DAILY HEAVENLY MANNA
GIUGNO
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MANNA 1
GIUGNO
Chi ha i miei
comandamenti, e li osserva, esso è quel che mi ama; e chi mi ama
sarà amato dal Padre mio; ed Io ancora l’amero, e apparirò me
stesso a egli. —S. Giovanni 14: 21.
Possa quest’intima
communione e intimità con Cristo impartir vieppiù a ciascuno di
noi il suo proprio spirito, acciocchè il mondo possa riconoscere
che siamo stati con Gesù; e sia questa la preghiera di ognuno:
“Signore Gesù, siimi una vivente e splendida realtà!
Sii più reale all’acuta vista della fede da qualunque
altro oggetto terrestre; più caro, più intimamente vicino da
qualunque dolcissimo vincolo erreno”.
Z.'95-75 R1789:5 |
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MANNA 2
GIUGNO
Ho deciso a non sapere
altro fra voi, se non Gesù Cristo, ed esso crocifisso —1
Corinti 2: 2.
La nostra osservazione
per coloro che sono consacrati ed iquali si permettono che altri
temi fuorchè “questo evangelo” assorbono il loro tempo ed
attenzione, ci spinge a consigliar loro, di essere molto gelosi
nello spendere bene il tempo ed il talento per il ministerio del
vangelo, lasciando tutti gli altri soggetti, quantunque
interessanti, agli altri per il tempo presente, ed alla
vita futura per noi stessi, quando tutta la conoscenza sarà
nostra. Coloro che
per qualunque causa evitabile lasciano il ministerio del vero e
solo vangelo, abbiamo osservato che, invariabilmente sono
facilmente sviati e grandemente impediti nella loro corsa “verso
il segno della nostra suprema vocazione”.
Z.'95-116 R1811:5 |
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MANNA 3 GIUGNO
I cieli raccontano la
gloria di Dio, ed il firmamento annunzia l’opera delle sue mano.
Il giorno inverso il giorno favella parola e la notte
inverso la notte annunzia conoscenza.
Non vi è favella, non vi sono parole delle quali non si
oda la voce. La loro
melodia si sparse in tutta la terra, ed i loro verbi
nell’estremità dell’universo. (Trad. Lesser) —Salmo 19:1-4.
(Leeser)
Il magnifico panorama dei cielei, giorno e notte
dovrebbe attrarre la nostra lode ed adorazione, e dovrebbe
inspirare nei nostri cuori un’adorazione santa e riverente.
Lasciamo che la calmo attività, la perfetta ubbidienza
alla legge divina, ed il benedetto splendore degli eserciti
celesti, imprimano le loro salutari lezioni sopra di noi—di
attività, zelosa senza commozione o ostentazione; con perfetta
obbedienza al volere di colui che fa bene tutto le cose, che è
troppo savio per errare, e troppo buono per essere scortese.
Z.'95-121 R1815:1 |
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MANNA 4
GUIGNO
Acciocchè la prova
della fede vostra, molto più preziosa dell’oro che perisce,
provato per il fuoco, sia trovata a lode; ed onore, e gloria,
nell’apparizione di Gesù Cristo. —1 Pietro 1: 7.
E’ la vostra fede
che è posta ora alla prova.
Nei giorni calmi, quando il sole del favore brillava su di
voi, con calma fondaste le fondamenta della conoscenza della Veritò,
ed edificaste l’edifizio del carattere cristiano.
Ora poi siete nella fornace per provarvi:
chiamate adunque tutto il vostro coraggio; fortificate la
vostra pazienza; rafforzate la vostra pazienza; afferratevi
fortemente alla speranza; richiamate alla vostra mente le promesse,
esse sono ancora vostre; e “non gettate via la vostra franchezza,
le quale ha gran ritribuzione di premio”. “Nella calma e nella confidenza sarà la vostra forza”.
“Riposati nel Signore e attendi Lui” e la fede riporterà
la vittoria. Z.'95-135 R1823:4 |
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MANNA 5
GUIGNO
Su di te, oh Signore
ho sperato.—Salmo 31: 1.
Non v’è di peggio
che possa mettere il cristiano in grande svantaggio in presenza
del suo nemico, che il separarsi, anche temporaneamente,
dall’ancora della fede. Faccia
ciò per un instante, e di necessità le tenebre incominceranno ad
avvolgerlo. Non può
veder lo splendore del volto del Padre suo, perchè “senza fede
è impossibile di piacergli”; e mentre si sforza ancora per
riprendere l’anocora, i poteri delle tenebre lo assalgono
fieramente imperfezioni, che, dovrebbe sempre ricordare, sono
coperti dal manto di giustizia di Cristo.
Se vogliamo che la pace di Dio regni nei nostri cuori, non
dobbiamo mai abbandonare l’ancora nostra, e neanche permettere
che Satana abbatta mortalmente il nostro coraggio.
Il linguaggio dei nostri cuori dovrebbe essere sempre:
“Benche mi uccidi io però spererò in Te.”
Z.'95-157 R1835:4 |
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MANNA 6 GUIGNO
Guardatevi, che talora
i vestri cuori non siano aggravati d’ingordigia, nè
d’ebbrezza, nè delle sollecitudini di questa vita. —S. Luca
21: 34.
Quanto lavoro ci è
davanti, e quanto bisogno di sobrietà, vigilanza e costanza ci
occorre. E’ lavoro
d’una vita intera, battaglia a vita contro un potente nemico
trincerato nella nostra carne.
I poteri esterni sono veramente forti, ma la guerra civile
interna è ciò che molto più dobbiamo temere.
Se ci ubbriachiamo in qualunque misura dello spirito del
mondo, se poniamo mente al nostro egoismo, all’amore del piacere,
dell’indolenza, una piccola indulgenza di alcune delle vecchie
disposizioni di invidia, malizia, superbia, vanagloria, vanto di
se stesso, caparbietà, alterezza, ira, lotta per le cose mondane,
od altra cosa simile, anche in poca misura, oh!
Quanto grande, è il pericolo a cui siamo espostì. Z.'95-201
R1859:6 |
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MANNA 7
GIUGNO
L’Iddio d’ogni
grazia, il quale ci ha chiamati alla sua eterna gloria in Cristo
Gesù, dopo che avrete sofferto per poco tempo; esso vi renda
compiuti, vi raffermi, vi fortifichi, vi fondi. —1 Pietro 5:10.
Solo colla pazienza,
colla longanimità alle afflizioni come buoni soldati di Cristo si
può ottenere questa desiderabile condizione—cioè la perfetta
sottomissione dell’Io ed abilità di resistere al male, fede
raffermata—pazienza e virtù fondate—riposo costante in
Cristo—e speranza per mezzo delle sue promesse. Questa fu indubbiamente la vera esperienza dell’apostolo
Pietro mentre aumentava e s’invecchiava nel servizio del
Maestro, e così possa essere la nostra.
Possa ogni anno che passa, trovarci sempre più vicini alla
gloriosa vetta della perfezione. Z.'95-202 R1860:4 |
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MANNA 8
GUIGNO
Sappia colui, che chi
avrà convertito un peccatore dall’error della sua via, salverà
un’anima da morte, e coprirà moltitudine di peccati. —S.
Giacomo 5: 20.
Quando vediamo altri
che camminano in vie proibite, nella via dei trasgressori, non
dobbiamo seguirli colla scusa di aiutarli a retrocedere; ma
dobbiam mostrar loro la via diritta, seguendola e standovici, e
chaimarli. Quando li
vediamo confondersi con dottrine ed insegnamenti di uomini, che
noi sappiamo essere fondamentalmente erronei, non dobbiamo
mischiarci con quelle dottrine per aiutarli; ma dobbiamo rammentar
loro, che lo studio di qualunque dottrina che non si confà colle
fondamenta non solo è un mal uso del tempo consacrato, ma erroneo
e pericoloso, come son pericolose tutte le violazioni di coscienza
e principio. Z.'95-203 R1860:3 |
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MANNA 9
GUIGNO
Voi avrete
tribolazione nel mondo; ma state di buon cuore, Io ho vinto il
mondo. —S. Giovanni 16: 33.
Non v’è premio di
prosperità terrena per la fedeltà del Signore, ma al contrario,
persecuzione e privazioni sino alla morte.
Egli fu “uomo di dolori, ed esperto in languori”; gli
oltraggi di coloro che oltraggiarono Dio caddero su di lui;
quantunque fosse ricco, divenne povero per amor nostro; tanto
povero che disse: “Le
volpi hanno tane, e gli uccelli del cielo dei nidi; ma il Figliuol
dell’uomo non ha pur dove posare il capo”. . . . Ed il
servitore non è al disopra del padrone: se perseguitarono lui,
perseguiteranno anche noi; e gli oltraggi di coloro che
oltraggiaron lui, cadranno anche sopre di noi.
L’unico premio per il presente, che possono avere i
seguaci di Cristo, è la sentita manifestazione dell’amore ed
approvazione del Signore.
Z.'95-207 R4072:4 |
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MANNA 10
GUIGNO
Signore, insegnace a
pregare. —S. Luca 11:1
In breve, acciocchè
le nostre preghiere, siano gradite a Dio, devono esprimere una
vera fede, una stima e riverenza amorevoli, piena simpatia col
piano divino e sottomissione alla divina volontà, dipendenza
infantile da Dio, ammissione dei propri peccati e debolezze, e
desiderio di perdono, e chiedere umilmente la guida e protezione
divina. Tutto ciò
non potrà essere sempre espresso con parole, ma questa ne
dovrebbe essere l’atitudine dell’anima. Z.'95-213 R1865:1
“La preghiera è il
desiderio sincero dell’anima, espresso a voce od in silenzio.” |
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MANNA 11
GIUGNO
Fratelli, io non
reputo d’avere ancora ottenuto il premio.—Filippesi 3: 13.
Se alcuno crede
d’aver raggiunto uno stato spirituale soddisfacente, da quel
momento incomincia il suo declivio spirituale.
Nessun conseguimento presente può essere soddisfacente ad
un sincero seguace di Cristo, che cerchi studiosamente di copiare
il modello perfetto (Cristo).
Solo col voltare gli occhi da Cristo l’egoismo incomincia
a dominare su di noi; quando però abbiamo in vista il modello di
Cristo, le nostre debolezze sono sempre manifeste.
E se per la nostra superbia di cuore le perdiamo di vista,
esse saranno vieppiù manifeste agli altri.
Il cristiano trova soddisfazione solo nella realizzazione
di un continuo aumento nella somiglianza di Cristo.
Z.'95-250 R1885:3 |
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MANNA 12
GUIGNO
Ma una cosa
fo.—Filippesi 3: 14.
Noi osserviamo la
simplicità del fine dell’Apostolo:
“Una cosa fo”. Non
cercò di fare molte cose: se l’avesse fatto avrebbe certamente
fallito. Egli aveva
dedicato la vita sua, a quel solo fine al quale fu chiamato, e per
questo fine, sacrificò tutto.
Lo fece in virtù del fatto che nel corso della vita
presente, la sua vocazione gli portasse perdita, privazione,
lavoro, responsibilità, persecuzione e continuo vituperio.
Per questo fine prefisosi, fu sollevato da tante tntazioni
che l’avvrebbero spinto a godere alcune delle buone cose di
questa vita presente, e di seguire alcune delle sue chimere.
Z.'95-250 R1885:3 |
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MANNA 13
GUIGNO
Io sarò saziato della
tua sembianza, quando io mi risveglierò.—Salmo 17: 15.
“Che i nostri
pensieri sublimi, s’innalzino oltre le cure triviali presenti,
tirino indietro il celante velo, e vedan così le glorie
dell’eternità”. Che
i pensieri di Dio e di Cristo, e dei santi del passato e del
presente, dell’eredità celeste, della beatitudine della nostra
opera futura in cooperazione con Cristo, della magnificenza e
benevolenza del piano divino, e della gloria e beatitudine della
nostra radunanza in Cristo, quando la nostra opera della vita
presente sarà compiuta, empian le nostre menti ed ispirino i
nostri cuori. A coteste contemplazioni, aggiungiamo ancora il conforto e la
beatitudine della comunione ed amicizia personale con Dio per
mezzo della preghiera e dello studio della Parola, e della nostra
comune radunanza per rendergli culto e lodi. Z.'95-251 R1885:6
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MANNA 14 GUIGNO
Iddio resiste ai
superbi, e da grazia agli umili.—1 Pietro 5:5.
Abbiamo cura della
nostra umiltá sovra ogni cosa, cari e diletti.
Solo quando ci renderemo piccoli agli occhi nostri, Iddio
può adoperarci senza timore e pericolo.
Ciononostante non ci protegge da ogni prova di fedeltà.
Cosicchè se il Signore ti esalta un poco quest’oggi
t’incoraggia un poco del successo nel suo servizio, ricevi tutto
ciò con umilità, silenziosamente, rammentandoti della tua
indegnità ed insufficienza, senonchè Dio si compiace di operare per mezzo tuo; e sii pur
pronto a ricevere le umiliazioni del domani come necessarie alla
tua disciplina od al proprio equilibrio del tuo carattere.
Se il successo del ieri ti ha irritato sotto
l’umiliazione dell’oggi, guardatene, non sei spiritualmente
sviluppato come lo dovresti essere ancora.
Z.'96-19 R1920:5 |
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MANNA 15
GUIGNO
Ed Io farò con voi un
patto eterno, per rendere durabili i miei favori verso Davide .
—Isaia 55:3.
Tutti coloro che sono
affamati ed assetati di giustizia, le cui anime somo assetate di
Dio come il cervo lo è del ruscello, e che, avendolo trovato, si
consacrano a lui e ricevono l’unzione dello Spirito santo, a
testimoniano col loro spirito d’essere figli di Dio, e coloro
che, come figli unti di Dio scoprono in se stessi i degni tratti
di veri figli—lealtà, fedeltà, zelo, energia, coraggio,
discrezione, ecc.—tutti questi costituiscono la classe colla
quale il Signore ha fatto un patto eterno, ed alla quale spettano
“i favori durabili verso Davide”.
Z.'96-29 R1936:3 |
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MANNA 16
GUIGNO
Or ogni castigamento,
non sembra essere al presente dell’allegrezza, ma anzi tristezza,
poi però rende un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono
stati per esso esercitati. —Ebrei 12: 11.
E’ sotto cotali
correzioni che l’anima si piega ad una sottomissione amorevole,
che dice con calma, posso far tutte le cose, sopportar tutto,
mediante Cristo che mi fortifica.
E come la scoria della vecchia natura è gradualmente
consumata, e l’oro diventa vieppiù manifesto, queste anime
preziose divengono vieppiù care al loro Signore amoroso.
Così care esse gli sono che in ogni afflizione egli è
vicino a loro, e li sostiene colla sua grazia e li rallegra colla
sna presenza; cosicchè le più profonde tenebre di dolore,
divengono luogo sacro di riposo, dove la stella mattutina splende
più brillante. Z.'96-44 R1944:4 |
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MANNA 17
GIUGNO
Chi può sostenere il
giorno della sua venuta? E
chi può restar ritto quando egli apparrirà?
Perciocchè Egli è come il fuoco di chi fonde i metalli,
ed egli sederà fondente e purgando l’argento. —Malachia 3: 2,
3.
Il gran raffinatore
sta observando del come il prezioso, metallo del vostro carattere
riflette la sua immagine. In
altre parole, in ogni prova egli osserva quali influenze
controllano le nostre azioni; se queste influenze sono dai
vantaggi presenti, della popolorita del mondo o d’amicizia
personale, o d’amori terestri—di marito, moglie, figli, o
d’amore dell’agio, o d’amore della pace ad ogno costo;
oppure, siamo controllati dai puri principii di fede e di
giustizia; e difendiamo questi principii con zelo ed energia a
costo d’ogni lavoro o sofferenza, o d’ambedue, e disideriamo
combattere il buon combattimento della fede, sino alla fine—sino
alla morte. Z.'96-45 R1944:5 |
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MANNA 18
GUIGNO
Vi è sazietà
d’allegrezza nella tua presenza; e delizie continue nella tua
destra. —Salmo 16: 11.
Ovunque noi ci
troviamo, nella presenza del Signore vi è sazietà d’allegrezza.
Coltiviamo adunque vieppiù la conoscenza del Signore
avvicinandoci a lui nella preghiera, nello studio della sua
preziosa Parola, nella meditazione della sua bontà, della sua
cura provvidenziale, nelle chiare manifestazioni della sua grazia,
nelle nostre proprie esperienze individuali, e le sue prieziose
promesse, tutte sicure nel nome di Cristo Gesù.
Così “appressandoci a Dio, egli si appressarà a noi”
(S Giacome 4: 8); egli si manifesterà ed abiterà con te.
Infatti è la volontà
di Dio che tutti i suoi figli devono essere felici in Lui, e
sempre allegri; e se v’è alcuno che manchi di questa
benedizione, costui vive al disotto dei suoi privilegi.
Z.'96-54 R1949:5 |
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MANNA 19
GUIGNO
La luce (verità) è
seminato per il giusto; e allegrezza (le gioie della varità) per
quelli che sono diritti di cuore. —Salmo 97: 11.
I veri figli di Dio
amano la Verità perchè hanno parenteggiato con essa . . . .
Quando l’hanno trovata ne riconoscono il valore; e
l’apprezzano e vi meditano sopra.
. . . Dicono, è simile a Dio: è la manifestazione della
sua gloriosa bontà, la riflessione del suo carattere amoroso,
benevole sapiente e gusto. E
perciò essi amano la Verità e l’Iddio che l’ha data; ne
fanno tesoro nei loro cuori e la studiano e ridtudiano; e come la
guardano, e ne ammirano la simmetria e bellezza, si sforzano
vieppiù di conformare il proprio carattere sulle stesse linee di
bellezza, e cercano di commendarla agli altri colla parola e
condotta, affichè anch’essi ne siano benedetti. Z.'96-55 R1950:1 |
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MANNA 20
GUIGNO
Non amate il mondo, nè
le cose che son nel mondo; se alcuno ama il mondo l’amor del
padre non è in lui. —1 Giovanni 2: 15.
L’essere amici del
mondo è il camminare in armonia colle sue idee e conformarsi ai
suoi modi. In questo
senso non lo dobbiamo amare, ma bisogna esserne separati ed
opposti. La via
indicataci, sotto certi aspetti almeno, è difficile e solitaria,
ma è la sola via di pace e felicità.
Queso mondo colla sua lussuria sta rapidamente passando; è
vuoto ed insoddisfacente, e presentemente porta al disastro e alla
rovina; ma coloro che si deliziano nella via del Signore, hanno
con lui beata comunione ed amicizia.
Le loro gioie derivano da una sorgente che il mondo non può
comprendere. Essi
vivono in una sfera più alta, respirano un’atmosfera più pura,
e gustano una più santa, più dolce amicizia che il mondo non
potrà offrire mai. Z.'96-67
R1956:4 |
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MANNA 21
GUIGNO
Imparte da me ch’io
son mansueto, ed umil di cuore. —S. Matteo 11: 29.
Il segreto del riposo
sta veramente nella mansuetudine e
l’umiltà di spirito.
Essere mansueto vuol dire coltivare le grazie della
pazienza; dell‘amorevole sottomissione alla volontà di Dio; in
continua confidenza nel suo amore e protezione e nella prudenza
del suo consiglio direttivo, e nella sua providenza governante; e
persitere nel proseguire questo corso, in mezzo a buona o cattiva
fama, e a circostanze favorevoli e sfavorevoli.
Che i deletti figli di
Dio cerchino vieppiù di copiare lo spirito mansueto ed umile di
Cristo, accettando la povvidenza di Dio, i precetti e la guida
come fece Cristo. Z.'96-79 R1962:1 |
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MANNA 22
GUIGNO
Vien richiesto dai
dispensatori, che ciascuno sia trovato fedele. . . . Ciascuno
secondo la sua capacità. —1 Corinti 4: 2; S. Matteo 25: 15.
La “mina” essendo
la stessa per tutti, rappresenta giustamente quella benedizione
della grazia divina che è comune a tutto il popolo di Dio—la
Giustificazione. Le
altri doti differiscono in quantità, a seconda delle nostre
opportunità naturali e provengono generalmente dal Padre—esempio,
la Parola e lo Spirito. La
nostra giustificazione, pero quantunque disegnata dal Padre, è un
premio di Gesù, perchè la pagò col suo sangue prezioso.
L’unica “mina” pone tutti sopra un livello comune,
come servi accettabili, e permette a ciascuno di noi di provare il
suo zelo col suo sacrifizio.
I “talenti” pero distribuiti a secondo l’abilità di
ciascuno, rappresentano opportunità per il servizio di Dio
conforme alle occasioni che possediamo.
Possono essere talenti di educazione, di danaro,
d’influenza, di buona salute, tempo, tatto o genio,
coll’opportunità d’usarli nel servizio di Dio. Z.'96-99 Z.'07-63
R1972:6 R3948:6 |
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MANNA 23
GUIGNO
Quel seminato nella
buona terra è colui che ode la Parola, e l’intende; il quale
ancora frutta, e fa chi cento, chi sessanta, chi trenta. —S.
Matteo 13: 23.
Le diverse misure di
raccolta, trenta, sessanta, cento, e le dieci mine o le cinque,
marcano differenze in ostacoli da superarsi, ecc., piuttosto che
mancanza di fede nell’uso dei mezzi di grazia.
Alcuni lavorano lungamente e con diligenza per piccoli
risultati, mentre altri con volontà più resoluta e fermezza
compiono grandi cose. Alcuni tentennano e scivolano, rimettendosi dopo poco,
perdendo così tempo ed oppprtunità, che non riguadagneranno,
ancorchè sieno perdonati e generosamente rimessi nel favore
divino, e corron d’allora in poi con diligenza e pazienza sino
alla fine. Z.'96-99 R1973:3 |
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MANNA 24 GUIGNO
E se siamo figliuoli,
saimo ancora eredi; eredi diDio, e coeredi di Cristo, se pur
soffriamo con l ui, acciocchè ancora con lui siamo glorificati.
—Romani 3: 17.
Leggendo per noi
stessi il piano del Padre, nella luce della sua volontà
semplificata nell’esempio del nostro Maestro, possiamo subito
comprendere che non è sua intenzione di sottrarci da tutte le
pene, sofferenze e prove, e portarci trionfalmente alla gloria
sopra letti di fiori. Affatto il contrario dev’essere il nostro corso, se
vogliamo seguire le pedate di Colui che Dio ci mise dinanzi, non
solo per soddisfazione dei peccati del mondo intero, ma ancora per
modello alla Chiesa, la quale è il suo corpo,
E dopo aver compreso il piano ed il volere di Dio,
impariamo prontamente che non dobbiamo aspettarci nè chiedere la
liberazione dalla sofferenza e dal dolore, che la sua prudenza ha
ordinati d’essere come sentiero che conduce alla gloria. Z.'96-151 R2000:2 |
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MANNA 25
GIUGNO
Perserverate
nell’orazione, vegliando in essa con ringraziamento.
—Colossesi 4: 1.
Ogni prova di fede e
pazienza è un’occasione per pregare per il promesso succorso.
Ogni vittoria perduta è un’occcasione per una preghiera
di perdono e di benedizione divina, cosicchè la lezione della
nostra propria debolezza sia profondamente impressa, acciocchè
nella prossima simile prova, possiam prontamente chiedere e
ricevere la grazia promessa.
Ogni vittoria sopra noi stessi è occasione per preghiera,
acciocchè non diventiamo pomposi e superbi, ma umili ed attenti
per il prossimo attacco dal nostro grande Avversario. Ogni servizio per la Verità diventa un’occasione per una
preghiera per ringraziamento per il privilegio di servire il gran
Re, e forse per aver sofferto qualche cosa per la sua causa; ed
una ragione per richiedere altre opportunità per servizio e
grazia, di usarle prudentemente. Z.'96-163 R2006:1 |
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MANNA 26
GUIGNO
Laonde, fratelli santi,
partecipi della celeste vocazione, considerate l’Apostolo, e
Sommo Sacerdote della nostra prefessione Gesù Cristo. —Ebrei 3:
1.
E’ la volontà di
Dio, che ogni membro del “corpo di Cristo”, sia toccato dalle
infermità del mondo, affinchè, quando sono esaltati al Regno,
sieno teneri, pietosi e generosi, quando come Sacerdozio Reale,
giudicheranno il mondo. Il nostro Signore e Maestro, che non aveva nessuna delle
imperfezioni della razza caduta, ma ch’era santo, innocente e
separato dai peccatori, abbisognò prendere dagli uomini, su se
stesso, le loro malattie ed infermità, acciocchè pottesse
simpatizzare con noi, ed essere un fedel Sommo Sacerdote.
Sarebbe totalmente illogico di supporre, che le lezioni
necessarie per la preparazione del Sommo Sacerdote, per il suo
ufficio e servizio, non sieno necessarie anche per coloro (i
sacerdoti) che sono chiamati a soffrire e regnare con lui. Z.'96-208 R2029:5 |
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MANNA 27
GUIGNO
Or colui, che ci
conferma con voi in Cristo, e il quale ci ha unti, è Iddio; il
quale ancora ci ha suggellati. —2 Corinti 1: 21, 22.
Il sigillo o marchio
della Nuova Creatura è il possesso della Spirito di Cristo.
Le manifestazioni di questo Spirito Santo sono tre:
(1) Amore supremo per Dio e fedeltà giaconda alla sua causa a
costo di qualunque sofferenza.
(2) Amore per
i fratelli—disinteressato, nobile e puro, un desiderio per il
loro benessere, che si tiene sempre all’erta per far loro del
bene. (3)
Amore pietoso per il mondo, consigliativo per buone opere,
come l’opportunità si presenta, e un desiderio e sforzo di
vivere sempre in pace con tutti gli uomini. Z.'96-212 R2032:3 |
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MANNA 28
GUIGNO
Non riputarti savio;
temi il Signore, e ritiratti dal male.—Proverbi 3: 7.
Non v’è nulla di più
pericoloso al figlio di Dio, che il concetto di se stesso: questo
impedisce il vero progresso o la vera riforma del cuore, ed ancora
ci rende inabili ad essere utili ad altri, e specialmente al
servizio di Dio; perchè la sua Parola dichiara:
“Iddio resiste ai superbi e dà grazia agli umili”.
Invece di confidare in se stesso, la Prudenza insegna la
diffidenza di se stesso, rammentando le nostre proprie dibolezze
ed imperfezioni, e detta una maggior referenza e la confidenza
dovuta a Dio, l’unico che ci può aiutare e allontanarci dai
mali della nostra natura decaduta.
Z.'96-263 R2060:6 |
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MANNA 29
GUIGNO
Beati i puri di cuore,
perciocchè vedranno Iddio. —S. Matteo 5:8.
Il significato della
frase “puri di cuore” non è perfezione di condotta, parola o
pensiero, ma perfezione di intenzione in rispetto a tutti
questi. Il desiderio
e sforzo nostro devono essere per la perfezione di pensiero,
parola ed opera. La regola postaci innanzi, con la quale i nostri cuori, la
nostra volontà, si devono conformare al modello divino, è la
divina regola del. . . . “
Siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli”.
(S. Matteo 5: 48) Questo
è il modello piu facile datoci da Dio per una perfezione assoluta, e ci providde pure di grazia, misericordia e pace per Cristo,
se ne seguiamo le sue pedate,—questa purità poi di cuore, è
uno dei passi più necessari nella via strata.
Z.'00-71 R2587:5 |
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MANNA 30
GUIGNO
Nel tempo della
mietitura, Io dirò ai mietitori. . . . Accogliete il grano nel
mio granaio. —S. Matteo 13: 30.
Il tempo è breve; il
lavoro della mietitura è grande; i lavoratori sono pochi; il
nostro tempo è consacrato; bisogna lavorare intanto che è giorno,
sapendo che la notte viene quando nessuno può lavorare.
Abbiamo consacrato la nostra vita fino alla morte:
siamo impiegati del Gran Signore della mietitura, per
cercare il vero”grano” e di accoglierlo nel granaio.
Qual tempo abbiamo noi per leggerezze e frivolezze mondane?
Piutosto, accontentiamoci di porre poca attenzione a queste
cose, procurando caldamente di darci al laoro datoci, se vogliamo
l’approvazione del nostro Maestro, il suo: “Bene sta, buono e fedel servitore”. Z.'00-234 R2675:2 |
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