Studi
Sulle Scritture
Serie 6 - La Nuova Creazione
STUDIO
13
OBBLIGHI
DEI GENITORI DELLA NUOVA CREAZIONE
IMPORTANTI
OBBLIGHI CONNESSI CON L’ESERCIZIO DEI POTERI PROCREATORI—INFLUENZE
PRENATALI—“EDUCATE UN FIGLIO NELLA VIA LUNGO LA QUALE DOVREBBE
CAMMINARE!”— L’INFLUENZA DELLE SCUOLE DOMENICALI—LA FIDUCIA DEI
FIGLI—IL POTERE DELLA SUGGESTIONE NELL’EDUCAZIONE DEI FIGLI—I NOSTRI
FIGLI NEL TEMPO DELL’AFFLIZIONE— DIVERTIMENTI ADATTI E INADATTI—IL
MATRIMONIO DEI FIGLI DELLE NUOVE CREATURE.
GLI
obblighi dei genitori sono fra quelli di più gran rilievo per quanto
riguarda gli affari dell’umanità. Il potere di propagare la specie
umana, con tutte le possibilità connesse ed annesse all’essere così
portati in vita, è un potere meraviglioso: il massimo avvicinarsi
dell’umanità al potere divino. In verità è l’esercizio del potere
divino da parte dell’uomo quale agente di Dio. Le possibilità connesse
con la nascita d'ogni figlio si estende in direzioni opposte di vantaggio
o di svantaggio, di bene o di male, d’onore o di disonore, fino ad
estremi meravigliosi. È sicuro che se l’umanità capisse esattamente
questa faccenda guardandola dalla sua vera prospettiva, innalzerebbe la
procreazione dei figli dal piano di una passione e di un rilassamento dei
princìpi intellettuali e morali ad un piano consacrato in cui le
responsabilità della paternità e della maternità sarebbero capite in
una maniera e ad un livello finora raggiunto sicuramente da molto pochi.
Questi concetti sugli obblighi dovrebbero estendersi non solo al figlio,
le cui caratteristiche mentali, morali e fisiche dipendono dal genitore,
ma anche al Creatore che ha affidato all’umanità questo meraviglioso
potere di propagazione e al quale, quali amministratori, ci si dovrà
aspettare di dover rendere conto, di dover dare una spiegazione dell’uso
di questo potere divino.
Questi
sentimenti di responsabilità s’intensificano man mano che cominciamo a
renderci conto che nel piano divino i genitori influiscono sul carattere
del bambino che [520] sta per nascere non solo al momento del
concepimento ma durante tutto il periodo della gestazione. Durante questo
periodo la mente della madre, i suoi pensieri, i suoi stati d’animo, i
suoi sentimenti, tutto viene impresso nell’embrione del figlio e non
succede solo questo, ma in un tale periodo la madre stessa è suscettibile
in modo particolare alle influenze di ciò che la circonda, molte delle
quali, se non tutte, sono giustamente responsabilità del marito. Se si
mantiene la mente della madre animata ed allegra e se si mantiene il suo
cuore felice, tutto ciò influirà favorevolmente sull’embrione; ma se
invece è molestata, preoccupata, affannata, tormentata da liti e
situazioni complesse, questa sofferenza s’imprimerà sull’embrione
provocando una disposizione alla vita scontrosa o triste o irritabile. Se
le condizioni circostanti prima della nascita sono caratterizzate da
dissolutezza, egoismo e grettezza, c’è forse da meravigliarsi se
l’embrione che ha ricevuto l’impressione di ciò e il bambino che
nascerà in seguito a quanto è stato così impresso sarà gretto,
ignobile e avrà tendenze alla dissolutezza, all’egoismo, ecc.?
Non ci
si deve intendere nel senso che stiamo ammettendo che tutto il male del
mondo sia direttamente da far risalire ad un’eredità di peccato
lasciata dai genitori e ad una debolezza conferita al figlio nel periodo
della gestazione, né che sia tutto da far risalire a questa educazione e
all’educazione successiva del figlio fino al raggiungimento dell’età
adulta come uomo o come donna. Ammettiamo che sia possibile che delle
donne o degli uomini malvagi siano nati da ambienti relativamente buoni e
siano stati ben educati, come fu il caso di Satana che fu creato perfetto
e peccò di sua propria volontà sotto la cura del Creatore; eppure siamo
seriamente propensi a dubitare che molti dei caratteri malvagi abbiano mai
avuto questi due aiuti importanti per lo sviluppo dell’integrità. Siamo
completamente d’accordo con quanto dichiarato dalla Scrittura come
regola generale: “Educate un figlio nella via lungo la quale dovrebbe
camminare e, una volta cresciuto, non se ne allontanerà.” Quanti
genitori, più o meno disposti a porre in dubbio la veridicità di
quest’affermazione scritturistica, ricordano che il tempo per iniziare
l’educazione di un figlio è il momento del suo concepimento e che un
bambino che è procreato male ha bisogno di essere educato a liberarsi
dalla debolezza, dalla stoltezza e dal peccato impressi su di lui prima
della nascita?
Non
desideriamo lasciar intendere che ci possa essere una possibilità di
nascite [521] di bambini perfetti nelle condizioni presenti degradate e
imperfette. Anzi ricordiamo bene la dichiarazione del Signore: “Chi può
trarre una cosa pulita da una sporca?” Riconosciamo che è vero per
tutti questo: “Sono nato nel peccato, formato nell’iniquità e mia
madre mi ha concepito nel peccato” e stiamo semplicemente esortando a
far sì che, qualsiasi cosa il mondo possa capire o meno di questo
argomento, il popolo del Signore della Nuova Creazione dovrebbe rendersi
conto della possibilità di alleviare in qualche misura le onte e le
debolezze proprie della razza caduta. Essi dovrebbero almeno far sì che i
loro figli nascano con caratteri così nobili com’è possibile ai
genitori conferire a loro nel piano divino. Saranno ancora degradati,
avranno ancora bisogno di un Salvatore e, senza di lui, non potranno
raggiungere mai né la perfezione né la dignità della vita eterna.
L’uomo naturale può percepire questa verità in qualche grado e può
trarre profitto da suggerimenti come questi, ma non nella misura in cui ne
può trarre profitto la Nuova Creatura.
Per
quanto si sforzerà, l’uomo naturale è pur sempre naturale, della
terra, terrestre, e quindi può imprimere sulla moglie, ed ella può
imprimere sull’embrione, solo quei pensieri e quei sentimenti che essi
stessi possiedono. Questi sono necessariamente insufficienti rispetto ai
sentimenti molto più elevati, a quelli spirituali. Mentre la mente della
Nuova Creatura coglie le speranze, le promesse e gli ideali spirituali e
cerca appropriatamente di imprimerli su tutti quelli che il Signore nostro
Dio chiamerà con la sua verità e la sua grazia (cerca specialmente di
sviluppare figli di Dio) nondimeno se per qualche motivo essi si sposano e
considerano saggio propagare una famiglia umana, costoro hanno un gran
vantaggio a questo proposito rispetto all’uomo e alla donna naturali.
Essi hanno ideali più sublimi, speranze più grandiose, aspirazioni più
nobili, gioie più pure e, rendendosi conto dell’influenza dei loro
pensieri, delle loro emozioni e dei loro sentimenti sull’embrione del
figlio, questi genitori saranno in grado di fare per il loro bambino molto
di più di quanto potranno fare altri genitori per la loro prole.
Il
mondo ha un po’ accumulato una saggezza egoista in questa direzione. Ad
esempio, coloro che sono interessati nel bestiame, negli animali domestici,
nei cavalli, [522] negli ovini, ecc. di qualità superiore non solo
prestano molta attenzione al giusto accoppiamento ma anche, specialmente
nel caso in cui si cerchi di allevare cavalli veloci, prestano molta
attenzione alle madri durante il periodo di gestazione. Si sopperisce ad
ogni loro bisogno e si offre ogni comodità, le stalle si tengono pulite,
piene di luce, ben illuminate; e senza sapere di sicuro fino a che punto
la cavalla possa distinguere i quadri, le pareti della sua stalla sono
decorate con quadri raffiguranti cavalli che gareggiano nelle corse.
Inoltre, mentre è pregna, viene portata in luoghi dove può vedere
cavalli impegnati nelle corse, che gareggiano, ecc. Tutto è ideato per
produrre nella madre un’ambizione, la cui impressione riflessa
sull’embrione del puledro sarà utile, vantaggiosa ai fini della velocità,
ed in tal modo porterà al proprietario piacere e utili dal punto di vista
finanziario e da altri punti di vista.
I
genitori umani non hanno un tale interesse finanziario per quanto concerne
la loro prole, ma hanno, o dovrebbero avere, un interesse ben più
profondo e altruista. Le speranze e le ambizioni che hanno per i loro
figli dovrebbero essere di vederli ben dotati quanto a qualità mentali e
morali. E sebbene la Nuova Creatura non possa sperare di generare il
figlio ad una natura dello spirito (visto che questa non è la sua
funzione), potrebbe sperare di dargli un’eredità terrena consistente di
una buona natura tale da essere molto in armonia con le cose spirituali.
Dovrebbe sicuramente essere questo il loro desiderio, il loro scopo e la
loro speranza. Molti bambini sono stati generati da genitori onesti,
timorosi di Dio e di conseguenza sono stati benedetti e quest’influenza,
favorevole ad uno standard umano elevato, è andata in ogni luogo dove è
andato il Vangelo di Cristo. Quindi, abbiamo tipi e standard più elevati
generalmente più prevalenti oggi in terre civilizzate che in terre pagane,
nonostante il fatto che il popolo Cristiano abbia in genere solo
imperfettamente capito i propri privilegi e le proprie responsabilità
connesse con i loro figli.
La
somma del ragionamento è questa: se le Nuove Creature si accoppiano e si
propongono di dar vita ad una discendenza secondo la carne, dovrebbero
esercitare le loro menti e i loro desideri in modo tale che il momento del
concepimento non sia solo un momento d’amore e di rispetto vicendevole,
ma un momento di riverenza per il Creatore e un momento di riconoscimento
del valore del potere di procreare, simile a quello di Dio, conferito a
loro. Inoltre dovrebbe essere un’occasione di preghiera, di richiesta
della [523] benedizione divina; e da quel momento in poi, ogni giorno,
ogni ora, in tutti i programmi di vita si dovrebbero includere gli
interessi del figlio. Ciò non dovrebbe essere considerato un semplice
evento della vita ma la cosa più importante. Sarebbe un’occasione
speciale per l’esercizio delle grazie dello spirito che sarebbero dovute
essere coltivate in misura considerevole: fede in Dio e nelle sue promesse,
speranza, fiducia, pazienza, benevolenza fraterna, mitezza, mansuetudine,
amore. Queste cose naturalmente prevalgono in tutti i momenti tra coloro
che appartengono alla Nuova Creazione, ma essi dovrebbero stare in guardia
in momenti del genere poiché si rendono conto di star influenzando, di
star marcando, di star imprimendo il carattere su un’altra generazione.
Per
quanto possibile la casa dovrebbe essere piena di luce ed allegra, la
mente dovrebbe essere diretta verso quei canali che possono essere di
vantaggio: lettura, scrittura, matematica e i doveri pratici della vita.
Ci si dovrebbe ricordare anche dell’educazione del cuore: coltivarlo
secondo linee che vanno pienamente d’accordo con i princìpi di
giustizia, d’amore e di sapienza, con riconoscimento continuo del
Signore in tutti gli affari della vita; con confidenze amorose come quelle
tra marito e moglie e con sentimenti gentili e benevoli verso il mondo in
genere. Con benevolenza, con giustizia, con amore, uniti a tutti gli
affari della vita, le condizioni sarebbero molto favorevoli; ma si
potrebbe scarsamente immaginare una tale condizione senza il consenso più
pieno del marito e della moglie e senza la supervisione e i preparativi
eseguiti con cura dal marito poiché, come già suggerito, la madre in una
situazione del genere è la meno adatta ad assumere la supervisione delle
faccende, anche quando si tratta di quelle che appartengono giustamente
alla sua sfera d’azione in famiglia. È in questo periodo, inoltre, che
il marito deve prestare la massima attenzione nel condurre la
conversazione nel modo giusto, nel provvedere al cibo adatto e nutriente
sia mentale che materiale e soprattutto nello stimolare la mente pura di
sua moglie riguardo al Signore, al suo piano glorioso e a tutti gli
aspetti tipici del carattere divino, della sua sapienza, del suo amore,
della sua beneficenza, della sua giustizia e del suo potere.
Molti
genitori Cristiani potrebbero rispondere a ciò dicendo che non sono in
condizioni finanziarie tali da avere nella vita tutti gli agi, tutte le
comodità e da essere esenti da preoccupazioni per la famiglia e per altre
cose, in un momento del genere.
[524]
Rispondiamo che abbiamo semplicemente tracciato l’ideale e che sta a
ciascun figlio del Signore cercare di raggiungere quest’ideale il più
possibile. Ma la Nuova Creatura non si dovrebbe dimenticare mai che in
questa, come in tutte le altre esperienze della vita, il Signore la
ricompensa per tutta la penuria e tutti gli svantaggi terreni mediante la
sua grazia e il suo spirito. Una tale persona, in condizioni finanziarie
sfavorevoli di qualsiasi grado, dovrebbe ancor più sinceramente cercare
nella preghiera di avere il cuore pieno della pace di Dio che sorpassa
tutta la capacità di intendere e far sì che essa governi continuamente.
Un risultato di questa pace nel cuore è che, per quanto disordine possa
inevitabilmente circondare la madre, il figlio godrà di sicuro di una
misura di pace e di amore maggiore di quanto ne godrebbe se fosse
altrimenti, di più di quanto avrebbero i suoi fratelli e sorelle nati in
altre circostanze. Dovrebbe essere meno nervoso e scontroso, più calmo e
pacifico, più disposto alla rettitudine in principio e in condotta.
“Educate un figlio nella via lungo la quale
dovrebbe camminare”
“Chi risparmia la verga odia il suo figliuolo.” (Prov. 13:24) “Qual è il figliuolo che il Padre non corregga?” “Se siete senza
quella disciplina…allora voi non siete…figliuoli.” Ebr. 12:7
Niente
è più lontano dalla nostra intenzione che esortare all’uso
indiscriminato e frequente della verga nell’educazione dei vostri figli.
Tuttavia abbiamo citato questi passi scritturistici per mostrare la
posizione errata di coloro che sostengono che le punizioni corporali da
parte dei genitori, anche quando fossero necessarie, sono sbagliate. La
casa che è governata con la verga deve necessariamente essere una casa infelice.
Le case delle Nuove Creature dovrebbero essere governate dall’amore non
dalla verga. La verga deve essere usata semplicemente come una necessità
sporadica per rinforzare le leggi dell’amore; e quando se ne fa uso deve
essere maneggiata dalla mano dell’amore e mai dalla mano dell’ira. Le
Nuove Creature, governate dallo spirito di una mente sana, imparano
gradualmente che l’ordine è una delle prime leggi del cielo e quindi
che esso dovrebbe essere uno dei primi elementi e delle prime
caratteristiche delle case delle Nuove Creature.
[525]
Tuttavia l’ordine non significa necessariamente quiete assoluta,
altrimenti il deserto e le città silenziose dei morti sarebbero gli unici
luoghi dove regna l’ordine. L’ordine vuol dire gioia come anche pace,
felicità come anche riposo, libertà come anche legge. L’ordine vuol
dire legge: con le Nuove Creature la Regola d’Oro e la Legge
dell’Amore governano il capo di casa e la sua compagna, come pure i
figli, facendo dei genitori degli esempi per i figli in tutte le grazie
Cristiane. La legge, anche la Legge dell’Amore, significa premi e
punizioni e nella famiglia i genitori sono coloro che li dispensano. A
seconda delle debolezze che saranno riscontrate in loro, essi a loro volta
necessitano di direzione dal Padre Celeste affinché lo possano
glorificare non solo nei loro stessi cuori e nelle loro stesse volontà,
ma affinché anche le loro case siano esempi terreni delle case dei giusti,
delle case di coloro che hanno la mente di Cristo.
I premi
per i loro figli dovrebbero consistere nel provvedere alle comodità e
alle benedizioni per quanto concesso dalle circostanze, sotto il controllo
di una provvidenza riconosciuta. Le loro punizioni possono essere più o
meno severe a seconda dell’intenzionalità del figlio, ma mai a seconda
dello standard di giustizia, mai nel tentativo di assegnare al figlio la
misura completa di ciò che la sua condotta possa giustamente richiedere,
poiché noi stessi non siamo sotto la giustizia, ma sotto la misericordia,
sotto l’amore e dobbiamo mostrare la misericordia non solo nel nostro
rapporto con gli altri, ma specialmente nel nostro rapporto con i nostri
stessi figli, le cui imperfezioni e i cui difetti sono, senza dubbio, da
far risalire in un grado maggiore o minore a noi stessi e ai nostri avi.
L’amore può, a volte, punire mediante il rifiuto di un bacio, come può,
a volte, premiare dando un bacio; a volte può bandire l’indisciplinato
per una stagione dalla compagnia degli obbedienti e dai piaceri che
vengono loro elargiti. La Legge dell’Amore a volte può persino far uso
della verga della disciplina fino al punto di negare la cena o di dare
solo le necessità (pane e acqua) senza offrire alcuna comodità e alcun
lusso; oppure a volte può far uso, nel senso reale del termine, della
verga della disciplina per imporre l’obbedienza e preservare in tal modo
l’ordine e le benedizioni [526] della casa, non solo per i figli
obbedienti, ma anche per quello punito che spera così di benedire e di
portare alla piena armonia.
È
scarsamente necessario ammonire la Nuova Creazione affinché non usi
parole cariche d’ira o parole dure verso i propri figli, poiché tali
persone sanno che un linguaggio del genere non è appropriato nei
confronti di nessuno in nessuna circostanza. Anzi, il loro “parlare
dovrebbe essere con grazia”, con amore, con benevolenza, anche quando si
fanno dei rimproveri. E non è neppure necessario suggerire alla classe
cui ci stiamo rivolgendo quanto siano inappropriate le botte date in un
momento di impulsività, che possono provocare del danno al bambino non
solo fisicamente (magari danneggiandone permanentemente l’udito) ma che
potrebbero anche ferire i suoi sentimenti, sviluppare in lui una paura del
genitore invece dell’amore, il quale dovrebbe essere considerato
l’unica base giusta su cui costruire l’obbedienza e l’ordine della
casa. Inoltre le botte date in momenti d’impulsività oppure
un’osservazione tagliente sarebbero fuori luogo, indicherebbero una
condizione mentale errata da parte del genitore, una condizione
sfavorevole per una decisione appropriata, giusta, della faccenda secondo
quanto dettato dalla Legge dell’Amore. Il genitore è tenuto quale parte
della sua stessa disciplina, come pure nei confronti di suo figlio, a non
infliggere mai una punizione senza aver considerato la cosa a sufficienza,
e senza aver trovato a sangue freddo e con calma che questa punizione non
è più, ma meno, di quanto la giustizia potrebbe giustamente richiedere. È
tenuto anche a far sì che suo figlio capisca completamente la situazione,
la necessità di preservare l’ordine della casa, affinché la felicità
della casa possa continuare per la benedizione di tutti quelli che vi
vivono; che il figlio capisca bene anche che il genitore non ha ira contro
di lui, non ha cattiveria, non ha odio, non ha nient’altro che
compassione, amore e desiderio di fargli del bene.
Può
darsi che i genitori terreni cerchino di avere un tale controllo ma
mancherà loro un aiuto importante nell’esercitarlo; poiché non
essendosi sottomessi pienamente e completamente al Padre celeste, al suo
controllo e alla sua Parola, essi non possono rivolgersi, come farebbe la
Nuova Creatura, alla Legge divina, alla loro responsabilità, al [527]
loro riconoscimento di essa e agli sforzi fatti per esservi obbedienti. I
genitori Cristiani hanno (se lo useranno) un immenso punto a loro favore
su cui fare leva nel rapporto con i propri figli. Dovrebbero leggere ai
figli, prendendola dalla Parola, la sanzione divina dell’autorità dei
genitori: la richiesta divina a un genitore di educare un figlio nella via
lungo la quale dovrebbe camminare; ed inoltre egli dovrebbe indicare la
necessità di ciò poiché noi siamo tutti caduti ed incapaci di essere
all’altezza dello standard divino, ecc.; dovrebbe indicare che tutte
queste correzioni e tutti questi mezzi sono necessari quali aiuti per
controbilanciare le tendenze malvagie sotto il cui dominio siamo nati. È
un grande sbaglio supporre che le menti dei bambini non arrivino a
comprendere questi principi, non colgano ciò che è giusto e ciò che è
sbagliato e quanto siano appropriate le giuste punizioni per il male fatto
come pure i premi per il bene fatto.
Molti
genitori dimenticano di guardare indietro e di osservare a che tenera età
essi stessi impararono a capire il valore dei princìpi di giustizia, a
capire la cura dei genitori che non mancò di rimproverare, di correggere
e persino di punire quando sembrò necessario. Richiamiamo anche alla
memoria quanto era acuto il senso della giustizia che avevamo quando
eravamo bambini, come approvavamo mentalmente la disciplina dei genitori
quando capivamo che il motivo era lo sviluppo del carattere e invece come
ci offendevamo se non vedevamo un principio di giustizia, se venivamo
rimproverati o puniti in altro modo per cose per cui non eravamo stati
colpevoli, oppure se eravamo puniti con una punizione molto maggiore di
quanto avrebbe comportato l’offesa. Non è solo la via migliore e più
sicura di controllare un figlio per dirigere in tal modo la sua mente
secondo i dettami di ciò che è giusto e sbagliato, verità e falsità,
giustizia e ingiustizia, ma ciò costituisce anche un’educazione del
bambino nel carattere, quando è
più suscettibile all’influenza dei genitori. Si tratta di formazione
del carattere in un momento in cui la coscienza e il giudizio del figlio
sono nel loro stato formativo e quando riconosce giustamente il genitore
quale l’unico suo legislatore. Se quest’opera di formazione del
carattere è ignorata nell’infanzia, quest’opera è molte volte più
difficile negli anni futuri, oltre agli svantaggi che si verranno ad
accumulare nel frattempo sia per il genitore che per il figlio, per i
vicini e per gli amici.
[528]
È della massima importanza, poi, notare che l’educazione di un figlio
non consiste unicamente nell’insegnargli come comportarsi esternamente
per quanto riguarda la cortesia, la pulizia, l’obbedienza, ecc. ma anche,
e per la verità innanzitutto, nello stabilire i
giusti princìpi nel cuore: il riconoscimento preciso lì della mente
del Signore quale l’unico standard del vivere sia per gli anziani che
per i giovani. Dovrebbe essere inculcata la Regola d’Oro, la Legge
dell’Amore, della generosità, della mitezza, della pazienza, della
mansuetudine, della sopportazione per quanto riguarda il rapporto del
figlio con altri membri della famiglia, con i compagni di gioco, ecc. Al
figlio cui s’insegna ad essere egoista, oppure ad uno al quale non viene
fatto benevolmente notare il suo egoismo naturale (sebbene non alla
presenza di altri) e al quale non vengono rivolti rimproveri e correzioni
con amore, viene a mancare una lezione importantissima al momento più
opportuno.
Il
genitore che trascura una tale opportunità di impartire istruzioni e
correzioni della mente e del giudizio, come pure della condotta esterna,
non perde solo l’opportunità più favorevole riguardo al figlio, ma
permette alle erbacce di crescere nel giardino del cuore dove dovrebbero
crescere soltanto le grazie dello spirito; ed in tal modo accumula più o
meno problemi per se stesso per quanto riguarda il rapporto con quel
figlio per tutti gli anni futuri. Molte angosce e lacrime di genitori ben
intenzionati a causa dell’indocilità dei loro figli, a causa della loro
cocciutaggine, del loro egoismo e delle loro “intemperanze giovanili”
sarebbero potute essere risparmiate a costoro se avessero fatto il loro
dovere accanto a quei figli durante la loro infanzia. Inoltre tali
genitori perdono una grande benedizione nelle loro stesse esperienze,
poiché è indubbiamente vero che il genitore che educa correttamente suo
figlio nell’altruismo, nell’amore, nell’obbedienza, nella riverenza
verso Dio, nell’aiuto ai propri simili, ecc., ecc. acquisterà preziose
esperienze per se stesso, crescendo in grazia, crescendo in conoscenza e
crescendo in amore, mentre si sforza di insegnare questi princìpi a suo
figlio. Imparerà anche che il figlio si aspetterà di trovare
in lui colui che illustra nella sua condotta quotidiana, nel suo rapporto
con Dio, con i membri della sua famiglia e con il prossimo quei princìpi
che cerca di inculcare in altri. Ciò lo renderà più attento alle parole
che dice, alla sua [529] condotta; e tale atteggiamento di attenzione, di
circospezione su tutti gli aspetti minuti della vita, pubblica e privata,
svilupperà certamente in un tale genitore sempre più numerose grazie
dello Spirito del Signore che lo renderanno in tal modo sempre più
accettabile al Signore, preparandolo e perfezionandolo per il Regno.
L’atmosfera
della casa, per quanto povera possa essere, dovrebbe essere un’atmosfera
di purezza. Sappiamo che una purezza assoluta di pensiero, di parola e di
azione è impossibile nelle nostre condizioni presenti, esattamente come
la purezza materiale è assolutamente impossibile dove l’aria è piena
di fuliggine e di polvere. Ma ogni casa Cristiana dovrebbe essere il più
assolutamente pulita possibile, nel senso di essere esente dalla sporcizia
e dal sudiciume esterni per quanto sarà consentito dalle circostanze ed
esente da aberrazione e da corruzione morali per quanto possano essere
resi così vasi d’argilla imperfetti. Ogni bambino dovrebbe poter
ripensare alla propria casa, per quanto umile, per quanto scarsamente
arredata, come ad un posto pulito, ad una casa di Dio, ad un luogo santo.
Dovrebbe poter ripensare al passato e richiamare alla memoria la voce
della preghiera presso l’altare della famiglia, le parole benevole del
padre o della madre in varie occasioni e lo spirito generale di pace e di
calma raggiunto attraverso l’accontentarsi e il sottomettersi alla
provvidenza divina. Egli dovrebbe poter avvertire il dolce odore
dell’amore che pervade la casa e che è connesso con ogni membro di essa
e che si manifesta nella mitezza, nella mansuetudine, nella benevolenza,
nell’essere d’aiuto.
Ci si
può aspettare che un bambino allevato ed educato in una tale atmosfera
d’amore desideri piacere al Signore ed obbedirgli sin dai primi momenti
in cui si sviluppa la sua coscienza; e dal momento in cui raggiunge l’età
compresa dai dieci ai dodici anni dovrebbe essere incoraggiato a
considerare quanto sia appropriata una consacrazione completa al Signore;
dovrebbe essere incoraggiato a ricordare che la sua condizione dinnanzi al
Signore durante il periodo d’immaturità di giudizio esiste attraverso
il genitore, ma che in proporzione di quanto si raggiunge la maturità
mentale il Signore si aspetta una consacrazione personale. Nel caso in cui
un figlio così educato trascuri o si rifiuti di fare la consacrazione al
Signore, possiamo star certi che le influenze della casa [530]
continuerebbero ancora, sebbene una volta che si sono raggiunti gli anni
della maturità e non si è fatto nessun patto con il Signore, una tale
persona possa giustamente esitare ad avvicinarsi al trono della grazia,
possa esitare a reclamare dal Signore la benedizione che egli ha promesso
a coloro che sono suoi, perché
costui si è rifiutato di diventare suo. Cionondimeno a tali persone
rimarrà attaccato un ricordo prezioso dei periodi di tempo
dell’avvicinarsi al trono della grazia e della vigile protezione divina
sulla casa dell’infanzia e su essi stessi e ci sarà continuamente un
desiderio della protezione divina, del privilegio di avvicinarsi al
Creatore con il grido di “Abba, Padre” e della presa di coscienza del
rapporto con lui. Nel caso in cui un simile individuo diventi genitore,
costui sentirà istintivamente desiderio di educare i propri figli come è
stato educato egli stesso e tutte queste influenze avranno gradualmente
sempre più presa sul suo cuore e le forti probabilità sono che, almeno
arrivato a questo punto, egli faccia la consacrazione. Ad ogni modo le
influenze di una casa devota saranno rimaste in lui, una protezione santa
da molti degli eccessi sotto cui altrimenti sarebbe potuto cadere.
Contrapponete
una tale casa, con il suo dolce odore dell’amore, della benevolenza,
della pazienza, della mansuetudine, con la casa in cui lo Spirito del
Signore non è manifestato, la casa in cui l’egoismo è la legge, in cui
il figlio nota le liti tra i genitori e come ciascuno cerca ciò che gli
appartiene a spese dell’altro, in cui il figlio sente ben poco
all’infuori di sgridate, di lamentele, del trovare da ridire su tutto,
di parole piene d’ira, di toni severi, ecc. Questi diventano contagiosi
tra i bambini e a loro volta essi si mettono a litigare per le loro
piccole faccende, a parlare con tono pieno d’ira l’uno verso l’altro
e a mantenere la famiglia in perpetuo trambusto. La continua pratica
dell’egoismo in casa sviluppa quest’egoismo nella mente e nella
condotta del figlio.
Se il
genitore con voce irata lo chiama “una piccola canaglia” e la
sensibilità del figlio, urtata dapprima da tali critiche sul suo
carattere, diventa dura, gradualmente imparerà a gloriarsi di essere una
piccola canaglia. Quando all’inizio sente che la madre irata, dopo aver
perso la pazienza, esclama: “Ti picchierò fino quasi a farti morire!”
oppure “Ti spezzerò la schiena!”, non c’è dubbio che c’è una
dose di terrore trasmessa da [531] queste parole al cuore del bambino, ma
non ci vorrà molto prima che costui impari che queste sono vane minacce,
di cui ha relativamente poco da temere; e gradualmente quando viene a
conoscenza del fatto che le leggi civili della nazione non permettono al
genitore di usare grave violenza contro di lui, la mente infantile
conclude che il genitore avrebbe voluto fargli del male ma che
semplicemente non ha avuto il permesso di farlo. Da una mente così
piccola viene portato via molto dell’istinto originario dell’amore.
Scopre che il suo genitore è ugualmente non veritiero rispetto alle
promesse e che le promesse spesso vengono fatte senza la minima intenzione
di mantenerle. In tal modo s’insegna al bambino a mentire, a minacciare,
a promettere, ad ingannare altri riguardo alle sue intenzioni reali. C’è
da meravigliarsi che in un tale figlio si sviluppi un carattere duro? Anzi,
c’è da meravigliarsi che tra la cattiva educazione, l’educazione
indifferente e una completa assenza di educazione il mondo civilizzato non
sia peggiore di quello che è.
Figli nati nella giustificazione
In
tutte queste faccende la Nuova Creatura ha decisamente un vantaggio su
tutte le altre per quanto concerne i propri figli. Tanto per cominciare,
essi dovrebbero essere nati meglio, dotati meglio alla nascita. E questa
dote prenatale dovrebbe essere nutrita dai primissimi momenti
dell’infanzia. Un neonato di pochi giorni è sicuramente nervoso,
irritabile ed esausto se lo è la madre; al bambino arriva un’influenza
non solo attraverso il latte della madre, ma anche telepaticamente,
elettricamente, dalla persona di lei al figlio. Che vantaggio generale,
dunque, ha la Nuova Creatura nell’avere insito lo Spirito del Signore,
con la sua pace, il suo amore e la sua gioia; e com'è favorito il neonato
che riceve tali cure! Umanamente parlando, quanto sono grandi le sue
possibilità al confronto con le possibilità di altri per quanto concerne
il nobile divenire adulti come uomini o come donne; e parlando dal punto
di vista della Parola del Signore, quanto è grande il suo vantaggio
quando ci si ricorda del fatto che i figli del popolo consacrato del
Signore, come lo sono loro, sono sotto la supervisione della provvidenza
divina per quanto concerne tutti i loro affari; che anche i figli dei
credenti sono sottoposti ai termini della promessa secondo cui “tutte le
cose coopereranno al bene” per loro!
[532]
Non è difficile vedere che i figli delle Nuove Creature hanno una
condizione di persone provvisoriamente
giustificate nei confronti di Dio, in virtù del rapporto che i loro
genitori hanno verso di lui e verso di essi. Come la disobbedienza e
l’alienazione di Adamo ed Eva dal Padre celeste portò alienazione a
tutta la loro discendenza, così pure la riconciliazione del popolo del
Signore, mediante i meriti della grande espiazione, non riporta soltanto
loro all’armonia con Dio, ma anche i loro figli sono considerati
giustificati attraverso i loro genitori e per conto dei loro genitori fino
al momento in cui il figlio avrà una sua propria intelligenza e una sua
propria volontà. Tuttavia la questione è più complessa quando un
genitore è del Signore e l’altro è un estraneo e uno escluso dalla
cittadinanza con lui; ma l’Apostolo ci assicura che in un caso simile
Dio considera il bambino come suo, attraverso quello dei due genitori che
è discepolo del Signore. L’influenza del genitore credente, del
genitore consacrato, è considerata come controbilanciante e come quella
che ha il sopravvento sull’influenza del genitore non consacrato, per
quanto concerne il figlio. Su quest’argomento l’Apostolo dice:
“Altrimenti i vostri figliuoli sarebbero impuri
[peccatori, condannati].”
“Il
marito non credente è santificato nella moglie [credente] e la moglie non
credente è santificata dal marito [credente] [per quanto riguarda
l’argomento in questione, vale a dire la prole che avranno dal loro
matrimonio]; altrimenti i vostri figliuoli sarebbero impuri [peccatori
condannati, non giustificati, non in rapporto con Dio, estranei alle sue
cure e alla sua benedizione]; ma ora [in vista di questo provvedimento
della grazia divina] essi sono santi [cioè in uno stato provvisoriamente
giustificato presso Dio, attraverso il quale egli può trattare con loro
non come nemici].” I Cor. 7:14
La
questione della giusta educazione dei figli può essere una questione
difficile, ma non troppo difficile per il Signore da gestire; e quindi il
genitore che è diventato un Cristiano può aspettarsi che la grazia del
Signore abbondi in modo proporzionato per quanto riguarda i suoi affari e
dovrebbe cercare con la massima sincerità la sapienza e [533]
l’assistenza che viene dall’alto per essere in grado di svolgere bene
i suoi doveri nelle circostanze più ardue. La grazia del Signore ci è
sufficiente in ogni condizione. Il fatto che uno è una Nuova Creatura e
l’altro è un non credente, oppure un non consacrato, non altera
l’ordine divino per quanto riguarda la guida della famiglia. Questa
ricade ancora sul marito e, se Nuova Creatura, egli deve dare le direttive
per quanto concerne gli affari della famiglia nel miglior modo possibile
date le circostanze e guidato dalla sapienza che è stata promessa
dall’alto. Se è la moglie la Nuova Creatura, la sua buona salute
mentale, la devozione ai princìpi di giustizia, la sua mansuetudine,
mitezza, ponderazione, la sua diligenza dovrebbero fare di lei un tale
gioiello nella famiglia, dovrebbero far brillare la sua luce così tanto
davanti a suo marito che può darsi che senta piacere di dare a lei
praticamente il controllo completo dei figli, per la qual cosa pensa che
ella sia particolarmente adatta. Qualsiasi comando o autorità che dovesse
esercitare, dovrebbe essere comunque delegato dal marito che, sia santo
che peccatore, è il capo responsabile della sua famiglia.
Allo
stesso modo il marito, lasciando brillare la sua luce, dovrebbe aspettarsi
dopo non molto che sua moglie, come anche i suoi figli, discerna la
differenza tra lui e gli uomini irreligiosi, il suo spirito d’amore, la
sua mansuetudine, il suo essere servizievole e lo spirito di una mente
sana. Nondimeno, se questi risultati, che ci si dovrebbe aspettare, non
giungono, se più si è fedeli e peggio si è trattati dal partner non
credente, anche fino al punto in cui potrebbe essere necessaria la
separazione, ricordiamoci del consiglio del Signore che ci ha avvisato che
questa potrebbe essere la nostra esperienza, quando disse: “Non pensate
che sia strano quanto concerne la prova di fuoco per cui dovrete passare”;
ed ancora: “I nemici di un uomo saranno quelli della propria famiglia.”
Ed ancora: “Non sono venuto a mandare pace sulla terra ma una spada.”
Il mio messaggio, sebbene sia un messaggio di pace e di benedizione nel
tempo presente, ha spesso come risultato la lotta, perché i figli delle
tenebre odiano la luce e perché molti di loro, tratti in inganno
dall’Avversario e in preda alle debolezze della loro stessa natura
degradata, sferreranno [534] una guerra continua contro di essa. Non
pensate che ciò sia strano, consideratelo parte della vostra prova,
sopportatelo come parte della volontà divina, finché il Signore non
aprirà una porta per fuggire.
Alcuni
di coloro che sono diventati il popolo consacrato del Signore, membri
della Nuova Creazione, chiedono consiglio dicendo: “ Nella mia
esperienza Cristiana dei primi giorni nella Chiesa nominale mi è stato
insegnato erratamente. Mi è stato fatto capire che una volta abbracciata
la religione, ero stato salvato, non avevo più bisogno di nulla, ma che
semplicemente dovevo andare regolarmente in Chiesa e pagare la mia quota.
Ho ricevuto poca o nessun’istruzione riguardo alla necessità di
estirpare il peccato e l’egoismo dal mio cuore e di ricevere al loro
posto sempre più lo Spirito del Signore con la sua ricchezza d’amore e
tutte le grazie interiori connesse con esso. Ho dato tutto il tempo e
l’energia che avevo in sovrappiù per aiutare mio marito nella sua
attività commerciale e per cercare di avanzare nel mondo e sono stata
lasciata nell’ignoranza circa il significato del mio essere generata
dallo Spirito e circa il fatto che avrei dovuto coltivare un nuovo modo di
pensare secondo cui cercare sempre meno le cose terrene e sempre più il
carattere, le grazie, il potere e la crescita celesti. Durante questo
periodo sono nati i miei figli. Presumo che abbiano ereditato questi miei
tratti che stavo coltivando mentre li portavo in grembo e dopo la nascita
mi sono accorta che erano stati tristemente trascurati per quanto riguarda
ciò che ora capisco essere l’educazione adatta che il figlio dovrebbe
ricevere, il giusto dovere di un genitore che è una Nuova Creatura in Gesù
Cristo. Ora i miei figli sono sfrenati, indocili, egoisti, disobbedienti.
Non solo mancano di riverenza verso Dio, ma mancano di riverenza anche
verso di me e le mie vedute religiose. Che posso fare con loro? Capisco il
perdono del Signore, attraverso Cristo, per la mia ignorante mancanza di
dovere verso di loro nel passato. Capisco anche che sto semplicemente
raccogliendo quanto ho seminato e che le mie esperienze presenti sono solo
una giusta punizione per la mia negligenza dei miei doveri del passato.
Oh, dov’era il mio senso Cristiano? Quanto sono stata priva dello
spirito che viene da una mente sana e dov’erano le mie guide e i miei
istruttori religiosi che non solo mi insegnarono cose non giuste riguardo
al carattere e al piano divini, ma che neppure mi [535] istruirono nei
miei doveri naturali più semplici, nei miei obblighi di genitore? Ahimé,
intuisco che ho speso i miei soldi per il loro mantenimento dando loro ciò
che non era pane, ciò che non soddisfa dal punto di vista temporale o
spirituale! Ma ora qual è il mio dovere? Qual è la linea che debbo
seguire? Come posso rettificare nel miglior modo possibile la mia
negligenza del passato?”
La
nostra risposta a tali interrogativi è che in questa come in altre
faccende il popolo del Signore non dovrebbe addolorarsi come coloro che
non hanno nessuna speranza. Certamente il Signore si compiacerà nel
vederci pieni di rammarico per aver mancato al dovere nel passato e senza
dubbio sarà contento che gli chiediamo perdono per tali manchevolezze e
che gli promettiamo quindi maggiore fedeltà nel cercare di espletare i
nostri obblighi verso coloro che dipendono da noi. Sarà sicuramente
compiaciuto del fatto che sopportiamo le esperienze presenti che abbiamo
con bambini indisciplinati con pazienza, con tolleranza, quale parte di
quella punizione per i peccati di omissione o per quelli dovuti a ciò che
abbiamo commesso riguardo alla loro educazione; una volta ricevute così,
queste prove possono servire a migliorarci e a prepararci per il Regno.
Per
quanto riguarda il dovere di un simile genitore verso dei figli del genere,
questo dovrebbe iniziare senza dubbio con l’insegnare loro quelle
lezioni che avrebbero dovuto essere impartite loro durante l’infanzia,
che si riferiscono alla responsabilità verso il Signore, i princìpi di
rettitudine, di giustizia, d’amore l’uno verso l’altro e verso tutti.
E quest’istruzione dovrebbe essere data con grande amore, tolleranza e
pazienza e ciò sarebbe per il bambino una considerevole lezione del
potere della grazia nel cuore del genitore. A seconda dell’età del
bambino e delle altre relative circostanze (la misura in cui i princìpi
errati si sono radicati, ecc.) con pazienza si dovrebbero aspettare i
risultati; e quelle restrizioni
che sembrano assolutamente necessarie dovrebbero essere applicate con
delicatezza, con considerazione e fornendo delle spiegazioni. Si dovrebbe
stabilire l’autorità del genitore benevolmente non con durezza. Non ci
si deve aspettare che figli che hanno preso l’abitudine di far da
padroni in famiglia diventino buoni ed obbedienti in un istante. Si
dovrebbe cercare la sapienza che viene dall’alto per sapere come fare
per i dettagli riguardanti i piani e il governo della casa, poiché nessun
estraneo è capace di [536] capire in pieno tutti gli affari della
famiglia di un altro, né di dare direttive specifiche su come governarla.
Due
dovrebbero essere i princìpi guida: primo di tutti, l’amore per il
Signore e per i figli; quest’amore dovrebbe essere guidato e diretto
dalla Parola di Dio; in secondo luogo, si dovrebbe continuamente fare
appello alla Parola di Dio, quale sorgente di autorità e d’istruzione.
Inoltre tutti i genitori dovrebbero imparare a trattare i figli con
considerazione. Sia che siano bambini ben educati o meno, questi
dovrebbero accorgersi che il genitore rispetta le loro coscienze e i loro
giudizi e che si sforza di trattare con loro in armonia con questi
elementi del carattere. In modo speciale man mano che il bambino raggiunge
lo stato di persona adulta, sia esso uomo o donna, ci si dovrebbe
appellare ai motivi che lui o lei hanno e nella stessa proporzione si
dovrebbero lasciare da parte la forza e la punizione corporale.
Il
principio di giustizia, di cui abbiamo già parlato, deve essere ricercato
in certa misura in quasi tutti gli esseri umani e specialmente se il senso
di giustizia si trova a cooperare con l’egoismo. In tal modo, quando si
raggiunge l’età adulta come uomo o donna, il figlio sente
istintivamente che ha oltrepassato una linea e non dovrebbe più essere
trattato come un figlio ma come un compagno; non gli si dovrebbe più comandare
niente, ma gli si dovrebbe chiedere; non gli si dovrebbe domandare di dar conto in dettaglio di tutti i soldi guadagnati ma
gli si dovrebbe lasciare una discrezione e una libertà di essere persona
maggiori di quelle di prima. Genitori saggi, retti, affettuosi non
dovrebbero cercare di violare questi diritti della maturità; dovrebbero
invece da quel momento in poi cercare di trattare con il figlio come con
un fratello o una sorella più giovane, come consigliere e miglior amico.
Bravi genitori a volte non sono saggi e giusti in questo rispetto e si
approfittano dell’autorità che il figlio ha riconosciuto in loro fino a
quel momento. Ignorano il suo nuovo stato di adulto, come uomo o come
donna, e cercano di perpetuare l’imperiosità dell’autorità dei
genitori come facevano prima; talvolta hanno una certa dose di successo
ma, crediamo, mai a loro vero vantaggio né a vantaggio reale dei loro
figli. Essi sanno, come lo sa il loro figlio, che stanno [537]
approfittandosi della docilità del figlio e che se il figlio si
ribellasse le cose si sistemerebbero immediatamente in modo diverso. Essi
dovrebbero considerare che il modo di fare che hanno è dannoso
all’affetto reale che il figlio ha per loro. Egli vede questa prova
d’egoismo e d’ingiustizia nella condotta dei genitori dei cui
sentimenti aveva avuto prima un’idea diversa. L’amore filiale è così
minato alle radici stesse ed è probabile che i genitori vedano, prima di
morire, l’errore di un tale corso d’azione, anche se per un certo
tempo tale corso possa aver avuto successo. Non vogliamo dire che gli
obblighi del figlio verso il genitore cessino una volta che ha raggiunto
gli anni della maturità. Anzi è proprio il contrario. Siamo convinti, in
armonia con la legge civile del mondo, che un figlio è obbligato a
mantenere il genitore per tutto il tempo in cui il genitore vivrà e che
il figlio dovrà avere la forza di provvedere al necessario. Il nostro
ragionamento è che mentre, prima della maturità, il genitore aveva il
controllo completo, dopo la maturità il figlio ha una personalità e
un’individualità che dovrebbe essere riconosciuta e alla quale si
dovrebbe fare appello. È dovere del figlio provvedere al genitore, ma una
volta fatto appello in modo appropriato, il provvedere dovrebbe essere
compiuto con sollecitudine e con affetto. L’obbligo del figlio verso i
genitori anziani per il loro mantenimento corrisponde esattamente alla
responsabilità del genitore per la cura e il mantenimento ragionevole del
figlio durante l’infanzia e il periodo in cui non era ancora maturo. Il
genitore che ha agito rettamente e con affetto raramente sarà lasciato
dal figlio in uno stato di bisogno se costui ha la forza di provvedere al
genitore.
Mentre
consideriamo i doveri dei genitori verso i figli, sorgono varie domande a
proposito di quanta educazione è appropriato impartire, quali sono i
freni ragionevoli per il tipo di lettura e di informazioni da conservare
nella mente. Noi siamo di quelli che capiscono molto il valore di
un’istruzione; eppure crediamo che si dovrebbe esercitare grande
saggezza riguardo a ciò che costituisce un’educazione. L’educazione
è come il levigare. Si possono far sembrare belle quasi tutte le pietre
con una levigazione eseguita accuratamente, ma una levigazione accurata
non è allo stesso modo di grande valore o utile per tutte le pietre. Nel
caso di un diamante o di un rubino o di un’altra pietra preziosa, la
levigazione è assolutamente necessaria per valorizzare le qualità
latenti della [538] pietra; senza le sfaccettature, non si potrebbero
cogliere le bellezze risplendenti e gli splendori della pietra né se ne
potrebbe spargere la lucentezza. Ma la stessa levigazione eseguita su un
ciottolo della strada sarebbe uno spreco di energia; peggio ancora,
renderebbe il ciottolo troppo prezioso, troppo bello, per usarlo come
ciottolo. Per di più sarebbe meno adatto per svolgere le sue funzioni di
ciottolo dopo essere stato levigato di quanto sarebbe stato se si fosse
lasciato stare o semplicemente se fosse stato spezzato in un modo generico,
per farlo inserire al suo posto.
E così
intuiamo che avviene per l’educazione, la levigazione della mente
mediante un “corso classico” all’università. Alcuni trarrebbero
beneficio da un corso del genere, mentre altri ne sarebbero danneggiati.
Chi non ha visto uomini così istruiti da non poter occupare nella vita il
posto per il quale i loro talenti naturali li avevano resi adatti? Erano
troppo istruiti e, come l’uomo nella parabola, non sapevano scavare, si
vergognavano di chiedere l’elemosina e non erano capaci di fare altro.
Se nella provvidenza del Signore i genitori scoprissero di avere un figlio
dalla mente molto brillante e se quella provvidenza guidasse i loro affari
in modo tale che le considerazioni finanziarie e di altro tipo aprissero
la via verso un corso universitario per tale figlio, essi potrebbero
certamente considerare se queste indicazioni siano, o meno, la direzione
del Signore riguardo al loro dovere verso quel figlio e dovrebbero seguire
le loro convinzioni. Nondimeno, nel mandarlo all’università nel momento
presente dovrebbero sentire una grande trepidazione, una grande paura, per
timore che la levigazione esteriore nella saggezza di questo mondo
cancelli tutta la levigazione della fede, del carattere e del cuore che
essi, quali genitori e appropriati istruttori del figlio, gli avevano
conferito dall’infanzia e prima di essa.
Il
popolo del Signore della Nuova Creazione dovrebbe imparare a capire il
valore dell’educazione del cuore, del carattere e della fede in Dio
quale un’educazione sotto tutti i rispetti superiore a qualsiasi cosa
che si possa raggiungere nelle scuole di questo mondo; dovrebbe imparare a
capire che “la sapienza che viene dall’alto, prima pura, poi pacifica,
facile da implorare, piena di misericordia e di buone opere” è da
desiderare di più di tutta la sapienza della terra. Essi dovrebbero
considerare bene se il loro figlio è ben radicato e [539] ben fondato nel
carattere, nel principio, nella lealtà al Signore e alla sua Parola,
affinché le tendenze atee delle scuole del nostro tempo e i loro
insegnamenti razionalistici chiamati Esegesi Biblica, Evoluzione, ecc. non
prendano mai il posto della fede fondata sul Signore e sulla sua Parola.
In verità, il pericolo è così grande che saremmo piuttosto propensi ad
essere contenti dell’educazione che potrà ricevere nelle scuole
pubbliche e nelle scuole medie o preparatorie.
Scriviamo
essendo pienamente coscienti del fatto che per la persona dalla mentalità
mondana questo consiglio è stoltezza o peggio. Nondimeno, abbiamo
imparato a vedere le cose da quello che crediamo sia il punto di vista
divino e raccomandiamo a tutto il popolo consacrato del Signore di
sforzarsi in questa, come in tutte le altre questioni, di cercare di avere
questo punto di vista: la visione che il Signore ha della questione.
Potremmo aggiungere, inoltre, che nei tempi duri in cui stiamo vivendo,
con la fretta, il trambusto e il nervosismo dei nostri giorni, alla
persona che passa la vita a scuola fino all’età di ventun anni,
raffinandosi per le attività della vita, è venuto a mancare un altro
tipo d’istruzione che viene raggiunta dal ragazzo che, terminando il
corso di scuola media, diciamo all’età di quattordici o quindici anni,
segue un ulteriore corso d’addestramento commerciale di qualche tipo:
“salendo la scala”. Quando avrà terminato sei anni di scuola nel
commercio pratico, le probabilità sono che sarà capace di affrontare le
condizioni presenti molto di più di quanto non lo sia il giovane che ha
passato lo stesso numero di anni nella formazione universitaria.
Come
per gioco: uno dei vantaggi principali che derivano dal gioco è
l’esercizio piacevole connesso con esso, poiché è indubbiamente un
fatto che l’esercizio preso con piacere è molto più proficuo di quanto
non lo sia lo stesso esercizio se preso come un lavoro ingrato. Per
qualche processo chimico sconosciuto nel nostro sistema la mente e i suoi
umori hanno a che fare con tutte le funzioni della vita. I nostri umori
felici cooperano nel migliore dei modi con tutte le forze e le funzioni
della natura per la crescita dei nostri sistemi e per riparare quanto si
rovina. Ma è un’idea sbagliata quella che insiste nel dire che ciò che
è utile è un lavoro ingrato e solo ciò che è inutile è piacere, gioco.
Noi siamo dell’opinione che un concetto errato connesso con questa [540]
questione ha portato molte persone ragionevoli a coltivare la giocosità e
l’ozio quando, invece, avrebbero dovuto resistere agli impulsi naturali
in questa direzione della natura caduta. L’asilo è un movimento di
tempi relativamente recenti verso ciò che crediamo sia una direzione
molto giusta: il rendere piacevole l’istruzione per il bambino. E tutto
il piacere successivo, favorito dal saggio genitore, dovrebbe essere un po’
lungo questa stessa linea; non si dovrebbe approvare nulla che sia
semplicemente una perdita di tempo e di energia.
Il
rilassarsi e la ricreazione dovrebbero essere assicurati principalmente
attraverso il cambiamento di occupazione, piuttosto che attraverso
l’ozio o l’esercizio inutile. La piccola ragazza prova piacere nel
vestire la bambola, nel prendersene cura e nel “giocare alla casa”. Il
piccolo ragazzo “gioca al negozio” e con sabbia, ecc., come sostituti,
fa degli affari immaginari con tè, caffè, zucchero e patate; oppure
“gioca al cavallo”, alla guida di un tiro di cavalli, oppure immagina
di essere un predicatore oppure un missionario o un maestro di scuola o un
dottore. Tutti questi giochi sono nella direzione giusta e dovrebbero
essere incoraggiati nei piccoli. Man mano che crescono dovrebbero essere
allontanati da essi perché considerino come parte della loro ricreazione
l’aiutare a tenere la casa in ordine oppure l’assistere nel vero
negozio con i loro genitori o tutori o altri. Se viene insegnato loro a
trarre piacere dal rendersi utili, dall’essere d’aiuto agli altri,
finanziariamente o in altro modo; se s’insegna loro che l’ozio è un
peccato e una vergogna, un disonore per qualsiasi persona e una perdita di
opportunità preziose, essi assumeranno un atteggiamento appropriato di
fronte ai doveri della vita con piacere e non si metteranno ad invidiare
coloro che sprecano sia tempo che denaro a guardare una partita di pallone
oppure a partecipare a qualcosa di ugualmente stolto e inutile.
Si
dovrebbe inculcare fin dall’infanzia l’economia di tempo come pure di
mezzi, non con l’obiettivo di coltivare l'egoismo, ma un’economia
d’accordo con la volontà divina che vuole che non si sprechi nulla. Il
Maestro, dopo aver sfamato la moltitudine, comandò che i resti fossero
raccolti e non sprecati, indicando in tal modo il suo pensiero riguardo a
tutti gli affari affinché non ci sia nessuno spreco; affinché
riconosciamo [541] una responsabilità nei suoi confronti per ogni momento,
ogni dollaro, ogni giorno; non una responsabilità che ci terrebbe nella
paura, ma una responsabilità che si diletta a notare la volontà divina,
che gode di essere d’accordo con essa come possibile, e che si rende
conto che un tale corso è gradito al Signore e, perciò, può essere
goduto completamente.
L’esercizio appropriato della mente del bambino
Man
mano che il bambino cresce e si rende conto di quanto c’è da imparare
nel mondo, dovrebbe essere incoraggiato a leggere, ma gli si dovrebbe
insegnare dal primo momento a discriminare con saggezza tra i
“frammenti” di ipotesi fittizie e i “pomi” della conoscenza. Gli
si dovrebbe mostrare che ogni frammento conservato nella mente è peggio
di una cosa senza valore, è un danno o un ingombro, oltre ad essere
costato tempo prezioso che avrebbe potuto essere speso per favorire la
conservazione della conoscenza, così necessaria fra poco tempo per
svolgere appropriatamente i doveri della vita. Si dovrebbe incoraggiarlo a
leggere quei libri che gli possono fornire informazioni e non novelle.
Dovrebbe conoscere molto della storia della sua terra natale ed avere una
conoscenza ragionevole del resto del mondo. Si può procurare di sicuro
queste conoscenze attraverso opere storiografiche; non intendiamo dire
semplicemente opere storiografiche che danno la cronologia dei regni,
delle battaglie e dei generali ma più particolarmente quelle opere che
mostrano lo sviluppo sociale, morale e intellettuale delle epoche passate
e del mondo come si presenta oggi. In maniera piacevole e delicata si
dovrebbe mostrare al bambino l’importanza di tali informazioni come una
caratteristica dell’istruzione per il suo futuro; si dovrebbe fare
appello alla sua ragione e al suo giudizio e in tal modo alla sua volontà
che aderisce a tali letture educative e si oppone a tutti gli scritti che
sono pieni di erbacce, di nessun valore, immersi in fantasticherie, che
gli faranno del male e lo lasceranno impreparato per i doveri della vita.
Il flagello delle suggestioni cattive
Di
recente, nelle colonne del Church
Standard [ovvero Standard della Chiesa], in una critica ad una novella
è apparso quanto segue. Esso illustra il lato peggiore della lezione che
vorremmo inculcare:
“Uno
dei più tremendi pensieri connessi con quest’argomento è la permanenza
[542] delle impressioni nauseanti nella memoria umana. Anni fa – non
importa quanti anni fa e non è necessario dire se in questo paese o in un
altro – una signora giaceva sul letto di morte. Era ancora giovane ed
aveva vissuto una vita più protetta del solito. In ogni parola e in ogni
azione era stata la purezza incarnata. Non si credeva che avesse mai avuto
l’occasione di sentire in tutta la sua vita una sola sillaba nauseante.
Eppure, nel delirio, dette libero sfogo di fronte ad amici e presenti ad
un torrente di imprecazioni oscene dinnanzi alle quali essi rimasero
sbalorditi. Dove avrebbe potuto sentire simili parole non riuscirono ad
immaginarlo e non lo seppero mai. Ma avrebbero dovuto dedurre che ella le
aveva amate e che aveva manifestato un senso intimo di contentezza nel
pensare ad esse? No, non è così. La vera deduzione è questa: avendole
sentite in qualche momento sciagurato, le aveva totalmente detestate e,
nello sforzo di dimenticarle, le aveva fissate così tanto nella memoria
che vi rimasero fino all’ora della sua morte. Questo non è solo il modo
di vedere caritatevole, è il giusto modo di vedere ed è il modo di
vedere ragionevole. Ma ciò non è sempre valido. Una volta aperte mente e
immaginazione e una volta tenute aperte per molte ore o per molti giorni
alla ricezione di pensieri impuri e alla contemplazione di immagini oscene,
chi dirà l’effetto corruttore di tale associazione mentale? Di tutte le
cose malvagie in questo mondo pieno di tante perversità, non ne
conosciamo nessuna così tremendamente orrenda nella sua sottigliezza e
nel suo carattere permanente d’influenza corruttrice come un brutto
libro scritto da un uomo di genio.”
L’elemento
religioso della mente del bambino richiede speciale educazione e in questa
il genitore Cristiano dovrebbe essere il suo precettore. Nella confusa
condizione presente del mondo in materia religiosa e nel suo atteggiamento
più progressista riguardo alle scuole pubbliche gratuite e
all’istruzione pubblica, di sicuro ogni sforzo di insegnare qualsiasi
tipo di religione è in contrasto con le convinzioni o i pregiudizi
scaturiti dalla coscienza di alcuni degli interessati. Quindi, la
giustizia richiede che le scuole pubbliche siano esenti da tutte le
tendenze, le istruzioni, le formalità e le cerimonie religiose.
Nonostante la nostra riverenza per la Bibbia quale Parola di Dio, crediamo
che il fatto che [543] gli Ebrei siano contrari agli insegnamenti del
Nuovo Testamento, che tanti sotto l’influenza dell’Esegesi Biblica
siano contrari a molto del Vecchio Testamento come pure del Nuovo, il
fatto che alcuni atei, scettici, Buddisti, Teosofi, ecc. siano totalmente
contrari alla Bibbia, mentre altri siano in disaccordo con la traduzione
comune (considerato il fatto che tutte queste classi sono sottoposte a
tassazione per il mantenimento delle scuole ed è loro richiesto di
avvantaggiarsene) ci fa dire che sarebbe sia giusto che saggio omettere le
pratiche religiose nelle scuole ed ignorare la Bibbia quale libro
religioso, introducendolo, se mai, puramente come una storia dei tempi
antichi, piuttosto che offendere molti che non sono d’accordo con noi.
Considerata
la nostra ben nota riverenza per la Bibbia quale Parola ispirata di Dio,
questo suggerimento può sembrare strano a qualcuno; ma siamo convinti che
questa sia la via giusta, in armonia con la Regola d’Oro. Vero, può
essere che siamo in una tale minoranza che la nostra influenza, se
cerchiamo di esercitarla, sia debole; vero, può essere che le Nuove
Creature non debbano considerare quale loro dovere il diventare avvocati
di questa riforma morale più di quanto non lo siano delle altre. Tutte le
Nuove Creature hanno una missione più sublime, più importante connessa
con lo sviluppo della Nuova Creazione e, perciò, possono permettersi il
lusso di lasciare tutte queste riforme morali nelle mani del mondo per
questo momento, finché non venga il Regno. Cionondimeno, è estremamente
appropriato avere lo spirito di una mente sana e il più pieno accordo con
la giustizia, anche se non si presenterà mai l’occasione propizia per
esprimere i nostri sentimenti in materia.
In ogni
caso, sei ore al giorno per cinque giorni alla settimana, per meno di sei
anni in una vita, sono di sicuro molto poche da dedicare alle numerose
lezioni in materie secolari di cui vengono aggravati i bambini del nostro
tempo. Questa assegnazione di tempo per lo studio secolare lascia ai
genitori e alle loro guide spirituali scelte, una grande abbondanza di
tempo per impartire il tipo d’istruzione religiosa che sembra loro
migliore. Delle 168 ore di ogni settimana, gli studi secolari meritano
tutte le trenta ore [544] alla settimana ad essi assegnate, specialmente
considerato che i tempi duri in cui viviamo spesso impediscono al bambino
di ricevere più di tre anni di tale istruzione.
L’influenza delle Scuole Domenicali
La
Scuola Domenicale è diventata un’istituzione importante in tutto il
mondo Cristiano. Se considerata alla luce di un club sociale di bambini,
che li vede radunati una volta alla settimana e dirige le loro menti fuori
dai canali della giornata lavorativa ordinaria, in una generale direzione
sociale e religiosa, si potrebbe ritenere che la Scuola Domenicale abbia
compiuto parecchio nel mondo, specialmente per le classi più basse della
società. Per quanto riguarda l’effetto delle Scuole Domenicali sui
figli di credenti, noi lo riteniamo dannoso. Tuttavia, ci rendiamo conto
che un tale modo di pensare sia considerato estremo finché non si siano
capite in pieno le nostre ragioni. Esse sono:
(1) Le
Scuole Domenicali sono state dannose per i genitori Cristiani in quanto
esse li hanno portati a considerarsi esonerati dalla responsabilità di
genitori, posta su di loro dal Signore. Il maestro della Scuola Domenicale
spesso non è affatto all’altezza di tale responsabilità, spesso è un
principiante per quanto riguarda i bambini e l’educazione adatta ad essi,
è raramente uno che professa la consacrazione completa e il suo essere
stato generato dallo Spirito santo. Si dà a tale maestro il posto del
genitore riguardo al più importante fra tutti i doveri dei genitori. La
perdita sperimentata dai genitori Cristiani, attraverso questa
disposizione, è quasi incalcolabile. È un principio noto nelle cose
spirituali che colui che abbevera gli altri è egli stesso abbeverato. E
così il genitore che istruisce diligentemente e guida i suoi figli in
faccende morali e spirituali non conferisce solo una benedizione su di
essi, ma riceve egli stesso una grande benedizione connessa con quel
servizio. Ai genitori Cristiani di oggi manca questa benedizione visto che
involontariamente si sono allontanati dal disegno divino.
(2) La
Scuola Domenicale è un sicuro svantaggio per i figli di genitori
Cristiani perché non ricevono dai maestri della Scuola Domenicale il tipo
d’istruzione [545] che potrebbe e dovrebbe dare il genitore intelligente
e coscienzioso.
(3)
La
disposizione della Scuola Domenicale sta avendo reazioni svantaggiose sia
per il genitore che per il figlio da un altro punto di vista: sta facendo
perdere ai figli il rispetto per i loro genitori e sta così coltivando,
da una parte, una mancanza di dignità nei genitori e dall’altra una
mancanza di riverenza filiale. Senza dubbio ciò ha molto a che vedere con
la condizione attuale del cosiddetto “mondo Cristiano” in materia di
disobbedienza ai genitori, d’insubordinazione nella famiglia, ecc. Gli
organi religiosi della mente umana sono situati nella parte superiore
della testa e dovrebbero essere quelli dominanti se attivi e adeguatamente
sviluppati. La venerazione è uno di questi ed ha bisogno di direttive. Se
il figlio vede che il genitore venera Dio e la sua Parola e riceve
istruzione da questa fonte, egli ha davanti a sé una lezione pratica che
gli sarà preziosa per tutta la vita, che si protrarrà fino ad esserlo a
sua volta per i suoi figli; ma se vede che la venerazione del genitore si
sposta da Dio e dalla sua Parola e si rivolge ad una classe clericale,
come per ricevere dei presupposti messaggi divini attraverso di essa, e
senza l’esercizio della ragione o lo studio della Parola di Dio,
l’influenza sul bambino è quella della superstizione e della
subordinazione agli intrighi preteschi, condizione, questa, non sana per
quanto riguarda lo sviluppo spirituale.
Se
inoltre il figlio viene mandato da un maestro della Scuola Domenicale per
ricevere istruzione riguardo alla Bibbia, la lezione per la mente
infantile è che il genitore non è capace di dare quest’istruzione e
che, come il genitore è istruito da un clero di presupposto rango
superiore, se non di una natura differente, così il figlio deve
considerare il suo maestro della Scuola Domenicale da un punto di vista in
certo modo simile. L’effetto intero è quello di privare il genitore
della stima e della riverenza del figlio.
Invece
il figlio che ha adeguatamente ricevuto insegnamenti presi dalle Scritture,
secondo i quali insegnamenti Dio ha parlato attraverso la sua Parola e ha
disposto che alcuni dei suoi figli aiutino altri nella spiegazione e nella
comprensione della Parola, e secondo cui il genitore è uno di coloro che
hanno ricevuto queste istruzioni e un [546] sacerdote di Dio pienamente
autorizzato nella sua propria famiglia ad insegnare (il maestro designato
della sua famiglia), quel bambino allora collega inconsciamente una
riverenza religiosa con il genitore come Dio ha inteso. In tal modo la
disposizione divina darebbe al genitore una misura maggiore d’influenza
moralmente sana sul figlio per tutta la durata della vita. Inoltre il
genitore, avendo inculcato le lezioni della Scrittura e avendo indicato,
prendendoli dalla Parola di Dio, gli standard di vita, di carattere, di
pensiero, di parola, di azione e gli standard della Regola d’Oro della
vita, un simile genitore si verrebbe a trovare molto rafforzato nella sua
propria pratica degli insegnamenti della Parola. Si sentirebbe obbligato a
dare esempi dei suoi stessi insegnamenti e si accorgerebbe che anche menti
di bambini molto piccoli sono capaci di applicare queste regole religiose
agli affari della vita quotidiana.
Un tale
genitore si verrebbe a trovare nella condizione di cercare di vivere
sempre più vicino allo standard che proclama come standard divino; e, in
caso di fallimento di qualsiasi grado, riceverebbe una benedizione nel
fare una confessione del suo fallimento davanti a coloro che ne sono stati
testimoni anche se si dovesse trattare dei suoi propri figli. In tal modo
tutti, genitori e figli, imparerebbero sempre di più a capire il valore
dello standard divino e a guardare al Signore per chiedere misericordia e
perdono; ed in questo modo anche le manchevolezze del genitore che si
possono verificare di tanto in tanto potrebbero diventare per il figlio
delle lezioni durature di umiltà, di contrizione e di sottomissione alla
legge divina.
(4)
Evidentemente
molti fanno uno sbaglio così grande rispetto alle funzioni appropriate
della Scuola Domenicale come quello che fanno rispetto al loro concetto
secondo cui il Signore e gli apostoli avrebbero errato per il fatto di non
aver stabilito la Chiesa come lo è nella sua condizione settaristica
attuale, nell’immaginare che dividendo la Chiesa di Cristo essi hanno
compiuto un’opera dettata dalla sapienza; e secondo cui si ottengono
risultati maggiori mediante il confessionalismo e le divisioni di credo di
quelli che si sarebbero ottenuti se si fosse seguito perfettamente il
piano del Signore, vale a dire “Un solo Signore, una sola fede, un solo
battesimo”, una sola Chiesa.
La
Scuola Domenicale così com'era cominciata all’inizio era
sufficientemente adeguata. Iniziò come una “scuola gratuita per bambini
poveri” a Gloucester, in [547] Inghilterra, nel 1781 D.C. Robert Raikes,
editore del Journal di Gloucester, un Cristiano, impiegò quattro donne
Cristiane per insegnare ai bambini dell’età compresa fra i dieci e i
quattordici anni a leggere, a scrivere, a cucire, ecc. dalle 10.00 fino a
mezzogiorno ogni domenica; e la domenica pomeriggio per insegnar loro il
catechismo e per portarli in chiesa. Da quel piccolo inizio si è
sviluppato questa grande operazione della Scuola Domenicale dei nostri
giorni. Il piano era evidentemente un buon piano e per nulla contrario
alle istituzioni del Signore e degli apostoli. Ha deviato dall’armonia
con essi solo quando ha messo da parte il genitore Cristiano quale
precettore dei suoi figli.
Il
nostro consiglio a ciascun membro della Nuova Creazione è che, qualunque
siano stati gli sbagli del passato rispetto all’aver trascurato le
responsabilità di genitori come maestri di religione dei propri figli,
essi dovrebbero cominciare subito a riconoscere questo dovere e ad
adempiere ad esso, a seconda delle varie circostanze, ecc., dell’età
dei figli, del grado d’insubordinazione e di mancanza di rispetto che
essi possono aver già assunto nei confronti dei genitori e che dovrebbe
essere estirpato, gradualmente, con amore, ricordandosi che la colpa è
stata in gran parte del genitore per aver trascurato una responsabilità
che gli era stata assegnata da Dio. Né noi né altri sono più saggi di
Dio, e né noi né altri dovremmo osare di apportare dei miglioramenti ai
princìpi generali stabiliti dal capo della Chiesa e dai dodici apostoli
che egli designò quali nostri istruttori e guide. Quindi non dobbiamo
riverire o perpetuare istituzioni di uomini, per quanto possano essere
diventate più robuste e per quanto la loro sembianza e le loro
affermazioni possano essere grandiose ed imponenti. Esse debbono essere
tutte giudicate con l’unico standard: la Parola divina. Se esse non
vanno d’accordo con la Parola del Signore è perché non c’è
“nessuna luce in loro”, esse non sono di Dio. Is. 8:20
La fiducia dei figli
Se la
fiducia del figlio nel genitore ha radici in un riconoscimento del fatto
che [548] il genitore è membro del Sacerdozio Regale, un figlio di Dio, e
del fatto che il genitore ha la comunione con Dio attraverso la preghiera
ed è istruito da Dio attraverso la sua Parola (mentre i ministri sono
puramente assistenti che aiutano a comprendere la Parola, ecc.) e se,
inoltre, lo spirito d’amore e le sue varie grazie di mitezza, di
pazienza e di benevolenza pervadono la casa e fluiscono nei suoi vari
canali, e se i genitori cercano di esercitare la sapienza che viene
dall’alto, pura, pacifica, misericordiosa, la fiducia del figlio per
quanto concerne tutti gli affari della vita si riporrà naturalmente nel
genitore. Allora le tante domande che si presentano naturalmente alle loro
menti che si stanno aprendo (religiose, morali, secolari, sociali e
fisiche) saranno sottoposte naturalmente ad un simile genitore.
Ci si
dovrebbe aspettare di ricevere tali domande ed esse dovrebbero essere
sollecitate, e si dovrebbero dare risposte rispettose e sagge, a seconda
dell’età del bambino. Le domande riservate non si dovrebbero mai
trattare con leggerezza né si dovrebbero mai rivelare le confidenze.
Molti genitori perdono la fiducia futura dei propri figli se trattano con
leggerezza i loro sentimenti o i loro segreti. Non intendiamo dire che si
dovrebbe dare una risposta completa a tutte le domande (a prescindere
dall’età); a volte può essere più saggio dare una riposta molto
parziale suggerendo che in seguito gli sarà data una spiegazione completa
dell’argomento, magari stabilendo una data, come ad esempio dicendo:
“Ti spiegherò la faccenda più completamente quando avrai tredici anni
se a quel tempo la mente e il carattere che avrai sembreranno
sufficientemente sviluppati perché si possa fare. A quell’epoca potrai
venire da me a farmi la domanda mentre, nel frattempo, dovresti cacciarla
completamente dalla tua mente.”
Per il
figlio che è stato educato in modo giusto questa linea si presenta subito
come degna di rispetto e in ogni caso capirà che la parola del genitore
è positiva, che non è stata data senza matura considerazione e che, una
volta data, deve essere rispettata finché il giudizio del genitore non
venga alterato da qualche ulteriore informazione sull’argomento.
Un’osservazione adeguata delle parole del Signore “Che il tuo sì sia
sì e il tuo no sia no” preserverà molti genitori da tanti affanni e
promuoverà molto la pace e l’ordine generale della famiglia. Dalla
prima infanzia il figlio dovrebbe imparare [549] l’obbedienza ed
impararla senza che gli venga ripetuto il comando. Questo, però, a sua
volta, implica un riconoscimento da parte del genitore delle sue
responsabilità ed un desiderio da parte sua di soddisfare a tutte le
richieste ragionevoli dei suoi figli, per quanto permettano le circostanze.
Ci deve essere una combinazione di amore, sapienza e giustizia nel
genitore per poter rendere il suo potere e la sua autorità preziosa per
la casa e per tutti i membri di essa.
Il potere della suggestione nell’educazione dei
figli
Pochi
riconoscono l’importanza della volontà
umana rispetto alla salute e alla malattia, alla gioia e al dolore,
all’obbedienza e alla disobbedienza, al fare il bene e al fare il male,
a dir il vero rispetto ad ogni azione, parola o pensiero della vita. E la
volontà dei bambini è in special modo suscettibile alle impressioni e
alle suggestioni durante il periodo in cui la loro mente si apre agli
eventi della vita e in cui si stanno ponendo le basi del loro carattere.
La suggestione e l’impressione mentale sono considerate in connessione
con la chiaroveggenza, con l’ipnotismo e con la sottile influenza
esercitata dagli Scienziati Cristiani, invece noi stiamo parlando soltanto
di quelle suggestioni che sono sincere, utili, che rinforzano la volontà
del bambino e che sono in pieno accordo con la Parola divina e niente più.
La
Bibbia è piena di suggestione (tutta la predicazione giusta è
essenzialmente classificabile come suggestione) secondo la quale le azioni
e i pensieri egoisti e peccaminosi portano lo sfavore divino e hanno delle
conseguenze a nostro svantaggio; invece le parole, le azioni e i pensieri
affettuosi apportano frutti benedetti ad altri come pure a noi stessi nel
futuro e nel presente. Prendete nota di come l’Apostolo, dopo aver
indicato che il risultato del peccare intenzionalmente è la Seconda Morte,
fa una svolta e dichiara in modo
suggestivo, e quindi in modo utile a molti: “Ma noi non siamo di
quelli che si traggono indietro, ma di quelli che hanno fede per salvar
l’anima.” (Ebr. 10:39) Le suggestioni della Scienza Cristiana, invece,
sono false: “Non c’è nessun peccato, nessuna malattia, nessun dolore,
nessuna morte”; di conseguenza non c’è nessuna redenzione, nessun
Salvatore, nessuna restaurazione. C’è una grande differenza tra tali
false suggestioni e quelle giuste che la Parola di Dio e i messaggeri di
Dio presentano, vale a [550] dire una suggestione della Verità,
dell’Amore di Dio e del provvedimento misericordioso in Cristo per il
ricupero completo di tutti coloro che gli obbediscono volentieri.
Applicare
questa legge della suggestione
buona e sincera al figlio è il segreto del successo di un genitore.*
Alcuni genitori applicano il principio continuamente senza rendersene
conto e costoro sono i genitori che hanno successo. Ad esempio, la madre
che saluta il figlio tutte le mattine con una voce e con un viso allegri,
dà al proprio figlio una suggestione felice,
buona per lui sia mentalmente che fisicamente. Mentre lo veste, il suo
parlare del più e del meno sugli uccelletti carini e sul grande sole che
guarda dentro la finestra e che chiama tutti ad alzarsi, ad essere buoni e
felici, ad imparare altre lezioni su Dio e ad aiutarci reciprocamente,
sono ulteriori suggestioni proficue; invece una lamentela su “un altro giorno
cocente” sarebbe una suggestione di calore, di disagio e di malcontento,
che nutre infelicità.
__________
*Datori
di lavoro, direttori, sovrintendenti delle istituzioni penali e di case di
correzione. Infatti tutti possono applicare proficuamente questo principio
di buona, vera, nobile e onesta suggestione nei confronti di coloro che
sono sotto la loro influenza e possono applicarlo alle loro menti stesse.
In verità molti di coloro che hanno più successo nella vita la stanno già
praticando, ma in modo inconscio. Che cosa sono la speranza e
l’ambizione ammirevole se non suggestioni mentali?
__________
Se
invece del calore e della luce del sole, c’è pioggia e una vista tetra,
pensare al giorno in modo tetro e suggerire pensieri tetri ad altri renderà
le cose ancora peggio. I giorni piovosi hanno le loro benedizioni per noi
e per altri e le nostre menti dovrebbero notarle rapidamente e dovrebbero
passarle mediante suggestione ai compagni. La madre dovrebbe prevedere la
delusione del bambino richiamando la sua attenzione sulla bella pioggia
che Dio ha disposto per offrire da bere ai fiori, agli alberi e all’erba
e un bagno in cui si possono rinfrescare, affinché possano essere
luminosi ed allegri per noi e possano crescere; Dio ha disposto la pioggia
anche perché il bestiame e noi potessimo bere, potessimo fare il bagno ed
essere puliti e felici, potessimo lodarlo, amarlo e servirlo. Lì si può
anche introdurre un’altra suggestione utile, vale a dire che questa sarà
un’occasione [551] per indossare l’impermeabile e gli stivali pesanti
e per pensare a quanto dovremmo essere grati per il fatto di avere queste
cose, una casa e una scuola riparate dalla pioggia. O si può dare la
suggestione dicendo: “Il mio caro ragazzo, o la mia cara ragazza, deve
mettere molta cura nell’evitare fango e pozzanghere d’acqua di modo da
apparire sempre pulito e lindo e non imbrattare di fango l’edificio
della scuola né quello di casa. Ai maiali piace il fango; hanno così
poco buonsenso nelle cose e per questo si tengono nel recinto. Dio invece
ci dà la ragione e il potere di capire il valore del bello e del pulito.
Quindi imitare i maiali e gli animali inferiori nella mancanza di pulizia,
ecc. è disonorare noi stessi e il nostro Creatore e porta alla
degradazione. È per tutti una cosa degna d’onore sporcarsi in qualche
lavoro utile e necessario, ma nessuno dovrebbe sporcarsi più del
necessario né mettersi a riposare o a rilassare finché non si sia pulito.”
Dobbiamo mettere in evidenza quanto si rivelano proficue queste lezioni
date mediante suggestioni, non solo per il bambino ma anche per il genitore.* Il
malcontento, uno dei seri mali del nostro tempo, troverebbe ben poco per
stimolare la sua crescita in una famiglia in cui tutti fossero intenti a
dare suggestioni dirette a generare felicità in se stessi e
reciprocamente.
__________
*Il
padre o la madre che saluta il suo piccolo bambino deve naturalmente aver
coltivato in primo luogo delle suggestioni buone nel proprio cuore; e, se
ciò è vero, ne segue che tali suggestioni buone e dirette a generare
felicità non saranno limitate ai bambini, ma si riverseranno in ugual
modo sulla moglie, sul marito, sui vicini, sugli impiegati, ecc.; e
persino gli animali incapaci di parlare saranno benedetti da ciò. È
possibile che l’uomo o la donna “naturale”
pratichino ciò in qualche misura, ma certamente in coloro che sono
generati dallo Spirito santo della Verità ci si può aspettare che
l’Amore di Dio abbia successo nella massima misura in questa nuova
vita, che già inizia qui sotto il regno di Satana a spargere benedizioni
che fra non molto sotto il Regno del Messia “benediranno tutte le
famiglie della terra”.
__________
Lo
stesso metodo dovrebbe essere adottato nella guida del vitto quotidiano
del bambino durante la malattia o quando è in buona salute. Non si
dovrebbe mai suggestionare il
bambino indicando mali o dolori, poiché di sicuro la mente si concentrerà
su di essi e tenderà ad aggravare
ogni debolezza o dolore, e non si dovrebbe neanche fare di mali e di
disturbi argomento di conversazione, specialmente non a tavola, dove ogni
pensiero ed ogni influenza dovrebbero essere allegri, salutari.
[552]
La suggestione buona dovrebbe essere data presto e dovrebbe essere
ripetuta spesso: “Il mio piccolo ragazzo si sente felice questa mattina?
Vuole bene a mamma e papà, alla sorella, al fratello, al cagnolino? Sì,
proprio così. Lo pensavo proprio! Ha fame e vuole mangiare della buona
colazione? Della buona farinata d’avena con latte e zucchero, dei
cracker e pane con burro e marmellata? Ora dobbiamo ricordarci di non
mangiare nessun cetriolo oggi, nessuna mela acerba; questi fanno venire
mal di stomaco al mio piccolo ragazzo. Invece ci sarà qualcos’altro per
lui, di specialmente buono per
lui. Non sarà bello? Oggi sulla tavola ci sarà granturco, ma questo non
andrà bene per il mio piccolo ragazzo e quindi quando si passerà il
piatto lui dirà: ‘No, grazie!’ Lui vorrà stare bene ed essere forte
come Dio vuole che sia e come papà e mamma lo vogliono vedere. Questa sarà
anche una bella lezione sulla rinuncia a se stesso e papà e mamma
proveranno piacere nel vedere il loro piccolo ragazzo (o ragazza) che
impara questa grande lezione, così necessaria per arrivare ad essere veri
uomini o vere donne. Dio vuole che tutti i Cristiani pratichino la
rinuncia a se stessi riguardo ai peccati e a tutto ciò che in qualche
misura ostacola la sua causa. Ed anche le persone mondane, tutte,
riconoscono che la persona che è schiava dei suoi appetiti è
pietosamente debole e non si comporta né da uomo né da donna. Ora papà
e mamma osserveranno per vedere quanto è grande la forza di volontà del
loro piccolo ragazzo e siamo sicuri che ce la farà con coraggio.”
Quanto Dio apprezzi la rinuncia a se stessi è rivelato dalla
dichiarazione della Scrittura: “Chi padroneggia il suo stesso spirito [volontà]
val più di chi espugna una città.” Prov. 16:32
Sono
ugualmente potenti per il bene o per il male le lezioni date mediante
suggestione sulle questioni morali. ‘Facciamo
del male’ è un incentivo potente a fare del male. ‘Facciamo del bene’ è un potente incentivo a fare del bene. Quindi
ci si dovrebbe spesso appellare al giusto e allo sbagliato, al vero e al
falso, al nobile e all’ignobile, in ogni cosa; bisognerebbe mettere
nella sua vera luce il vero, il nobile e il giusto come ciò che è
approvato non solo dal nostro Signore e Creatore ma anche dagli uomini e
dalle donne migliori e più nobili, che sarebbero gli unici che dovremmo
imitare. La mente del bambino, cui si è insegnato presto e con
persistenza ad ammirare il nobile e il vero, ha in [553] genere un
baluardo eretto nella sua mente contro la condotta maligna e indegna. Se
non sarà mai santificato dalla Verità, se non sarà mai generato dallo
Spirito, avrà comunque formato in profondità quel carattere necessario
per essere un uomo, o una donna, nobile e se sarà santificato e generato
dallo Spirito, egli o ella avrà maggiori opportunità di servire con
successo sia nella vita presente che in quella futura.
In caso
di disobbedienza del bambino e quindi del bisogno di rimprovero o di
correzione, costui dovrebbe essere ammonito dal punto di vista della
compassione e della fiducia nelle sue buone intenzioni. “So che la mia
piccola ragazza cui voglio tanto bene e che continuamente mi sforzo di
rendere felice, e di educare come approverebbe il Signore, non mi ha
disobbedito intenzionalmente. Sono sicura che questa disobbedienza è
stata piuttosto risultato dell’aver seguito l’esempio di altri e di
non aver esercitato a sufficienza la sua
volontà di fare come mamma e papà le avevano detto di fare. Credo
che questa volta ti perdonerò e non ti punirò affatto, eccetto che
questa sera non ti darò il bacetto della buona notte, solo perché questa
faccenda ti rimanga impressa nella mente, mia cara. Adesso proverai di
nuovo con più impegno la prossima volta ad esercitare autocontrollo e a
fare come ti dico, non è vero, cara? Sono sicura che lo farai!” La
volta successiva affrontate la cosa ancora più seriamente ma non mettete
mai in dubbio i giusti desideri
o le giuste intenzioni del
bambino. “Mi dispiace che la mia piccola figliola si sia sbagliata di
nuovo. Non dubito delle tue buone intenzioni, cara, ma mi dispiace di
vedere che non eserciti la tua forza di volontà
in questa faccenda come sono sicura che potresti fare e come sinceramente
spero che farai in futuro. È necessario, mia figliola, che faccia il mio
dovere nei tuoi confronti e che ti dia una punizione, anche se mi farebbe
più piacere farti degli elogi. Ho fiducia che presto mi sarà dato di
gioire con te nella vittoria che avrai su questa contrarietà. La cosa ha
un effetto ben più grande di quanto è direttamente legato alla
disobbedienza; ha un effetto sul tuo intero futuro, perché se non impari
ora a dire ‘No’ alla tentazione non avrai successo neanche nelle
questioni più importanti e più serie della vita quando si presenteranno
in futuro. Ma sono sicura che il mio amore, la mia fiducia e le istruzioni
nondimeno porteranno frutto. E ricorda, mia [554] figliola, che proprio le
nostre sconfitte, come nel tuo caso, possono diventare degli aiuti per noi,
se fissiamo semplicemente le nostre volontà con più decisione in
direzione di ciò che è giusto. Noi impariamo ad essere in guardia
specialmente su quei punti dove vediamo per esperienza che siamo deboli.
Inchiniamoci davanti al Signore e chiediamo la sua benedizione affinché
questo fallimento possa essere una lezione proficua e chiediamo il suo
aiuto per addolorarcene affinché la tua condotta gli possa piacere di più
quando sarai assalita la prossima volta dalla tentazione.”
Tutte
le suggestioni dovrebbero prendere in considerazione il Signore: “Il
timore [riverenza] del Signore è l’inizio della sapienza.” Biglietti
con del testo Scritturistico in ogni stanza della casa dovrebbero
ricordare continuamente ai genitori, ai figli e agli amici che vengono a
far visita che la volontà del Signore è l’unico standard riconosciuto,
che il Signore è a conoscenza di tutto ciò che facciamo e di tutti i
nostri affari e che il Signore è “per noi”, i suoi rigenerati, e per
tutti coloro che sono in cerca della giustizia in umiltà.
I nostri figli nel tempo dell’afflizione
Quelli
della Nuova Creazione che vivono ora e che riconoscono il fatto che siamo
nel tempo del “raccolto”, che riconoscono che è in corso la
separazione del “grano” e la sua raccolta nel “granaio” e che fra
breve il grande tempo dell’afflizione si abbatterà sul mondo intero e
specialmente sulla Cristianità nominale, sentono un interesse profondo
per i loro figli ed hanno desiderio di provvedere a loro il più
saggiamente possibile in quel tempo dell’afflizione. Visto che le
Scritture parlano in modo prominente del fatto che quell’afflizione si
estenderà a tutte le classi e coinvolgerà tutte le istituzioni del tempo
presente, finanziarie, sociali, religiose, politiche, non sarebbe
ragionevole per noi aspettarci che i figli della Nuova Creazione restino
miracolosamente esenti da tali afflizioni: né bisogna che pensiamo a
trovare un posto sulla terra dove isolarsi in condizioni naturali. Quando
verrà quel tempo in cui gli uomini getteranno il loro oro e il loro
argento per le strade e questi non li potranno salvare (Ezech. 7:19; Sof.
1:18), l’oro e l’argento, le banconote e le obbligazioni saranno
evidentemente di poco valore e non riusciranno né a dare protezione né
comodità né lussi. Se poi distogliamo lo sguardo per guardare ai luoghi
di campagna dove possiamo supporre di poter trovare almeno cibo, [555]
abbiamo l’annuncio formale delle Scritture che afferma che la sofferenza
di quei giorni toccherà i luoghi di campagna come pure le città: “Non
ci sarà nessuna sicurezza per quelli che vanno né per quelli che vengono,
perché io ho messo gli uni alle prese con gli altri.” Zac. 8:10
C’è
solo una promessa che sembra sussistere durante quel tempo
dell’afflizione e sembra essere una promessa generale, che si applica a tutti coloro che sono miti e amanti della giustizia. Questa classe
dovrebbe comprendere tutti i figli maturi dei consacrati, che sono stati
educati giustamente nei precetti del Signore, che sono stati istruiti
giustamente con gli insegnamenti derivanti dalla sua Parola. La promessa
dice: “Cercate la giustizia, cercate la mitezza; forse sarete messi al
coperto nel giorno dell’ira del Signore.” Sof. 2:3
I
genitori Cristiani sentono a volte riluttanza a lasciare i loro cari,
anche se pieni di fiducia che essi stessi saranno con il Signore
immediatamente dopo aver attraversato il velo, che saranno cambiati e
prenderanno parte ai poteri della Prima Risurrezione e che saranno con il
Signore e tutti i suoi santi a partecipare alla sua gloria. Così la nuova
mente a volte è impacciata e resa ansiosa per quanto riguarda i membri
della famiglia che si lasciano, desiderosa di continuare a stare con loro
per dar loro consiglio, aiuto e guida. Costoro dovrebbero rendersi conto
che avendo dato tutto di se stessi al Signore, nell’accettarli il
Signore ha accettato tutti i loro giusti interessi; e che possono affidare
saggiamente alla sua cura amorosa ogni preoccupazione terrena. Man mano
che imparano la lunghezza, la larghezza, l’altezza e la profondità
dell’amore divino e come alla fine i benefici della grande redenzione si
estenderanno a tutti i membri della stirpe di Adamo, acquisteranno sempre
maggiore fiducia e confidenza nel Signore rispetto ai loro cari. Inoltre
costoro dovrebbero ricordare che essi stessi, dall’altro lato del velo,
avranno ancora una buona opportunità di prendersi cura degli interessi
dei loro cari come fanno ora ed un’opportunità ancora migliore di
quella che hanno ora di esercitare una vigile [556] protezione su di loro:
una guida provvidenziale nei loro affari sotto la sapienza divina, con cui
allora saranno in perfetto accordo.
Qual è,
allora, per la Nuova Creazione il provvedimento migliore in assoluto da
prendere per i loro figli secondo la carne? Rispondiamo che la
disposizione migliore sta nell’educazione giusta. Come già dimostrato,
questa include un’educazione ragionevole nei comuni rami del sapere e
un’educazione ed istruzione particolare nelle questioni che riguardano
Dio, nella riverenza a lui e alla sua Parola, nella fede e nella promessa,
e nella coltivazione di quelle caratteristiche indicate nelle Scritture
come volontà divina: la Regola d’Oro. Bambini simili, se si lasciano
senza un dollaro di possedimenti terreni, sono ricchi; perché essi hanno
nel cuore, nella testa, e nel carattere, che è stato formato, un tipo di
ricchezze che né la tignola, né la ruggine, né l’anarchia, né
qualsiasi altra cosa al mondo può portar loro via. Essi saranno ricchi al
cospetto di Dio, come esprime l’Apostolo, e come dichiara ancora: “La
pietà insieme all’accontentarsi è un grande guadagno”, grandi
ricchezze. Se si sforzano sinceramente con la grazia di Dio a dotare in
tal modo i loro figli e a renderli idonei per qualsiasi emergenza, sia per
la vita di ora che per quella che verrà, le Nuove Creature si possono
sentire relativamente esenti da tutta la preoccupazione riguardo agli
interessi temporali, ricordando che lo stesso Signore che ha provveduto
alle cose necessarie e utili nel passato è sia capace che intenzionato a
continuare a sorvegliare e a provvedere, in modo adatto a tutte le
circostanze e condizioni di quel tempo come di questo, per coloro che lo
amano e hanno fiducia in lui.
Divertimenti adatti
La
gaiezza e l’umorismo sono elementi della nostra natura umana troppo
spesso educata in modo sproporzionato nelle qualità più serie e più
utili. I neonati sono viziati in quanto vengono tenuti nella costante
eccitazione del divertimento finché il loro appagamento non si rovina e
si metteranno a piangere perché vogliono il divertimento. Questo pensiero
del divertimento continua durante l’infanzia, quando il bambino dovrebbe
intrattenersi ad investigare gli affari della vita e a chiedere
spiegazioni ai propri genitori o a cercarle nei libri. Il desiderio di
divertirsi coltivato in tal modo spinge, a suo [557] tempo, a volere
assolutamente il teatro e gli spettacoli sciocchi del pagliaccio. Membri
della Nuova Creazione dall’inizio alla fine dovrebbero educare la loro
prole in senso opposto: essere attori nel grande dramma della vita,
biasimare le falsità e cercare di svolgere così grandi atti di utilità
e di benevolenza sul palcoscenico del mondo quanti gliene permetteranno i
loro talenti e le opportunità che avranno.
Il matrimonio dei figli delle Nuove Creature
Abbiamo
già notato il comando Apostolico dato alle Nuove Creature secondo cui
coloro che si sposano fanno bene, ma coloro che non si sposano fanno
meglio. Tuttavia questo consiglio non è applicabile ai loro figli non
consacrati. A proposito di questi ultimi l’Apostolo scrive: “Io voglio
[io consiglio], dunque, che le donne più giovani [della congregazione ma
non della Chiesa, le credenti, ma non consacrate o santificate] si
maritino, abbiano figliuoli, governino la casa, non diano all’Avversario
alcuna occasione di maldicenza.” I Tim. 5:14
Crediamo
che su questo argomento molti della Nuova Creazione errino seriamente,
anche se non intenzionalmente. Si rendono conto molto giustamente che
nella maggioranza dei casi il matrimonio non porta solo maggiori
responsabilità ma amare delusioni, dispiaceri e patemi. Ma se i figli e
le figlie hanno raggiunto l’età in cui possono sposarsi e non hanno
dato il loro cuore in sposalizio al Signore, non saranno neppure preparati
a vedere la sapienza del seguente consiglio dell’Apostolo, dato solo
alla Nuova Creazione, che è solo meglio sposarsi “piuttosto che
bruciare” di desideri incontrollabili.
Richiamiamo
alla memoria che Dio ha previsto il matrimonio per l’uomo e la donna
naturali, Adamo ed Eva, prima che il peccato entrasse nel mondo e che,
sebbene la relazione coniugale possa essere abusata, come può esserlo
ogni altra cosa giusta, e sebbene sia in genere abusata terribilmente,
nondimeno questa non è colpa del matrimonio, ma dell’abuso che se ne fa.
“Sia il matrimonio tenuto in onore da tutti e sia il talamo [matrimoniale]
incontaminato: poiché Iddio giudicherà i fornicatori e gli adulteri.”
Ebr. 13:4
Non è
altro che naturale che i figli adulti non siano propensi a seguire il
consiglio perfino dei migliori genitori su questo argomento; tutta la
tendenza della natura va in [558] direzione opposta; ed inoltre essi hanno
l’esempio dei loro genitori. Se, trascurando il consiglio del Signore di
abbandonarsi a lui, decidono di imparare le lezioni della vita per
esperienza piuttosto che per precetto, prima cominciano e meglio è. Molte
lezioni della vita s’imparano nel modo migliore mediante le esperienze
coniugali; a questo fine è preferibile che i novelli sposi siano spinti
il più possibile ad usare le loro proprie risorse, cioè che siano
incoraggiati a dar inizio ad una casa per conto loro, ecc. Così
impareranno molto in fretta a capire il valore della fiducia in se stessi,
della fortezza, della pazienza, della sopportazione reciproca e della
cooperazione.
In
circostanze che l’Apostolo designa come “l’imminente angustia” (I
Cor. 7:26), saremmo anche a favore di quelli che sarebbero considerati
matrimoni precoci. Consideriamo per alcuni rispetti l’uomo a ventun anni
e la donna a diciotto preferibili ad età più mature, prima che le
abitudini di pensiero e di condotta si radichino troppo. La coppia sposata
si dovrebbe connettere strettamente in modo reciproco; di qui, è
desiderabile la flessibilità emotiva, specialmente da parte della femmina,
che dovrebbe accettare come partner solo una persona che possa riverire e
guardare con rispetto e al quale sarebbe contenta di cedere, per quanto
sia permesso dai principi generalmente ammessi. Inoltre, la maggiore
elasticità della struttura fisica della giovane madre le sarà di
vantaggio per sopportare la parte speciale della maledizione che le spetta.
(Gen. 3:16) Non dimentichiamoci neppure delle preziose esperienze
accumulate da ciascun genitore nello sforzo di provvedere al mantenimento
e all’educazione dei figli. Queste lezioni possono portarli vicino al
Padre Celeste più velocemente di quanto non possa farlo qualunque altra
lezione e questa è la cosa che dovrebbe essere desiderata per la propria
prole dalla Nuova Creazione sopra tutte le altre.
Genitori
saggi non cercheranno di frustrare il desiderio naturale dei figli per il
matrimonio ma, cooperando saggiamente, con la loro sapienza si sforzeranno
di aiutarli ad accoppiarsi in modo giusto. E coloro che sono stati educati
bene non è probabile che ignorino il consiglio del genitore attento e
premuroso, nell’operazione più importante [559] della vita naturale.
Tuttavia, in un momento del genere non accada che il genitore indulgente
dimentichi che l’accoppiamento dovrebbe essere sullo stesso piano: non
credente con non credente, giustificato con giustificato, santificato con
santificato, come già esposto in precedenza. In altre parole, se i loro
figli o figlie non sono consacrati non debbono cercare di accoppiarli con
uno della Nuova Creazione che dovrebbe sposarsi “purché sia nel
Signore”; debbono invece riconoscere che una tale unione di nature
diverse probabilmente sarebbe a svantaggio di entrambi ed in ogni caso è
contraria al comando divino che vuole che il suo popolo si sposi “purché
sia nel Signore”.
Gestione della salute dei nostri figli
I
genitori farebbero bene a ricordare come corpi puliti aiuteranno i loro
figli ad avere menti pulite, così corpi sani sono preziosi assistenti che
aiutano ad avere menti sane. Ogni Nuova Creatura, con il suo “spirito di
una mente sana”, dovrebbe essere sufficientemente filosofo da guidare la
propria prole al raggiungimento e alla preservazione di così tanta salute
fisica quanta gliene permetteranno le loro costituzioni. L’aria pura,
l’acqua pura, il cibo puro e il puro esercizio, mentale e fisico, sono
alla base della migliore utilizzazione di ciò che abbiamo ricevuto dai
nostri genitori ed abbiamo trasmesso ai nostri figli.
Ogni
genitore dovrebbe sapere che l’aria piena di nebbia non è “aria
fresca” e che, per quanto è compatibile con ventilazione ragionevole,
dovrebbe essere espulsa dai polmoni; che la ventilazione dentro casa
dovrebbe comprendere tutta la luce del sole possibile e che le persone
delicate non dovrebbero stare nell’aria umida delle prime ore della
mattina e della sera. Dovrebbe osservare che tutti i recipienti, ecc.,
connessi con il rifornimento d’acqua siano puliti e dovrebbe inculcare
quest’attenzione scrupolosa. Dovrebbe fare in modo che ogni bambino
abbia qualche lavoro affidato a lui proporzionato alla forza e all’età
che ha e che lo compia bene e con attenzione; e questo lavoro dovrebbe
essere in parte fisico e in parte mentale. Il carattere della lettura e
dello studio, non meno di quello dell’attività fisica, dovrebbe essere
ispezionato bene e dovrebbe cambiare di tanto in tanto, per perfezionare
adeguatamente la mente e il corpo [560] in preparazione dei vari compiti
della vita. Il bambino dovrebbe accorgersi dell’interesse che i genitori
hanno per lui e dovrebbe sapere che è suggerito dall’amore
per il suo bene futuro e viene da un comando divino.
Le
qualità peculiari della nutrizione sono tristemente fraintese e ciò è
senza dubbio la causa di molto male mentale e fisico. Ogni genitore
dovrebbe sapere che i cibi si possono suddividere in tre classi:
(1)
Quei cibi altamente azotati che servono a costituire il corpo, i muscoli,
i tendini. A questi cibi appartengono la carne, il pesce, il pollo, le
uova, i piselli, i fagioli. Di tale cibo si ritiene che cinque once [ossia
circa 140 grammi] siano da considerare una razione completa per un uomo
medio in un’occupazione media; i bambini proporzionalmente di meno.
Questi cibi sono danneggiati se cotti troppo a lungo.
(2)
Quei cibi composti in gran parte da amido e zucchero, che forniscono
l’energia ai nervi: forza, attività, vigore, calore. A questi cibi
appartengono il grano, le patate, il granturco, l’avena, il riso e i
vari prodotti che li contengono: il pane, i cracker, i budini, ecc. Questi
dovrebbero essere ben cotti e freschi perché siano nutrienti e di facile
assimilazione e tutto ciò in proporzione alla debolezza naturale della
digestione. Nella nostra epoca di macchine e di facili viaggi il logorio
dell’energia dei nervi è molto maggiore di quello della fibra muscolare;
pertanto, cibo di questo genere si dovrebbe mangiare in quantità maggiori
di quelle del primo cibo suddetto. La razione per un uomo medio sarà di
venti once [ovvero circa 560 grammi] al giorno; i bambini che stanno
crescendo richiederanno un po’ di più di una quantità proporzionata a
causa della loro intensa attività della mente e del corpo.
(3)
Quei
cibi (frutta e verdura) che, costituiti principalmente d'acqua, sono
ricchi di sali biochimici, hanno un grande valore. Non solo i loro sali di
idrossido di calcio, di potassio, ecc. aiutano nella formazione delle ossa
e come regolatori ed elementi nutritivi per i nervi, ma i loro elementi
fibrosi impregnati d'acqua (come il cavolo, la rapa, ecc.), che non
contribuiscono affatto al nostro nutrimento, aiutano a pulire strofinando
l’intestino e in tal modo impediscono ai cibi più concentrati e più
ricchi di rimanere intasati nel sistema. Alcuni di essi, come la zucca, le
barbabietole, le mele dolci, ecc. hanno anche valore nutritivo
proporzionato alla loro dolcezza. Ed alcuni, fortemente acidi, agiscono da
diluenti e purificatori del sangue. A questi cibi appartengono l’uva, le
[561] mele aspre, i limoni, le arance, ecc. Dei liquidi in qualche forma
(latte, minestre o frutta e verdura piene d’acqua, o semplicemente acqua
soltanto) un uomo medio dovrebbe far uso di almeno cinque libbre [ovvero
circa 2,2 chilogrammi] (uguali a cinque pinte) [ovvero circa 2,3 litri] al
giorno e i bambini in modo proporzionato. Il cibo contiene liquido
sufficiente per le ore dei pasti. L’acqua si dovrebbe bere un’ora o più
dopo i pasti. Queste cifre mostrano che la maggior parte delle persone usa
assolutamente troppo poca acqua e verdura.
Si
dovrebbe osservare, inoltre, che molte voci elencate tra i cibi contenenti
amido (grano, granturco, avena, ecc.) contengono anche qualità di
composti chimici azotati così che, se fosse necessario per economia o per
qualsiasi ragione, si potrebbe preparare una dieta puramente vegetariana
ad un bassissimo costo per nutrire bene la famiglia sia per quanto
riguarda il cervello che la muscolatura e il vigore.
Uno
squilibrio tra questi cibi (specialmente del secondo gruppo, il più
importante) tende a causare malattie, sia che si tratti di un consumo
eccessivo che fa sì che il sangue diventi più ricco e più lento nel
movimento provocando foruncoli e acne oppure una patina linguale scura,
mal di testa e gotta e portando ad un raffreddore con congestione; sia che
si tratti invece di una mancanza di nutrimento per far fronte alle
richieste della natura che causa debolezza, nervosismo, una patina
linguale bianca e che è capace anche di portare ad un raffreddore. Si
dovrebbe insegnare ai bambini a notare i propri sintomi e a mangiare di
conseguenza per contrattaccare la malattia al suo inizio o preferibilmente
per prevenirla mediante moderazione e buon senso a tavola. Non tutti, però,
hanno uguale sano giudizio su queste questioni; quindi ancor di più i
genitori, che per grazia di Dio hanno lo “spirito di una mente sana”,
dovrebbero regolare, proporzionare e alternare la provvista di cibo sulle
loro tavole affinché coloro che prendono il cibo da esse possano avere
poco bisogno d’attenzione o di selezione speciale, con una varietà
ottenuta più mediante rotazione che mediante molti tipi in una stessa
volta.
Non
stiamo sostenendo l’idea di una “moda” né stiamo cercando di sviare
le menti della Nuova Creazione dal cibo spirituale e di concentrarle sulla
salute fisica e su quello che mangeremo, su quello che berremo, ecc. …
cose che sono ricercate dai Gentili. No; stiamo cercando principalmente la
salute spirituale. Mentre, però, le nostre menti e la nostra
conversazione si stanno occupando in modo speciale della salute spirituale,
è [562] nostro dovere usare il giudizio più sano che possediamo nella
cura dei nostri figli, affidatici dalla provvidenza di Dio.
Una parola a conclusione di questo argomento
della dieta. I cavalli e gli animali domestici mangiano senza palesi
qualità mentali (buone o cattive) ed alcuni membri abbrutiti della
famiglia umana fanno altrettanto, ma sono pochi. Pertanto ad ogni pasto è
probabile che ci sia qualcosa che ecciti i sentimenti sia piacevoli che
spiacevoli: amore, gioia, pace, speranza, ecc. oppure ira, malizia, odio,
litigio, ecc. Ora è stato riconosciuto che gli umori della mente sono in
possesso di un’influenza poderosa sulla digestione. Per una certa
alchimia, non ben capita, l’eccitazione di un umore irato e maligno
influisce sui nervi al punto da interferire con la digestione, mentre le
influenze allegre e dirette a generare felicità agiscono in maniera
opposta. La Nuova Creatura, egli stesso, può interiormente preservare la
sua “pace di Dio” in numerosissimi ambienti sfavorevoli, ma non così
gli altri; quindi se egli è il capo responsabile della famiglia è suo
dovere curarsi della pace della casa mantenendo il più possibile la
conversazione a tavola su argomenti piacevoli e utili se non religiosi.
Nell’affidare
gli interessi della nostra stessa salute e di quella dei nostri figli al
Signore dovremmo essere sicuri che, al massimo delle nostre capacità,
stiamo usando il più saggiamente
possibile, le benedizioni e i privilegi già conferiti su di noi.
Allora, e non altrimenti, possiamo appropriarci a
nostro conforto della promessa che tutte le cose stanno concorrendo al
nostro bene.