VI è una certa base di verità nella narrazione Biblica del
lungo giorno di Giosuè. Secondo taluni studiosi della Bibbia il testo
ebraico ci dice che quel giorno fu oscuro, e, cosa eccezionale in
Palestina, il Sole non isplendette affatto. Pei nemici di Giosuè,
adoratori del Sole, quell'oscurità diurna significò che il loro Dio-Sole
erasi eclissato. Ed anche il racconto dei grossi chicchi di grandine che
fecero tante vittime, s'accorda con tale interpetrazione, che cioè la
giornata fu eccezionalmente oscura, e che l'ottenebrarsi del Sole e della
Luna fu in realtà un fenomeno straordinario di cui Giosuè si servì per
isconfiggere il nemico, quando "comandò al Sole ed alla Luna di
fermarsi."—Giosuè 10:11-14.
Del pari logica è l'altra ipotesi che il Sole splendesse l'intero
giorno e che alla sera nubi densissime rifrangessero i raggi solari fino
al sorgere della Luna: onde non vi sarebbe stato intervallo di tenebre.
Inutile è dunque rinvenire un ostacolo in questo punto della
narrazione Biblica, una volta che tutte e due le interpretazioni date
risultano soddisfacenti.
Il trionfo delle esigue forze di Gedeone su d'un grande esercito,
poi, simbolizza la vittoria finale di Cristo e seguaci sugli eserciti del
Peccato. Le anfore infrante simboleggiano il sacrificio di sè stessi per
lasciar risplendere la luce — le trombe, il Messaggio del Vangelo — la
spada, la parola di Dio. Di Gedeone e de' suoi fratelli è scritto che
ciascuno pareva figlio di Re. Gesù e tutti i suoi seguaci hanno
caratteristiche divine. — Giudici 7:16-25; 8:18.
La figlia di Jefte non morì immolata al voto del Padre. Ella
semplicemente votò sè stessa a perpetua verginità, e divenne come
morta al mondo simbolicamente, dopo avere passato un breve periodo colle
sue vergini compagne. La Bibbia, dunque, quando la si intenda, si rivela
semplice e razionale ovunque. —Giudici 11:30-40.
La sconfitta inflitta dai trecento di Gedeone ai Madianiti e la
verginità della figlia di Jefte da questo consacrata al Signore,
appartengono al periodo dei Giudici, de' quali Giosuè fu il primo. —Fatti
13:19, 20.
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