne fosse diretto
Artefice: poiché tutti codesti agenti costituiscono parte della
Sua creazione. Esattamente come avviene fra gli uomini: un imprenditore
che edifica un palazzo, non può certo lavorare da se stesso tutte le
varie strutture dell'edificio, ma tutti i lavoratori sono
sotto il suo controllo e s'attengono alle sue istruzioni; di conseguenza l'edificio, nei suo insieme, è l'opera dell'imprenditore.
Così, ad esempio. allorché leggiamo: ''I1 Signore
Iddio creò il cielo e la terra'' (Genesi 2:4), non
supponiamo che Egli manipolò gli elementi personalmente,
poiché è detto: "Egli parlò (diede l'ordine)
e la cosa fu (e l'ordine fu eseguito); "Egli comandò e la cosa sorse"
(Salmo 33:6-9).
La creazione non fu un opera instantanea. Essa
richiedette sei giorni, cioè sei epoche. Noi sappiamo che "tutte le
cose sono del Padre," mediante il Suo potere e la Sua volontà
(il Suo Spirito), nondimeno questo potere, come
le Scritture attestano, fu estrinsecato mediante il Suo Figliuolo,
il Logos.
La trasformante potenza dello Spirito di Dio,
operante durante questa età dell'Evangelo, onde attarre
appieno ad-una-mente il Suo popolo con se, è un'azione più astrusa ed
incomprensibile di quella descritta nella Genesi (1:2). Questa potenza operante attualmente
tratta un soggetto d'ordine più elevato, con una mente ed
una libera volontà, in luogo della materia informe ed inerte.
[161] Alla luce
delle Scritture, possiamo essere edotti sul significato dello Spirito
Santo che è:
a) la potenza di Dio esercitata in ogni maniera, ma
sempre in accordo lineare con la giustizia e l'amore e, quindi,
una Santa potenza;
b) potenza estrinsecante il pensiero, o la parola, o
l'energia vitale, o una forza datrice di vita: qual quella
manifestata nella risurrezione del Signore e sarà manifestata nella
risurrezione della Chiesa (il Suo Corpo);
c) la rigenerante—o trasformante—potenza nella
conoscenza della Verità, che è diretta emanazione dello "Spirito della Verità."
Il corso tracciato dalla Parola di Dio
è in piena armonia con la dirittura
e la giustizia e ci è magnificata nella espressione di Gesù: "la
Tua Parola è Verità." Nello stesso modo, tutti coloro che vengono
sotto l'influenza del Piano di Dio, per mezzo dello Spirito della
Verità e della giustizia: la Parola dichiara, a giusto
titolo, che essi sono generati
dalla Verità a nuova vita. Cioè, essendo entrati
nell'armonia delle regole e condizioni divine, a mezzo di Cristo,
da quel momento, Iddio accetta tale consacrata attitudine come
giusta—giustificata per fede—e considera il credente qual nuova
creatura in Cristo Gesù, aspirante ad essere guidata dal Suo
Spirito in tutta la Verità ed in piena ubbidienza sino al punto di ogni
sacrificio e fino alla morte. Di costoro è detto che hanno ricevuto
"io Spirito di adozione." poiché. dal momento in poi Iddio,
a mezzo di Cristo. entra con essi in un patto speciale, come con
Figliuoli. Il Padre, mediante il Capitano della loro salvezza, li garantisce che, se dimoreranno nello "Spirito di Verità,"
Egli farà si che tutti gli
affari e le prove della loro vita coopereranno per
il loro bene e per lo sviluppo dello Spirito di dirittura, verità, pace
e gioia in essi. Così otterranno un continuo accrescimento dello
Spirito Santo, proveniente dall'obbedienza allo Spirito di Verità. Ecco, perciò le esortazioni dell'Apostolo: "Siate
ripieni dello
Spirito";—e—"lo Spirito di Cristo abiti in voi
doviziosamente ed abbondi, ed
esso non vi renderà oziosi, né sterili." Questo Spirito
Santo, operante nel credente, dal principio della sua piena consacrazione
al Signore, è lo stesso Spirito Santo o disposizione [162] del Padre, che operò nel nostro Signore Gesù e per cui è
denominato "Spirito di Cristo": perciò è scritto che "se
alcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non è di Lui" (Romani 8:9).
LO
SPIRITO CON "MISURA" E SENZA "MISURA"
Nostro Signore Gesù fu generato dallo Spirito, al tempo del suo
battesimo, cioè della Sua consacrazione. Lo stesso è per i componenti
della Chiesa, i membri del Suo Corpo, che sono generati al tempo del loro "battesimo
nella Sua morte," che costituisce la loro piena consacrazione al
Signore. Quì, però, occorre precisare che il Signore, il Capo della
Chiesa, ricevette lo Spirito Santo senza misura (illimitato)
—Giov. 3:34), mentre i suoi seguaci lo ricevono limitato. Una misura
dello Spirito è data ad ogni membro della Chiesa, 1 Corinzi 12:7; Romani
12:3. Ciò perché nostro Signore era un uomo perfetto, mentre noi, suoi
seguaci, quantunque riconosciuti perfetti (giustificati per fede)
attualmente siamo ancora imperfetti. L'uomo perfetto, alla vera immagine
di Dio, può essere in piena armonia con Dio e col Suo Spirito di Santità
in ogni particolare, ma—in proporzione della degradazione per la caduta—la
nostra armonia con Lui e col Suo Spirito di Santità è diminuita. E, per
quanto è suo dovere e privilegio conoscere e fare la Sua volontà,
tuttavia niun membro della razza umana decaduta è in grado di ricevere lo
Spirito del Signore in tutta la sua pienezza, onde porsi in assoluta
armonia con Lui in ogni dettaglio. Perciò riscontriamo che i credenti
consacrati, i quali hanno ricevuto lo Spirito Santo di adozione, lo
posseggono in differenti misure: misure dipendenti dal grado di grazia e
di fede, ottenuti dal momento della consacrazione, o dalla decorrenza di
tale grazia divina. E la rapidità, con la quale possiamo ottenere in
maggior misura lo Spirito Santo e venire ad una migliore conoscenza,
crescenza ed accordo con ciascun dettaglio del Piano Divino, dipende largamente
dalla nostra sincerità nel riconoscere le nostre imperfezioni e dal grado
di consacrazione nostra al Signore, per cui siamo spinti ad indagare la
Sua volontà nella Sua Parola, onde porla in pratica negli affari della
vita.
Secondo l'estensione in cui il credente sottopone al Signore la [163] propria
volontà e preferenze, cercando di camminare nelle Sue vie, edi essere
"guidato dallo Spirito"; "insegnato dallo Spirito" e
può "servire il Signore per detto Spirito." E,
per continuare tal cammino sotto la sua guida, ed istruzione, gli occorre
possedere lo "Spirito di mansuetudine" (Galati 5:22-23; 6:1); onde "l'Iddio del nostro
Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria" possa dar loro
lo "Spirito
di sapienza e di rivelazione,"
per conoscere Lui; essendo gli occhi del loro comprendimento illuminati per conoscere
qual sia la speranza della Sua chiamata e
"qual sia la ricchezza
della gloria della sua eredità nei santi" (Efesini 1:17-18).
In queste varie presentazioni dell'Opera dello
Spirito Santo ed in molte altre che verranno all'attenzione dello
studente della Bibbia, non si troverà nulla per cui si potrebbe
individuare la necessità di un altro Iddio; invece risalta la
ragionevole concezione dell'unico Dio Onnipotente le cui risorse sono
infinite, sotto ogni aspetto. Fu Lui che disse ad Israele: "Ascolta:
Jehovah, il tuo Dio è uno" e non ha bisogno d'assistenza. Anzi,
per essere coerenti, coloro i quali opinano necessario un altro Dio,
per espletare tutto ciò che occorre
all'Opera dello Spirito Santo di Dio, possono rilevare
la quantità degli Spiriti divini: uno Spirito di adozione; uno
Spirito di mansuetudine; uno Spirito di Cristo; uno Spirito del Padre; uno Spirito d'amore e tutti quegli altri che
già abbiamo elencati.
Così potrebbero costatare la presenza di tanti Iddii in varie sezioni, i quali, però—come l'Apostolo spiega—sono l'emanazione
del solo Spirito dell'Onnipotente Dio Jehovah.
LO SPIRITO DEL MONDO —LO SPIRITO
DELL'ANTICRISTO
L'opposto dello Spirito di Dio è lo Spirito del
mondo, poiché, essendo l'umana razza decaduta e sotto l'influenza
dell'Avversario, la sua disposizione è necessariamente in conflitto
col santo, giusto, amorevole Spirito o disposizione di Dio e,
contemporaneamente, in conflitto con lo Spirito Santo ricevuto dal Suo
popolo, a mezzo della Sua Parola. Nel modo in cui lo Spirito di
egoismo, d'odio, invidia, rissa, e falsità, emanato da Satana, opera e
controlla i proseliti che ha nel mondo; così
lo Spirito Santo di Dio (Spirito [164] d'amore, gentilezza, bontà, umiltà, pazienza
e fraternità) opera e controlla i figliuoli di Dio. Questi due spiriti, o
disposizioni, uno di amore e di bontà. l'altro d'egoismo e di male, sono
in continuo ed irreconciliabile conflitto.
Le Scritture designano col nome di "spirito
dell'anticristo" questo spirito malefico operante nel mondo, in quanto
è l'opposto di quello di Cristo. Infatti, esso si adopera in
tutti i modi a far ignorare del tutto Gesù Cristo e
negare persino che Egli sia venuto al mondo. Quando poi non gli riesce
d'inculcare questa menzogna, si smentisce e pretende
presentare Gesù come un semplice uomo e, per giunta,
peccatore. Se, come accade, anche questa falsità risalta e
viene rigettata, allora asserisce che Gesù non ha compiuto nulla ed
impersonò un semplice esempio, ma non il Redentore. A spazzar
via tutte le menzogne di Satana, le Scritture insegnano di provare
gli spiriti (le dottrine che l'avversario presenta), non solo nelle
apparenze esteriori, e nelle pretese, ma contrapponendogli la
Parola di Dio. Perciò l'Apostolo ci ammonisce: "Diletti, non
credete ad ogni spirito, ma provate gli spiriti se sono da Dio ...
." affinché possiamo reperire lo Spirito della Verità
... "da questo conosciamo lo Spirito della verità e
lo spirito dell'errore" (1 Giov. 4:1, 6).
LA SANTA INFLUENZA IN CONFLITTO CON
QUELLA DI SATANA
Il carattere e la perfezione di Dio costituiscono le
regole basilari di riconoscimento ed acquisizione della Santità, della
Giustizia e delle Verità, per tutte le Sue creature. Ogni cosa ed ogni creatura
che si oppongono alle regole divine,
non sono sante, ma ingiuste
e malvagie. Tutte le infuenze avverse a Dio provengono da Satana, suo nemico, che fu il primo
cospiratore contro la giustizia,
originò l'errore e fu "il padre
della menzogna" e dell'inganno.
Però, devesi distinguere, fra gli esseri spirituali malvagi
e le influenze spirituali
malvagie, nello stesso modo in cui
distinguiamo gli esseri santi spirituali e le influenze sante
spirituali La corrente del
pensiero evoluzionista—cioè coloro i quali
sono portati a negligere o deformare il contenuto della [165] Bibbia, e si
atteggiano ad alti critici— ignora la personalità di Satana ed
i suoi associati spiriti maligni nei luoghi celesti—Efesini 6:12—e
propugna la inesistenza di ogni influsso malefico a se stante,
affermando che l'uomo, con e per la sua ignoranza, devia dal bene a
si procura il male. Altri, poi, più radicati nell'errore e nelle
falsità filosofiche, sono pervenuti alla conclusione che non esiste un
Dio. in persona, ma esistono solo delle benefiche inflenze, le
quali—come pretendono—stanno sviluppando gradualmente l'uomo
alla perfezione.
Ma noi prestiano attenzione agli oracoli
di Dio, la Sua Parola, la
quale—come l'Apostolo ci assicura—è in grado di renderci
saggi per
ottenere la salvezza in cui
reperiamo tal fonte di luce, di vita e di Spirito Santo della Verità da
non poterla nemmeno lontanamente
paragonare alle insulse teorie umane. Da essa noi rileviamo che
Iddio è uno Spirito (Entità) Santo e puro e che il Suo Spirito Santo
(influsso) è adoperato sempre con dirittura e, quindi, coloro che sono in armonia
e ad-una-mente con Lui devono avere il Suo
Spirito di Santità, come l'Unigenito
Figliuolo, in cui è
la pienezza dello
Spirito divino; i Santi Angeli i quali non hanno altra
volontà oltre quella del Padre; la Chiesa, scelta fra gli uomini,
la quale ha una certa misura della mente (Spirito)
del Suo Capo (altrimenti non
gli appartiene) e cerca essere
sempre più ripiena dello Spirito di Santità e spoglia d'influssi
carnali e mondani. Anche la Parola
insegna che Satana è uno Spirito (entità) ed ha una mente—spirito o disposizione malefica—che agisce
mediante canali o agenti, cioè gli Angeli decaduti (anch'essi essere
spirituali), allorché perdettero lo spirito di santità e devozione
verso Dio e le Sue
giuste leggi ed al presente,
soggiocati da uno spirito
(disposizione) malefico, esercitano i loro influssi
malefici, secondo le opportunità.
Così, anche tutto il genere umano, caduto
per mezzo del peccato adamico, si è asservito al peccato: per cui alcuni
peccano volontariamente; attratti dalla seduzione; altri, involontariamente—pur cercando Iddio—perché accecati e sedotti
dalle menzogne dell'avversario, che spande lo spirito dell'errore.
L'umanità (le menti ed i cuori degli uomini)
costituisce un [166] campo di
battaglia in cui lo Spirito Santo, composto di amore, giustizia,
verità, santità e luce—che è lo Spirito di Jehovah e del Suo
Figliuolo, il Redentore dell'uomo—contrasta con lo spirito malvagio
di Satana: propugnatore del peccato, delle tenebre, delle menzogne,
dell'odio, della malizia e di tutti i suoi maleficii. L'umana
famiglia, schiava del peccato a cagion del progenitore Adamo,
permane nello stato morente per ereditarietà (Romani 5:12-21;
6:16-23; 7:14; 8:20-21). In questa
condizione di servaggio, gli uomini sono stati accecati dall'iddio (rettore)
del presente mondo (condizioni) malvagio, il quale "ha accecato
le menti," ponendo innanzi ai loro occhi, come bene, le tenebre, al
posto della luce (2 Corinzi 4:4; Effesini
6:12; Isaia 5:20): permettendo, così, ad una
stragrande maggioranza—cui rende facile operare il male e
difficile il bene—di conformarsi a tal spirito di malvagità (spirito
del mondo). In tal modo ha preso il
controllo delle masse umili, sfrattandone l'ignoranza, in cui le ha spinte;
e di quelle più elevate, risvegliando in esse
l'orgoglio, la superbia e l'egoismo. La battaglia ebbe inizio alla prima venuta del Signore, poiché lo Spirito della Verità scese dapprima su nostro Signore e, poi, alla Pentecoste,
sulla Chiesa. Il mondo giaceva nelle più fitte tenebre, allorché
Gesù apparve, ripieno dello Spirito di Dio—luce della divina Verità—per cui costituì "la luce del mondo":
la vera luce, essendo
lo Spirito Santo rappresentato—sin dalla Pentecoste—non dalle
chiese nominali, ma dai veri membri del corpo di Cristo, possessori
dello Spirito Santo del loro Capo. Tal battaglia non poteva
aver inizio prima, perché nessun uomo (essendo
tutti peccatori) poteva funzionare da canale dello Spirito Santo di
Dio; da Suo rappresentante o
ambasciatore di giustizia e verità, o da soldato
della croce. La riconciliazione per il peccato dell'uomo doveva
essere compiuta in primo luogo, avanti che lo Spirito Santo avesse da
iniziare la sua opera, cioè combattere ad uno scopo.
L'umanità fu condannata a morte—alla distruzione eterna—come
nemica della dirittura: perché, quindi combattere per dei perduti? Perché provare d'influenzarli a favore della dirittura, quando
non si poteva offrire loro niuna speranza d'un premio per i
loro sforzi? Perciò dovette venire prima il riscatto. ed il Padre,
[167] nell'accettarlo,
concesse lo Spirito Santo a coloro i quali erano stati
adottati, come figliuoli nella Sua famiglia spirituale, per mezzo di Cristo.
Qualcuno potrebbe osservare che la battaglia, sin da
quando iniziò, si è svolta contro lo Spirito Santo e a
favore dello spirito del male, dato che i servitori del peccato oggi, per
l'accrescimento naturale della popolazione sono di gran lunga più
numerosi del tempo in cui ebbe inizio la battaglia e ancora
aumentano con superiorità rispetto all'accrescimento delle
denominazioni cristiane.
Lo Spirito del male e dell'errore trionfò contro lo
Spirito Santo di nostro Signore, fino all'estremo limite di
crocifiggerlo, e similmente ha trionfato su i membri fedeli di Cristo,
nel perseguitare, calunniare e maltrattare ogni membro in varie
maniere, secondo i tempi, i luoghi e le circostanze. Lo scopo di
questi attacchi, mossi dallo spirito del male e dai suoi
servitori, tende sempre a minare l'influenza
dello Spirito di Verità, onde far apparire bene il male; impuro il puro e tenebre la luce. Non sempre
i servitori del male sanno quel che fanno, perché non hanno
il senso del giusto discernimento e sono imbevuti d'odio, di malizia,
invidia e maldicenza: accecati, insomma, dallo spirito del
male spesso credono che il loro comportamento sia accetto a Dio.
Perché questa sconfitta dello Spirito di santità? e sarà sempre così?
Rispondiamo: apparentemente, sembra sconfitta, ma—in realtà—non
l'è, poiché lo Spirito di Santità ha trionfato, sin da quando
ebbe inizio la battaglia e la sua duplice missione, durante questa èra
evangelica, è stata ben adempiuta.
(1) Lo spirito Santo doveva essere trasfuso nel popolo
di Dio, secondo il grado della sua
consacrazione. dello zelo e della dirittura; ed in ragione della
prevalenza e potenza dello spirito del male: onde provare il carattere
cristiano ed accettare le condizioni presenti,
per le quali chi vuol vivere santamente "sarà perseguitato" e dovrà
sopportare con pazienza "ogni mala parola," messa in giro
falsamente contro di lui e, seguendo l'esempio del Maestro, continuare
ad essere fedele al Signore ed alla Sua causa, a qualunque
costo, senza neppur tener conto della propria vita [168] —Tim.
II, 3:12; Matteo 5:11; 1 Pietro 2:23; Atti 20:24.
(2) La luce dello Spirito di Santità, nel popolo di
Dio doveva rilucere sul mondo, in modo da attrarre tutti coloro
che non sarebbero stati del tutto accecati dal perverso
spirito dell'avversario. Esso doveva risplendere sull'oscurità del
peccato—riprendendolo e condannandolo—in testimonianza
contro ogni ingiustizia e così scuotere persino la coscienza degli
accecati, nel far rilevare la loro responsabilità verso Iddio, al
quale un giorno avrebbero dovuto rendere conto del proprio operato.
Perciò nostro Signore ordinò ai Suoi seguaci che, dopo aver
ricevuto lo Spirito Santo, dovevano testimoniare la Verità a tutti i popoli, non importando
se l'avessero accettata o no.
Lo Spirito Santo ha trionfato in ambidue gli obiettivi
per i quali fu mandato. Ha scelto i fedeli del "piccolo gregge,"
i "vincitori," che camminano lungo il cammino
della giustizia, con a capo Gesù, il Capitano della fedele
compagnia di soldati della croce, tutti consacrati "fino alla morte";
ai quali è promesso il premio del Regno che otterranno non appena
l'ultimo membro sarà stato provato e reso perfetto per le sofferenze a cagion di
giustizia. Esso ha trionfato anche nella testimonianza data al
mondo. Nostro Signore —predisse che l'effetto della testimonianza
consisteva nel convincere il mondo del peccato, del veniente giorno in
cui avrebbe trionfato la dirittura ed il giusto giudizio, per il
quale le opere malvagie della presente vita avranno la giusta
retribuzione, secondo il grado di luce che ha goduto il trasgressore.
Questa testimonianza è stata data in vasta
distensione di tempo e di luoghi, e il mondo in generale riconosce questi
tre punti che lo Spirito di Santità della
Chiesa ha presentato, cioè: il peccato, la dirittura
ed il giudizio. Ma il mondo non ancora ha un'idea chiara ed
esatta della giustizia, né del peccato, né comprende il carattere e lo
scopo del veniente giudizio, oltre ad ignorare che cosa sarà un giorno di
mille anni. Non ha compreso né comprende ancora chiaramente la chiamata
della Chiesa durante questa èra Evangelica, per la quale si può sfuggire non solo ad
essere giudicati, ma anche di divenire
giudici di questo mondo, al giorno del [169] giudizio,
a condizione, però, di sacrificare gl'interessi terreni per
l'amore della giustizia e seguire
le orme del Redentore. Ma non è necessario
per il mondo conoscere tali particolarità, poiché esse non lo
concernono: "sono le cose profonde di Dio" che niuno può apprezzare
al di fuori di coloro i quali divengono sinceramente obbedienti
alla chiamata a dirittura del Signore. Costoro, nel consacrarsi,
ricevono lo Spirito del Padre e, perciò, quali figliuoli, sono resi
familiari di tutti i particolari del Piano di
Dio—I Corinzi
2:10-11. —
Se alcuni domandassero:—Sarà sempre così? Noi
risponderemmo no, poiché non appena sarà passata questa età,
ed il "piccolo gregge" sarà formato e chiamato per coereditare
con Gesù, tutto cambierà. Allora seguirà l'operazione dello
Spirito Santo o potenza di Jehovah, per l'instaurazione del Regno e, in tale procedimento, lo Spirito
Santo opererà lungo tutte le direzioni, pronunziando i suoi
giudizii ed istituendo la giustizia sulla terra. Egli prenderà "il
diritto per livello e la giustizia per piombino" e la menzogna
e l'inganno d'ogni genere
saranno soppiantate dalla chiara conoscenza
della Verità. Invece di testimoniare al mondo "un giudicio a
venire" lo Spirito Santo testimonierà che il giudizio è incominciato
e che ogni trasgressione riceverà prontamente la giusta retribuzione
di punizione. Invece di dire alla Chiesa: "non giudicate nulla prima
del tempo," lo Spirito Santo testimonierà il contrario e, cioè che,
nella loro qualità di strumenti divini sono stati qualificati in modo
speciale per giudicare il mondo con giustizia e dirittura. Mentre, per il passato, coloro che furono in armonia con Dio e possedettero
lo Spirito di dirittura e verità, soffrirono a cagion di giustizia,
allora saranno coronati Re e Sacerdoti di giustizia ed incaricati
a regnare sulla terra per benedirla, instaurandovi la perfezione, e
giustizia, a beneficio di tutti gli ubbidienti delle leggi divine
e per scartare e distruggere, a distruzione eterna, tutti coloro i
quali, volontariamente, rigetteranno l'opportunità del beato giorno del giudicio,
assicurato dall'amor di Dio, mediante
il riscatto dato per tutti da
nostro Signore Gesù Cristo. Così il grande Jehovah
ed il Suo Spirito di Santità, insieme con tutti coloro che si associano a
Lui avranno il trionfo definitivo,
ed il peccato, [170] Satana, e lo spirito del male
saranno per sempre annientati, in modo che non esisterà più
maledizione—Isaia 28:17; I Corinzi 4:5; 6:2; Atti 3:23; II
Tessalonicesi 1:9; Apocalisse 23:3.
COMBATTIMENTO SPIRITUALE DEI SANTI CON
I NEMICI ESTERNI ED INTERNI
Finora, abbiamo considerata la battaglia
nell'assieme; ora, diamo un'occhiata ad alcune
delle sue attuali fasi. Mentre il conflitto può considerarsi dalla
Chiesa in generale, tuttavia è un conflitto individualmente
col peccato. Ma, allorché la Chiesa ne uscirà vittoriosa,
bisognerà ricordare che essa sarà composta solo da vincitori,
per cui la vittoria della Chiesa, vittoria dello Spirito Santo di
Dio, sarà anche vittoria individuale dei Santi.
La maggioranza della cristianità
nominale conosce poco o nulla di queste battaglie, poiché
non ha ricevuto lo Spirito Santo della Verità. Alcuni si sono
consacrati ed hanno ricevuto uno spirito di setta, per cui, nutrendo
amore e devozione per essa, fanno sacrificii per mantenerla compatta.
Altri che hanno riconosciuto dei principii morali e si sono
dedicati a propugnarli e sostenerli, ricevono lo spirito di moralità,
che, soddisfacendoli nel loro intimo, giustifica la loro condotta. Altri
hanno scelto alcune verità e le adorano—come la pazienza—e
sono felici quando sono giunti ad averne il massimo possibile. Altri si
consacrano ad un special "lavoro" per Gesù ed
apparentemente sono soddisfatti, allorché si trovano in
mezzo ad una grande attività e sono lieti di avere un incarico
preminente, di qualsiasi specie esso sia, purché non servino
Satana apertamente. Per costoro, dedicare del tempo per studiare
la Parola di Dio, onde accertarsi quale specie di opera Egli vuole,
significherebbe violare il loro patto di consacrazione, poiché, abbarbicati ad un
lavoro, sono soddisfatti di quell'attività. Altri
si dedicano ad un particolare servizio a Dio ed agli uomini: servizio che,
secondo loro, ha bisogno dei loro
talenti. Se si dedicano al "lavoro di temperanza" o a quello di "riforme
sociali" essi ricevono lo
spirito che emana da tali lavori.
Tutte queste mansioni e gli spiriti (disposizioni)
che ne risultano, sono pervase da
buoni o cattivi influssi. Quantunque [171] esse siano
preferibili a quelle prettamente ispirantisi al male ed all'egoismo,
non possono certamente compararsi alla consacrazione insegnata dalle
Scritture e personificata nel Signore Gesù Cristo, il Redentore del mondo,
l'esempio ed il modello del Suo Corpo, la Chiesa. È questa la
sola e vera consacrazione che produce
nel cuore lo Spirito Santo, lo Spirito di Verità, che il
mondo non può ricevere.
Questa vera ed unica consacrazione differisce da tutte
le altre. Essa ha un solo santuario nel quale s'inchina ed adora solo Jehovah,
sottomettendosi alla Sua volontà e presentandosi all'altare del Signore,
quale sacrificio santo ed accettevole. Egli non fa alcuna stipulazione
o riserva. II linguaggio del Sommo Sacerdote "Io non sono
venuto a fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato": "ecco, io vengo (siccome di me è
descritto nel libro) a fare la tua volontà, o Dio." A questi
proponimenti s'ispirano coloro che sono resi partecipi dello Spirito
Santo.
Coloro i quali hanno consacrata la loro vita al
Signore, accettando senza riserva la Parola e la volontà di Dio, a
mezzo di Cristo Gesù, son possessori di una mentalità spirituale,
per cui sono divenuti "Nuove creature" e tale qualificazione
sarebbe fuori luogo, se non significasse altro che il cambiamento
radicale di cuore (o della
volontà) che hanno sperimentata, ma, infatti, significa
più che un semplice cambiamento perché costoro, scelti per mezzo
dello Spirito Santo di Verità, si accostano a Dio per mezzo
della nuova via vivente—la quale fu aperta
dal gran sacrificio per i peccati—e divengono nuove creature in
embrione: la cui perfezione, alla divina natura, avverrà col
cambiamento che si effettuerà alla prima risurrezione, alla fine di
questa età e che è condizionata alla loro fedeltà
di nuove creature, sotto la guida dello
Spirito Santo.
Intanto, questa nuova creazione mentale (o questa
mentalità trasformata, cioè l'embrione della nuova creatura, che verrà
alla piena
esistenza alla risurrezione) è sempre identificata in un corpo umano e
perciò l'Apostolo dice di questa classe di
persone: "ma noi
abbiamo questo tesoro (la nuova mente) in vasi di terra" (II
Corinzi 4:7). Parlando sullo stesso soggetto,
l'Apostolo ci [172] assicura che, allorquando
questo vaso terreno sarà dissolto, morto con Cristo, noi avremo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano
d'uomo, eterna, nei cieli, un corpo glorioso, armonioso in tutti
i modi e ben preparato per abitacolo della nuova mente ed il suo Spirito di Santità, (II Corinzi 5:1), se faremo parte dei fedeli
vincitori, perseveranti fino al termine del pellegrinaggio nella
via stretta, seguendo le orme di Gesù, nostro Capo.
Il termine Santo significa completo perciò la locuzione "Spirito Santo"
sta a significare uno Spirito intero o completo. Così, noi, senza
sorpresa, possiamo costatare che coloro i quali hanno ricevuto lo Spirito Santo, o spirito completo, in buona misura, sono formati
in tutto, e su ogni punto rispetto al loro carattere, divenendo
degli esseri dal senno equilibrato, principalmente nei loro giudicii.
Essi hanno "lo Spirito di mente sana," anche quando il cieco
ed avverso spirito del mondo li contrasta: dicendo d'essi—come
dissero di Gesù: "Egli ha un demonio ed è fuori di se" (Giov. 10:20), ciò perché essi
vivono e lavorano, gioiendo, delle cose che non possono vedere, riservate
ed eterne nei cieli—2 Timoteo 1:7.—
Considerato dal punto di vista individuale, uno dei
serii nemici di coloro i quali sono stati generati a santità dallo
Spirito, per mezzo del divino consiglio e promesse, è lo spirito
di timore o timidità. Esso vorrebbe persuaderci dell'esistenza
d'un probabile errore: sia che Iddio
non ispirò le più grandi e preziose promesse; sia che
esse non siano per noi o che—per delle ragioni—non potremmo
giammai ottenerle. Tutti i componenti del popolo di Dio sono
esposti agli attacchi, mossi con più o meno persistenza da questo
malvagio spirito di dubbio e timore, che tutti devono combattere
e vincere coraggiosamente: onde non annienti i frutti dello
Spirito Santo.
Eppure, lo "spirito di timore" non è uno
Spirito di Dio, né del diavolo, introdottosi in noi; è
semplicemente un'influenza mentale naturale che risiede in molti
umili esseri della decaduta razza umana. Questo spirito
attecchisce nei cuori di coloro che si rendono
conto della loro imperfezione ed indegnità per ottenre i favori
divini. L'antidoto a questo spirito di timore è lo Spirito Santo
della Verità, dal quale occorre prendere istruzioni in piena [173] certezza
di fede. Lo Spirito della Verità ci dice che, da quando siamo
divenuti Nuove Creature in Cristo Gesù, non deve sussistere in noi
alcun timore, poiché le nostre debolezze son coperte col manto di
giustizia di Cristo.
L'Apostolo, sotto ispirazione, scrisse: ... "se
Iddio è per noi, chi sarà contro di noi? Colui
che non ha risparmiato il proprio Figliuolo, anzi l'ha
dato per tutti noi, non ci donerebbe Egli ancora tutte le cose
con Lui? Chi farà accusa contro gli eletti di Dio? Iddio è
quel che giustifica. Chi sarà quel che li condanni?
Cristo è quel che è morto e, oltre a ciò, ancora risuscitato; il
quale è alla destra di Dio, il quale eziandio intercede per noi"
(Romani 8:31-34).
Se lo "Spirito di fede" che è una fase
dello "Spirito di Santità, s'afferma e viene accettato e
sostenuto dalla nuova creatura, la vittoria su lo spirito di
timore è subito riportata e ne consegue pace e gioia nello Spirito
Santo, fede ed amore in Dio, il cui Spirito di Santità
è anche di gioia e pace per coloro che' lo ricevono—in proporzione
dei progressi nell'armonia col Padre celeste e col Redentore, il quale ha
la stessa mente, o disposizione, del Padre. Eppure questa battaglia deve
essere sostenuta ripetute volte, durante le esperienze del
Cristiano. Difatti, lo "spirito del timore" può
divenire un servitore prezioso della nuova creatura, però non deve
essere tollerato né come maestro, né come amico, né farlo risiedere nel
nostro cuore: facciamolo divenire nostro cane di guardia e
piazziamo la sua cuccia al di fuori del nostro cuore ed egli potrà
esserci utilissimo nel richiamare la nostra attenzione se degli estranei
si avvicinassero per derubare il nostro tesoro di santità, di gioia,
di pace, d'amore e di comunione col Padre nostro e con i fratelli.
L'Apostolo ci dice di temere gli attacchi del difuori, dopo che ci
siamo messi in regola ed in accordoconDio, scacciando dal nostro
cuore ogni avversa influenza, per dar posto solo al Suo Spirito.
Vegliamo nel timore che al momento d'andare verso lo Sposo, di
buon mattino, qualcuno fra noi non si faccia vincere, per
pigrizia, disattenzione o dal sonno e—al pari delle vergini stolte—non
sia preparato per il grande
avvenimento "le nozze," per cui abbiamo fatto tutti i
nostri preparativi.
[174] Rammentiamoci,
allora che, per quanto utile e servibile possa esserci lo
spirito del timore, esso non è da Dio e, perciò, non deve essere
ammesso nella fortezza del cuore cristiano, la quale deve essere
interamente occupata dai diversi membri della famiglia dello
Spirito Santo: l'amore, la gioia, la pace
eccetera; poiché l'amore bandisce il timore e tutti gli altri membri
della famiglia dello spirito empio—la collera, la malizia, l'odio,
la gelosia, il timore, lo scontento, l'orgoglio, le ambizioni
mondane ecc. L'Apostolo dichiara: "Dio ci ha dato uno spirito non di timidità, ma
di forza, d'amore e di mente sana" (2 Timoteo 1:7),
vedi Diaglott.
A volte, gli attacchi vengono alle spalle e non di
fronte: quali il timore degli amici, quello del mondo eccetera, che
possiamo definire una ripugnanza ad ammettere che Iddio voglia salvare altri, allorché
confidiamo in Lui per essere salvati noi stessi. Anche questa
è una seria situazione, poiché distoglie lo spirito di pace
e di gioia e dirige male le energie personali. Lo "spirito di timore"
dice: è un grave sbaglio pensare che Cristo morì per tutti
ed è una grande presunzione il credere che tutti potranno un giorno
ottenere delle benedizioni e l'opportunità di vita, qual risultato del riscatto. Oppure, se il timore non riuscisse a soggiocarci,
il suo accolito, lo "spirito
dell'errore" proverà
a guidarci dalla parte opposta,
tentando di farci credere alla salvezza universale a vita eterna, nel suggerire che per orgoglio, la grandezza divina
non distruggerebbe coloro che dovessero perseverare nel male.
Lo "spirito dell'errore pretende
essere più saggio della Parola di Dio, e
suggerisce alla ragione umana che dovrebbe giudicare Iddio,
secondo il modello o l'idea umana, in luogo di correggere le sue
idee secondo la Parola della rivelazione divina. Così, in diverse
maniere, lo spirito d'errore, lo spirito di paura, e lo spirito di servitù,
che sono tutti elementi dello spirito dell'Avversario, —lo
spirito non santo—introducono delle menzogne le quali rinnegano le
affermazioni dello Spirito della Verità, per le quali è dichiarato
che "Cristo Gesù per la grazia di Dio ha gustato la morte
per tutti gli uomini e che la beata opportunità di
venire in [175] armonia
con Dio, sotto le condizioni del nuovo Patto, sarà ultimamente
estesa ad ogni creatura umana"; e che, quando ognuna d'esse
sarà portata alla conoscenza della Verità, allora sarà giudicata,
e potrà essere approvata a vita eterna, o condannata all'eterna distruzione,
la morte seconda. "Da questo conosciamo lo Spirito della
Verità e lo spirito dell'errore" (1 Giov. 4:5-6; Atti 3:23).
Lo Spirito di Dio, lo Spirito di santità, è uno spirito di gioia e di
pace in tutti coloro che lo ricevono e secondo il modo in cui lo
ricevono — in proporzione della entità
d'accordo nel quale pervengono
col Padre celeste e col Redentore,
i quali hanno la stessa mente, o
disposizione.— Lo Spirito del Signore guida alla fede, nelle
promesse divine; lo spirito d'errore guida alla direzione opposta:
miscredenza alle promesse divine; affidamento alle speculazioni, umane
—credulità
e superstizioni —credenza, cioè, in cose che Iddio non ha dette,
irragionevoli, però, per coloro i quali hanno
lo "Spirito Santo," lo "Spirito di mente sana." Lo
Spirito di Verità conduce all'attività ed all'energia nel servizio della causa divina,
facendo apprezzare il privilegio di collaborare, secondo le
sue possibilità; lo spirito dell'errore, invece, è uno "spirito di
assopimento," negligenza o trascurataggine
rispetto alle cose celesti, e
sollecitudine per le cose
terrene: uno spirito, in
definitiva, negligente verso la
vera Chiesa ed i suoi legami d'amore, ed accurato riguardo alle
organizzazioni umane ed i loro credi e legami —
Romani 11:8.
LO SPIRITO TENDENTE ALL'INVIDIA
Come già abbiamo messo in rilievo, i consacrati
figliuoli di Dio —spiriti generati—"nuove
creature," al presente sono degli esseri, nello stato d'una quasi
dualità; la nuova creatura, non ancora sviluppata,
né nata, non avendo un corpo conveniente, vive nel vecchio
corpo di carne considerato come mortoprigioniero della rinnovata
mente, in fase di sviluppo, della quale
non può servirsi con la sua
volontà. (Comunque tale situazione non comporta che
i cristiani abbiano due nature, poiché
una tale concezione è contraria
alla scienza della Bibbia.) Il nuovo spirito, la mente di
Cristo o Sua santa volontà o disposizione, è soltanto riconosciuta [176] da Dio ed
essa soltanto deve essere riconosciuta dai "fratelli santi, e
partecipi alla celeste vocazione." Tuttavia, esiste una continua lotta fra
questa nuova disposizione, generata dalla Parola di Dio e la
vecchia volontà, spirito o disposizione della nostra carne decaduta.
Talvolta, nelle Scritture, la volontà, o disposizione contraria, della
nostra carne è assimilata al nostro spirito, come in questo passaggio
in cui leggiamo: "Pensate voi che la Scrittura dichiara invano che
lo spirito il quale abita in noi (e nulla che abita nella nostra carne è
perfetto) ci brama fino alla gelosia?" (Giacomo 4:5).
Il nuovo spirito, la nuova creatura (quella generata
dallo Spirito di amore) non invidia, poiché è scritto: "La
carità (amore) non invitia, non si vanta, ecc." (I Cor. 13:4).
Perciò, ogni qualvolta c'imbattiamo nello spirito d'invidia, d'odio,
vanagloria, in un grado di controllo delle nostre azioni, parole o
pensieri, dobbiamo ritenere che costituisce un segno il quale c'indica che
il vecchio spirito della carne sta riportando vittoria su noi, quali nuove
creature. Nella proporzione, in cui ci distacchiamo dal vecchio
spirito, e siamo ripieni dagli elementi dello Spirito Santo —
gentilezza, bontà, umiltà, amor fraterno, amore — noi
cresciamo all'immagine di Cristo, che è l'immagine del
Padre, e, nella stessa proporzione, veniamo ripieni dello Spirito
Santo. Noi non siamo riempiti da una persona spirituale, ma
dall'influsso emanato dalla volontà (o spirito) d'una persona, la quale,
in questo caso, è quella del nostro Padre Jehovah: il cui
Spirito è lo stesso che fu ed è ancora nel Suo Unigenito
Figliuolo.
L'apostolo Paolo, nello scrivere, riguardo a questa
lotta dello spirito (disposizione o mentalità), della nostra carne
ed il nuovo spirito (disposizione o mentalità) in cui siamo stati
rigenerati, tratta il soggetto dal punto di vista che la nostra
carne non rappresenti più noi stessi, ma sia la nostra nemica; noi,
considerati nuove creature e lo Spirito Santo, quale nostro solo
spirito, o disposizione. Egli dichiara: "Or io dico: camminate per lo
spirito e non adempirete i desiderii dellà
carne. Perché la carne ha desiderii contrari
allo Spirito, e lo spirito ha desiderii contrari alla carne; sono
cose opposte fra loro; in guisa che non potete fare (la nuova [177] creature)
quel che vorreste." L'opposizione e le seduzioni continue della
carne, in effetti, costituiscono un intralcio al compimento delle
opere perfette, benché, per la grazia di Dio, ciò non impedisce al
Padre d'accettarci quali "nuove creature" il cui cuore, lo
spirito e gl'intenti sono santi ed accettevoli al Padre nel Prediletto
(Galati 5:17-18).
INSEGNATI DA DIO, MEDIANTE LO SPIRITO
Per tutto ciò che abbiamo imparato, circa lo Spirito
del Signore e le Sue Opere sul Suo popolo, per mezzo del Suo luminoso influsso nelle
loro menti, atto a rimuovere
qualsiasi errore per la Sua Parola
di Verità, siamo in grado di comprendere ed apprezzare quanto
ci dice l'Apostolo: "le
cose che occhio non ha veduto e orecchio
non ha udito e non sono salite nel cuore dell'uomo, sono quelle
che Iddio ha preparate per coloro che l'amano. Ma Iddio le
ha rivelate a noi per il Suo
Spirito, perciòcché lo Spirito
investiga ogni cosa,
eziandio le cose profonde
di Dio" (I Cor. 2:9). Ciò
vuol dire che noi,
avendo sottomessa la nostra volontà al Signore, onde fossimo insegati da Lui a camminare nelle Sue vie, siamo entrati in
armonia con la Sua mente, la Sua volontà ed il Suo Spirito. E, quindi,
avendo una nuova mente, siamo in grado di vedere le cose
sotto una nuova luce; tutte le cose divengono nuove per noi e
siamo spinti ad investigare le cose profonde di Dio, onde conoscere
e fare la sua volontà, come s'addice ai Suoi ubbidienti figliuoli. Avendo
la mente e lo Spirito del Padre,
facciamo attenzione alle Sue
istruzioni, onde procedere sempre in armonia con Lui, "Infatti,
chi, fra gli uomini, conosce le cose di Dio, se non lo Spirito
di Dio" (I Cor. 2:11). In
effetti, come niuno può conoscere
il pensiero d'altri, se non gli è rivelato, così niuno può comprendere
la mente ed i Piani divini, se non perviene all'armonia con la mente divina, e non riceve, lo Spirito Santo.
"Or noi abbiamo ricevuto non lo spirito del mondo,
ma lo Spirito il quale è da Dio, acciocché conosciamo le
cose che ci sono donate da Dio" (I Cor. 2:12); "or
l'uomo animale non comprende le cose dello Spirito di Dio, perciòcche gli
sono pazzia, e non le può
conoscere, conciòssiacché si discernono spiritualmen- [178] te" (I Cor. 2:14). Queste cose possono essere comprese solo da
coloro che hanno lo Spirito o mente di Dio; lo Spirito della Verità,
siano in armonia con dirittura, onde poter conoscere appieno i principii
divini e poter divenire figli ubbidiente, sempre più "ripieni
dello Spirito" della Verità, e dello Spirito d'ubbidienza a questo
Spirito. Però essi non pervengono a questa condizione nel paragonare le
cose spirituali con le cose naturali, come abitualmente l'uomo naturale
tende di fare, ma seguendo il consiglio di Dio, "adattino parole
spirituali a cose spirituali" (I Cor. 2:13). "Ma l'uomo
spirituale (colui che ha ricevuto la mente sana o Spirito Santo) giudica
ogni cosa (possiede l'idoneità di comprendere e calcolare
convenientemente e, nello stesso tempo, le cose umane e quelle spirituali
alla luce del piano di Dio) ed egli stesso non è giudicato da alcuno."
Niun uomo naturale può comprendere o giudicare giustamente i motivi che
spingono la "nuova creatura a sacrificare volontariamente delle cose
ben valide, agli occhi dell'uomo naturale, in cambio di speranze e di
prospettive che sono, per se stesso, irreali ed irragionevoli. Perciò, i
seguaci del Signore sono" considerati come pazzi "da coloro che
hanno la mentalità del mondo, poiché hanno lo spirito del mondo"—
1 Corinzi 2:12-16; 4:10.
PARAKLETOS,
IL CONSOLATORE
Il termine greco "parakletos," in Giovanni 14:16, 26, è stato
tradotto "consolatore" e, poiché il significato originale, dal
greco, è "consolare, pacificare, o dar sollievo," facciamo
rilevare che il termine appropriato da scegliere è fra questi: "aiuto,
incoraggiamento, assistenza." Infatti, la promessa del Signore
preannunziava l'invio dello Spirito Santo, che il Padre avrebbe mandato in
nome di Gesù, onde fosse sempre fra i suoi seguaci, per assisterli,
incoraggiandoli ed aiutandoli, in ogni congiuntura che lo richiedesse: e
costituirebbe una potenza santa per la quale Egli avrebbe guidato e
diretto il Suo popolo, abilitandolo a "camminar per fede e non per
vista." In verità, nostro Signore ci fa comprendere che tutte le
ministrazioni dello Spirito sono Sue proprie, allorché dice: "Non vi
lascerò orfani; tornerò a voi (vs. 18): Egli identifica, così, lo [179] Spirito
Santo con se stesso. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non è di
Cristo" e quindi non ha l'aiuto divino (parakletos).
Questa potenza divina è con l'intera Chiesa, tuttavia
ciascun membro riceve, personalmente la sua parte del santo influsso, essendo
connesso individualmente con i canali dello Spirito. La Verità
essa stessa è il principale canale dello Spirito della Verità; ma tutti
coloro, che sono in stretta connessione ad essa e ne hanno lo
Spirito, costituiscono altrettanti canali per mezzo dei quali lo Spirito
esercita su altri il suo influsso e li aiuta.
La potenza o Spirito di Dio è invisibile agli
uomini; però i suoi effetti sono tangibili e visibili. Essa può essere
illustrata paragonandola alla forza emessa dalla corrente elettrica
attraverso al filo di rame: poiché è invisible, però,
al momento in cui il motore di un carro
è messo in contatto col filo metallico l'energia si manifesta
nel mettere in moto il carro. Grazie ad un altro dispositivo la
stessa energia illumina il carro; per mezzo d'un altro lo riscalda; mentre
per un'altra istallazione, permette d'ottenere le comunicazione
telegrafiche e telefoniche. Con un funzionamento normale e favorevole questi sono
tutti beneficii dovuti alla energia elettrica, ma può anche essere utilizzata per dare la morte, come nel caso della
sedia elettrica. Così lo Spirito Santo è l'energia spirituale, o potenza
di Dio — essa pone in movimento, rischiara. riscalda, istruisce
tutti coloro che, avendo in se stessi le condizioni, sono messi
in contatto con Lui a mezzo dei suoi canali; e può anche infliggere
la morte (morte seconda) ai malvagi peccatori. Com'è, quindi,
necessario che ogni membro del popolo di Dio abbia il proprio
corredo ed il collegamento per essere ripieno dello Spirito e reso attivo nell'esplicazione di tutte le opere buone!
In rapporto a quanto illustrato,
non risulta in niun modo che l'opera
esplicata dal Consolatore sia attribuibile ad altro o ad una terza
persona compresa nella trinità di Dio poiché crediamo di aver
dimostrato con evidente chiarezza che "l'aiuto. l'incoraggiamento
l'assistenza" costituiscono l'energia
trasfusa dallo Spirito Santo
del Padre e del Figliuolo, alla Chiesa. Perciò Gesù dichiara: "Ecco, io sono con voi in ogni tempo, sino alla fine del mondo" — non in
carne, ma in ispirito.
EGLI
VI GUIDERÀ IN OGNI VERITÀ
[180] Nostro
Signore indica il canale per mezzo del quale la potenza del Padre
"lo Spirito della Verità sarebbe pervenuto al Suo popolo,"
dicendo: "Le parole che io vi dico sono spirito e
vita.'' Ciò significa, in altri termini, che le sue
parole esprimono il pensiero, la volontà, lo Spirito di Dio. Perciò è indispensabile
di studiare continuamente la Sua
Parola, per il conseguimento della nostra vittoria e Gesù ci
esorta ingiungendoci: "Investigate le Scritture." L'apostolo
Paolo, elogiando la nobile condotta dei fratelli di Berea, i quali
giornalmente investigavano le Scritture, per consolidarsi nella verità,
esortava in questi termini Timoteo: "Tutta la Scrittura è
divinamente ispirata ed utile ad insegnare, arguire, correggere ed
ammaestrare in giustizia, acciòcché l'uomo di Dio sia compiuto e ben
fornito per ogni opera buona." L'apostolo Pietro, poi, ci rivolge
questa esortazione: "noi abbiamo la parola profetica più ferma, alla
quale fate bene di attendere ..."— Giov. 5:39; Atti 17:11; Ebrei
2:1; II Tim. 3:17; II Pietro 1:19.
La promessa di rendere "ripieni dello
Spirito" non è indirizzata a coloro che semplicemente posseggono e
leggono la Bibbia — Parola di Dio — ma a tutti coloro i quali la
studiano ed investigano con serietà e sincerità, e, avendola compresa,
anelano di adempierne i precetti: poiché occorre bere alla fonte della
Verità, per essere "ripieni dello Spirito." Siccome i nostri
vasi terreni (i nostri cervelli) sono imperfetti, possono perdere le cose
spirituali (Ebrei 2:1) , nel qual caso occorre provvedere che il vuoto
prodotto dalla fuoruscita d'esse non sia sostituito da cose provenienti
dallo Spirito del mondo. Perciò, a tutte le Nuove Creature, fedeli al
Signore, conviene vivere molto accosto alla fonte della Verità — la Sua
Parola — onde lo Spirito di Dio non si spenga in loro.
Quì occorre tener presente, che, quantunque sia
essenziale la conoscenza, per possedere lo Spirito della Verità, noi
potremo avere molta conoscenza senza avere nulla dello Spirito della Verità,
poiché, per riceverlo, occorre pervenire ad una condizione di cuore e di
mente, in perfetta efficienza a cooperare con la Sua volontà, quale è
espressa nella Sua Parola. Ora, questa condizione [181] può
essere ottenuta solo in un modo, cioè, accettando il Signore Gesù Cristo, come nostro
Redentore e Giustificatone e, consacrando
noi stessi — senza
alcuna restrizione o riserva — nel
fare la Sua volontà.
Ma questo "Spirito della Verità," questo
"Spirito Santo" non bisogna confonderlo con i
"frutti dello Spirito," quantunque, il possederli
permette di ottenere i "frutti di giustizia," "di mansuetudine."
"di pazienza," "di amore" ed altri. Lo Spirito della
verità dev'essere acquisito prima che possa produrre questi
frutti della nostra vita giornaliera. In alcuni, il periodo di
produzione di questi frutti e la conseguente maturazione, richiede più
tempo che per altri, ma ogni membro deve ricordare le parole del
Signore: "In questo il
Padre è glorificato, che voi portiate molto frutto, così sarete miei
discepoli." Dobbiamo anche ricordare che Gesù ci dice:
"Egli (Iddio) taglia ogni tralcio che in me non porta frutto, egli lo
rimonda affinché ne riporti vieppiù" (Giov. 15:2-8).
Il Cristiano è un tralcio: dal
momento della sua consacrazione, partecipa alla linfa della
radice, cioè partecipa al Santo Spirito, pertanto non bisogna attendersi
che egli produca istantaneamente tutti i
frutti dello Spirito, né alcun d'essi nella loro perfezione. Le prime
prove dell'appartenenza del Cristiano alla Vigna (Chiesa) si rileveranno
dall'accomunarsi agli altri tralci, dall'attaccamento al ceppo e
dall'evidenza di vita. Indi seguirà il viticcio, per il quale s'otterrà
il progresso. Poi, verranno le foglie — o
professioni di fede — le gemme
ed infine i frutti; però questi, nel principio, sono piccolissimi
ed acerbi ed occorrerà del tempo perché si formino i grappoli
di grossezza e sapore gradevoli al grande Vignaiuolo.
Tali sono i "frutti dello Spirito" di Cristo,
e tali devono essere le aspettazioni di ogni membro
del Corpo di Cristo, la Chiesa. Qualora questi frutti dello Spirito — umiltà,
gentilezza, pazienza, amor fraterno, fede, speranza, amore — non
apparissero al tempo convenevole, il tralcio cesserà d'essere
considerato tale e vien tolto via, per la sua infruttuosità,
dall'accomunamento e dai privilegi.
Come abbiamo già visto, i "doni dello
Spirito," dati dal principio dell'età Evangelica,
sono differenti dai frutti dello Spirito. I "doni"
furono acquisiti per l'apposizione delle mani degli Apos- [182] toli e, concessi
spontaneamente, solo in casi eccezionali—Atti 2:4;
10:45.— Simon Mago, quantunque battezzato ed usufruente di questo
dono — a suo uso — non era
atto a conferire i beneficii ad altri e fu redarguito
severamente dall'apostolo Pietro, allorché osò
offrirgli del denaro per ottenere questo potere puramente apostolico—Atti
8:13-21.—Lo stesso racconto chiarisce che anche l'Evangelista
Filippo, quantunque idoneo a far "segni" e miracoli, non poteva
conferire ad altri il potere di tali "doni" dello Spirito: per cui fu
costretto a rivolgersi agli Apostoli, perché concedessero tal dono a
coloro che egli aveva convertito. Tutto ciò è in perfetta armonia
con la dichiarazione dell'Apostolo Paolo, dalla quale apprendiamo
che tali doni sarebbero cessati e
svaniti alla morte degli Apostoli e in effetti. svanirono. I doni della fede, speranza ed amore, ai quali l'Apostolo non diede scadenza, ma
ne convalidò la permanenza, non erano doni concessi
miracolosamente, ma doni crescenti "frutti," come descrive in un
altro passaggio — 1 Cor. 13.8;
Giov. 15:15.
Infra i doni dello Spirito, l'Apostolo enumera: gli
Apostoli; i Profeti; i Maestri. Il dono "degli Apostoli"
lo abbiamo ancora fra noi, in quanto ai loro
insegnamenti che traiamo dal Nuovo Testamento e, così pieni e
completi, da non occorrerci alcuna aggiunta, né aver dei successori. Infatti, abbiamo: i
"dodici Apostoli
dell'Agnello;" le "dodici Stelle"— la corona della Chiesa
— ed
i "dodici fondamenti della Chiesa glorificata —
la nuova Gerusalemme (Apocalisse 12:1; 21:14; Giov. 6:70). Abbiamo anche fra
noi, nella Chiesa. i doni dei Profeti, o espositori e insegnanti, servitori
di Dio e della Sua Chiesa, i quali parlano in diverse lingue (non
più, però, in maniera istantanea e miracolosa —
per l'apposizione delle mani
degli Apostoli — perché
non v'è più bisogno di tali
miracoli). Il Signore, ora, sceglie alcuni i quali sono dotati, per
talenti naturali, al Suo servizio. Tuttavia, dobbiamo ricordarci che
le condizioni di cuore sono più importanti all'occhio di` Dio, che
tutti i talenti, o altre qualificazioni messe assieme.
Il popolo del Signore non deve dimenticare che, pur
essendo cambiato il metodo d'amministrazione, è lo stesso
Signore, per mezzo dello stesso Spirito, che guida gli affari
della Chiesa, in [183] maniera
meno apparente, meno visibile esterioramente, ma non meno reali
ed accurati nei minimi dettagli. Tutti coloro che appartengono
al gregge del Signore e sono guidati dal Suo Spirito ed
insegnati dalla Sua Parola devono esercitare un giudizio discriminatorio
nei riguardi di coloro che si professano istruttori o evangelisti.
Il popolo del Signore non deve accettare con leggerezza costoro, ma solo
quelli, nei quali discerne il suggello del Signore che
pone in evidenza la possessione di tali doni; ed una delle prove,
rispetto alla loro fedeltà alla Parola di Dio, si rileverà dal costatare
che essi non predichino la loro saggezza, ma Gesù Cristo e Lui crocifisso:
la saggezza di Dio e la Sua
potenza per tutti color che credono. Noi siamo stati avvisati dal Signore che se qualcuno viene a
noi con un altro Evangelo, non dobbiamo riceverlo quale istruttore
della Verità, ma di considerarlo come servitore dell'errore:
agisca egli in buona fede, coscientemente o inconscientemente.
In tal modo, lo Spirito o influenza di Dio, lo Spirito
Santo o influenza della Verità, istruisce il suo popolo,
guidandolo (direttamente o indirettamente) alla conoscenza di Dio. E così
esso diviene il canale della riconciliazione
("ad-una-mente") , oggi, per la
Chiesa e, in un certo modo simile, lo sarà per il mondo, durante
l'età a venire, quando "lo Spirito e la Sposa (la Chiesa glorificata)
dicono: Vieni ... chi vuole,
prenda in dono dell'acqua della vita" (Apoc. 22:17).
"Beato
il popolo
che conosce,
il grido di giubilo"
Salmo 89:15